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Mi tengono in trappola. Contemporaneamente sono libera, senza manette, ho anche libertà di pensiero. Posso consigliare ad Alexander cosa fare, mi ha introdotto nelle decisioni del Consiglio e comunque ho la sensazione che mi tenga prigioniera nel suo maestoso castello. Siamo sposati da due settimane, condividiamo il letto, parliamo ma quando sono sola, mi prendo il viso tra le mani e scoppio in lacrime, consapevole delle scelte fatte negli ultimi tempi. Stamattina ci incontriamo per la colazione. Mi siede difronte, alzando il bicchiere per invitarmi a bere insieme a lui un nuovo tipo di bevanda ideata dai suoi cuochi. È a base di arance, limone, miele, coriandolo e di limplenin. Una spezia che si può trovare solo a Celinden.

"Cara, ho bisogno di un tuo giudizio. Assaggia". Dubbiosa, lui storce il naso e beve per primo. "Visto? Sono ancora vivo". Annuisco, prendendo il bicchiere tra le dita. Portandomi il liquido alla bocca, assaporo la bevanda riconoscendo tutti gli ingredienti e trovandolo delizioso. Sorrido, approvando la ricetta. Alexander sogghigna soddisfatto, tenendo le mani giunte davanti a sé. "Volevo mostrarmi generoso e regalarne una parte al popolo di Crimellian". Mi porto il tovagliolo sulle gambe, schiarendomi la gola. "Dopo l'ultimo episodio, sono sicura che non accetteranno mai più cose di dubbio gusto nelle loro cucine".
"Lo comprendo, e per questo andrò io stesso al loro palazzo, per assicurare il mio congedo dal prossimo conflitto". Ancora titubante, serro le sopracciglia. "Non volete più la guerra con il duca?". Alexander scuote il capo. "L'unione con voi ha cambiato i miei piani. Ora sono felice, e pronto a regnare su Celinden a fianco della mia duchessa". Si solleva dalla sedia, venendo verso di me per potermi porgere la mano. Mi bacia il dorso, sorridendo. "Verrete a Crimellian con me?". Mi faccio seria, al pensiero di poter rivedere Paul. "Ne siete certo? Io ero il Custode del duca fino a...".

Mi invita ad alzarmi, cingendomi per i fianchi. "Non vi faranno alcun male. Vi proteggerò" mi bacia, per poi accarezzarmi la guancia. "Ora tornate in stanza. Partiremo dopo il tramonto".
Non mi dà modo di obiettare. Resto immobile, a guardarmi intorno con fare terrorizzato. Prima di prendere il calesse, passo una buona ora davanti allo specchio, esercitandomi sul volto che voglio mostrare a Paul. Rasserenato. Malinconico. Uno sguardo di sfida. Incoraggiante. Falso. Realizzo che non potrò mai più avvicinarmi a lui nel modo in cui siamo stati vicini negli ultimi tempi. Ora Paul è sposato, ed io sono la moglie del suo nemico. Temo che nemmeno ci accoglierà a corte, dopo il loro passato condiviso sul campo di battaglia. Bussano alla porta, facendomi trasalire.

"Mia signora, il Duca vi aspetta in giardino". Annuisco, restando qualche altro secondo da sola. Sistemo la corona sulla testa, passando le mani sul tessuto bordeaux merlettato che mi avvolge il corpo, certa di voler fare una bella figura con la persona che non potrò più osare di toccare in alcun modo.

[...]

Negli ultimi giorni, ho trascorso la maggior parte del tempo con gli occhi fissi sull'orizzonte, aspettando l'imbrunire nella speranza di intravedere qualcuno in lontananza raggiungere il palazzo per potermi far visita, per poter tornare da me ma non ho scorto nemmeno l'ombra di quella persona. Tre settimane, e inizio ad essere preoccupato. La mattina dopo la consumazione, io e Neferti siamo tornati qui a mostrare la nostra gioia, prendendo parte ad una festa che il Consiglio ha dato in nostro onore. Abbiamo stretto mani, mostrato sorrisi, fatto conoscenza. Halden si aggirava per la sala del trono come un fantasma. Mi sono avvicinato per chiedergli se avesse avuto notizie da Kay. All'inizio ha scosso la testa, ma incrociando il mio sguardo ha cambiato idea, porgendomi una missiva. "Mi è arrivata stamattina. Voi sareste in grado di spiegarmi che cosa è successo?". Ho aperto la lettera, leggendone il contenuto.

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