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Prima che sorga il sole, mi divincolo dalla presa di Paul e in sordina raggiungo la mia stanza, scivolando sul letto al fianco di Alexander. È ancora sonnolento, immobile. La pozione sta funzionando. Dalla sera del nostro matrimonio, non siamo più stati insieme perché ogni volta lui si è addormentato troppo presto. Da due settimane, faccio scivolare nel suo tè serale cinque gocce di Triptoriana. Un efficace intruglio che mi ha permesso di tenermi lontana. Non voglio figli da lui, e ora più che mai vorrei tornare a Crimellian per restare con Paul ma devo resistere. Gli ho confessato le mie ragioni. Adesso conosce la verità. Ho sposato il duca di Celinden per proteggerlo, e per questo manterrò la promessa. Svuoto il resto del contenuto della tazza, sciacquandola nel catino. Alexander brontola, portandosi le braccia sul viso. "è già mattina?".

"Sì, hai dormito come un sasso". Sbadiglia, mettendosi a sedere. "Adesso ho una fame assurda. Ho la bocca asciutta, vedi..." allunga il braccio, invitandomi a raggiungerlo sul letto. Gli siedo vicino, e le sue labbra si posano sulla mia spalla nuda, salendo lentamente verso il collo. "Dio, Kay... hai un profumo così buono stamattina". Deglutisco, sentendomi avvampare. Penso di avere ancora il sapore di Paul addosso. Me lo sento dappertutto, e il cuore mi sta ancora battendo all'impazzata al ricordo di quello che è successo. Abbiamo fatto l'amore ed è stato intenso, sanguigno, proprio come l'ho sempre immaginato. Nulla a confronto della mia prima notte con Alexander. "Non avevate fame, mio signore?" – "Terribilmente" sibila, arrivando a baciarmi al lato della bocca. Mi divincolo, sollevandomi dal materasso. "Allora prepariamoci. Ci staranno aspettando per la colazione!". Mi sfilo la camicia da notte, scivolando nella vasca da bagno ricolma di acqua tiepida. Ci sguazzo, sentendomi particolarmente felice e sovraeccitata. Devo scaricare questo calore in qualche modo, altrimenti rischio di esplodere. Vorrei tornare ad allenarmi con Halden, vorrei essere di nuovo il custode, vorrei fare ripetutamente l'amore con Paul.

"Vuoi che ti raggiunga là dentro?" la voce di Alexander blocca i miei pensieri, facendomi tornare lucida. "Faremmo troppo tardi se indugiassimo nel bagno del mattino". Mi sollevo in piedi dopo che mi ha offerto l'accappatoio. "Nel frattempo che voi vi preparate, potrei andare a fare una passeggiata?" mi guarda storto, quindi aggiungo: "è per Halden, il mio migliore amico. Vorrei spiegargli dove sono stata nelle ultime tre settimane". Mi afferra per le spalle, sorridendo. "Prenditi tutto il tempo che ti serve. Io indugerò nella vasca, e penserò alla moglie che non vuole farmi compagnia". Sogghigno, baciandolo sulla guancia. Mi vesto in fretta ed esco dalla stanza, facendo un cenno alle guardie che se ne stanno ferme sulla porta con fare minaccioso. So dove trovare Halden, a quest'ora del mattino. Intanto mi muovo nel corridoio, guardandomi intorno come se quello che stessi osservando fosse nuovo per me. Invece è un ambiente familiare, confortevole. Mi manca, essere qui e al pensiero di dover andarmene di nuovo, una lacrima sfugge al mio controllo rigandomi la guancia. Lungo il cammino, mi scontro con qualcuno e alzando lo sguardo, incrocio gli occhi languidi di Paul. "Ciao..." sibila a bassa voce, sorridendomi con malizia. Nei suoi occhi verdi, riesco ancora a vederci avvinghiati sul pavimento, carne nella carne, dove siamo stati solo due lingue umide che si agitavano a vicenda per incontrarsi nel peccato. "Ciao..." rispondo, arrossendo ad un palmo dal suo viso pallido. Avvertendo un rumore implacabile sotto la gabbia toracica, indietreggio di un passo. "Non sei nella sala pranzo per la colazione?" – "No, sto temporeggiando..." risponde, inumidendosi le labbra. "...non sono ancora tornato in stanza da Neferti. Ho lo stomaco sottosopra".

"Per stanotte?" fa di sì con la testa, e un ricciolo gli ricade morbido sulla fronte. "Non mi sento in colpa, per niente. Il groviglio nello stomaco è causato dai sentimenti che provo per te" mi sento di nuovo avvampare al suono di queste parole. Vorrei baciarlo di nuovo. Prenderlo da parte e sbatterlo contro la colonna per insinuare le dita tra i suoi capelli, invece mi mostro quasi indifferente, tenendo gli occhi bassi. "Nemmeno io mi pento di quello che è successo, ma dobbiamo ricordarci di mantenere la parola data ai nostri consorti".

