«Oh ti ricordi che oggi dobbiamo passare in tipografia per gli inviti, si? Cioè io finisco in ufficio alle cinque, ci vediamo lì per le sei? Dovremmo fare in tempo.»
«Simò oggi devo passare in cantiere e poi ho da fare con la promozione del libro, lo sai...»
«Sì, ma è pure il tuo matrimonio.»
«Mi fido di te. Sceglierai bene di sicuro. Comunque ci proverò, ok? Proverò a venire. A stasera.»
«A stasera...»Manuel sa che forse dovrebbe essere più presente per Simone, l'organizzazione del matrimonio è una faccenda che riguarda entrambi, ma la sua testa è troppo piena di pensieri per preoccuparsi anche di inviti, fiori e menù.
Sono passati quattro giorni da quando ha conosciuto Isabel ed ancora non è riuscito a parlarne con nessuno. Nemmeno con Alvise, suo amico più fidato. E forse dovrebbe perché il bisogno di bere in quei giorni lo sta ossessionando ed è spaventato dall'idea di ricadere in quell'incubo, ma non si sente ancora pronto a condividere la notizia con i suoi affetti.
Parlare a tutti di Isabel, vorrebbe dire prendere coscienza di essere un padre. Lui non si sente un padre, è appena in grado di prendersi cura di se stesso, come può anche solo pensare di preoccuparsi di un altro essere umano?Immaginare un ipotetico what if? è inevitabile.
Cosa sarebbe successo se Letizia lo avesse chiamato? Sarebbero stati insieme? Avrebbe visto crescere la sua bambina? Sarebbe comunque diventato un ubriacone della peggior specie oppure avere Isabel gli avrebbe salvato la vita?Lo scenario peggiore è però un altro. Se lui e Letizia avessero cresciuto insieme la piccola, ma il demone dell'alcol e della dipendenza si fosse comunque insinuato nella sua vita, che ne sarebbe stato a quel punto di sua figlia?
Magari ignorare l'esistenza di Isabel e continuare per la sua strada potrebbe davvero essere la cura per quel tremendo mal di testa che lo sta tormentando da giorni, ma chissà come, una volta finita la discussione sulla promozione con Eleonora e lasciato il suo ufficio, si ritrova davanti al negozio di Letizia. Non sa esattamente come ci sia finito, sa soltanto che ha iniziato a passeggiare e le gambe l'hanno portato lì.
Ha promesso a Simone che avrebbe fatto del suo meglio per raggiungerlo in tipografia, ma il suo corpo sembra non voler collaborare.Passa un paio di volte davanti alla porta del salone, sperando probabilmente di essere notato dalla donna e che il suo essere lì sembri completamente casuale.
La prima a notarlo è tuttavia Isabel che trotterellando verso la porta vetri del negozio, lo raggiunge sul marciapiede e lo saluta.«Ciao Signore! Tu sei l'amico della mamma, vero?»
«Ciao.»
«Perché se sei l'amico della mamma posso parlare con te, altrimenti no.»Alle spalle della bimba, spunta Letizia con addosso un grembiule nero con qualche macchia di tintura rossa ed una fila lunghissima di pinze per capelli appese sopra.
«Sì amore, con lui puoi parlare.»
La bambina mette su un sorrisetto soddisfatto e prima che Manuel possa anche solo aprir bocca, lo prende per mano e lo porta dentro perché "se sei amico della mamma devi vedere per forza i miei disegni."
Obbligo imprescindibile, giusto?Le clienti osservano il nuovo arrivato con curiosità, ma Letizia e Marika, la sua collega, riprendono il lavoro senza curarsi di quello che sta facendo Isabel.
La bambina si perde in una descrizione minuziosa di tutti i suoi disegni. La mamma con il phon in mano, nonna Marinella con i capelli azzurri quella volta in cui Marika ha confuso i barattoli della tintura, il cane che Isabel vorrebbe tanto ma che non possono prendere perché vivono in una casa piccola piccola.
Gli racconta di quando la mamma l'ha portata allo zoo per il suo compleanno e anche di quando ha preso a pugni un suo compagno di classe perché le ha detto che è stupida perché non ha il papà.
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Scantinato 14
FanfictionÈ passato un altro anno. Manuel e Simone sono sempre innamorati e vivono ancora insieme nello stesso appartamento nella periferia di Roma con i loro due cani ed un pesce rosso. Alvise è sempre il loro vicino e tutto procede per il meglio. Tra gatti...