"Lo so. Magari riuscirò a tenere le mani a posto dato che tu andrai via presto..." prende tempo, provando ad afferrarmi i polsi ma glielo impedisco. "...vorrei avere con te, quello che ho con Neferti e vorrei poter provare per lei, quello che provo per te. Vorrei aver sposato te, vorrei condividere con te il talamo nuziale... vorrei che il Consiglio non si fosse messo in mezzo". Prendo un grosso respiro, scorgendo qualcuno alle sue spalle. "Stiamo per essere interrotti. Torniamo ad essere quelli che eravamo ieri pomeriggio..." mi ricompongo, recitando la mia parte. "Io e il duca Alexander abbiamo passato una piacevole nottata qui, ospiti nel vostro palazzo. Vi siamo grati per l'ospitalità, ma dovremo tornare a Celinden dopo il crepuscolo...". Al suo fianco appare Halden, che mi osserva con occhi circospetti. "Kay?". Mi butta le braccia al collo, rimandando i commenti. Paul resta impassibile. "Pensavo fossi molto lontana da qui, ormai. Dove sei stata e cosa stai indossando?". Guardo Paul in tralice prima di rispondere al mio amico. "Ci sono così tante cose che devo raccontarti, Hal ma prima di ogni cosa ti converrà sapere che adesso sono una donna sposata". Anche lui guarda Paul, mostrandosi dubbioso. "E con chi?". 

Non ho modo di rispondergli poiché l'arrivo di Alexander in corridoio riesce a fare luce sui recenti accadimenti. "Tu devi essere Halden. Mia moglie mi ha molto parlato di te..." gli porge la mano e Halden la guarda con disgusto. "Non ho intenzione di stringergliela. Io e Kay ci siamo fatti delle promesse, quando eravamo piccoli e non posso credere che le abbia disonorate". Ingoio la saliva, scorgendo tutta la rabbia che si cela nei suoi occhi chiari. Appena restiamo in tre, Paul fa finta di nulla, invitando Alexander a prendere posto assieme a lui al tavolo da pranzo. Lo seguiamo, aspettando che la duchessa Neferti ci raggiunga. Io e Paul riusciamo a dissimulare i nostri sentimenti, intanto che siamo seduti uno difronte all'altra, con dolorose sensazioni nello stomaco e una fitta martellante nel petto. "Avete già assaggiato il cibo che vi ho donato?" Alexander lo interroga, intanto che con il cucchiaio fa scivolare della marmellata sul pane. "Non ho ancora sentito di camerieri avvelenati, quindi no" dichiara Paul, non riuscendo a trattenersi. Mio marito sembra voler soffocare delle parole infamanti, quando lo vedo socchiudere le palpebre e prendere un grosso respiro. "Se desiderate, potrei assaggiarlo per voi. In questo modo, potrei assicurarvi quello che vi ho giurato che avrei fatto".

Paul si volta verso di me, portandosi la mano alla bocca. "Non importa. Ho fiducia nel mio custode – la vostra consorte – e per questo lo assaggerò io stesso" richiama i camerieri con un cenno della mano prima che possa fermarlo. "Portatemi la bevanda che mi è stata donata dal duca di Celinden". Io e Alexander lo osserviamo mentre si porta il bicchiere tra le labbra, e con reticenza lo assaggia. Infine se le inumidisce, sorpreso. "Riconosco il sapore inconfondibile delle arance e del coriandolo, ma cos'è quest'altra spezia che galleggia?" tira su col naso. "Non conosco questo odore".

"è limplenin, mio signore" rispondo per Alexander, ammiccando nella sua direzione. "A Celinden va quasi a ruba, ogni anno. È introvabile al mercato del paese, quindi si coltiva nelle piantagioni di famiglia". Paul incrocia lo sguardo di Alexander. "E volete condividerlo con me? Il mio popolo impazzirebbe per una spezia simile". Mio marito si mette a mani giunte sul tavolo.

"Ebbene, come vi ho già detto, da quando Kaylan è entrata nella mia vita, mi sento molto generoso e pacifico. Per lei, ho deciso di mettere da parte il mio carattere vendicativo" gli sorrido, mostrandomi onorata. Paul lascia il bicchiere sul tavolo, portandosi le mani sulle gambe. "Mia moglie non si è ancora abituata alla vita nel palazzo, e per questo è solita perdersi tra i corridoi. È meglio che io vada a cercarla..." si solleva dalla sedia, e dopo essersi scusato con noi si incammina verso la porta. Alexander mi richiama. "Pensi che gli piaccia davvero?" indica il bicchiere con un cenno del capo. "Certo, se l'è praticamente tracannato".

"Allora perché fuggire via così?" faccio spallucce, richiedendo ai camerieri di versarmi qualcosa. In qualche minuto, Paul e Neferti si aggiungono a noi, accomodandosi al tavolo. Lei non mi rivolge la parola, evita il mio sguardo. Invece discorre con il duca di Celinden come se lo conoscesse da sempre. Dubbiosa, cerco Paul con gli occhi e lui ricambia in un certo qual modo che mi spaventa. Ho il timore che Neferti abbia capito. Sa che cosa è accaduto stanotte, o almeno ne ha il sospetto. 

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