La mia migliore scelta

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Vi siete mai fermati a pensare allo scorrere del tempo? I giorni, le settimane, i mesi vanno tutti avanti anche senza il nostro consenso. Possiamo rimanere fermi ad un momento preciso della nostra vita, non superare un determinato evento, ma questo non impedirà alle lancette dell'orologio di girare.
Le stagioni si susseguono, tutto il mondo cambia, si evolve e noi? Noi abbiamo solo due scelte. Continuare a vivere nel passato oppure proseguire la nostra vita e prendere ciò che il futuro ci riserva.

Manuel e Simone hanno scelto la seconda opzione.

È passato un anno dalla festa di inaugurazione del centro "Il Germoglio" e la situazione nella famiglia Balestra/Ferro sembra essere leggermente migliorata. Anita e Dante non sono più costretti ad invitare i figli in giorni diversi per paura della loro reazione.
Hanno raggiunto un certo equilibrio. Manuel nel suo ruolo di padre single tra scrittura e volontariato al centro e Simone con il suo lavoro ed i suoi amici pelosi, Fulmine e Saetta.

Si incontrano spesso a villa Balestra ed Isabel si è immediatamente affezionata a Simone, iniziando a chiamarlo Simò - diminutivo sentito dal padre.

Tra Manuel e Simone è tutto rimasto in sospeso e non hanno mai parlato davvero di quello che è successo. Si sono via via rassegnati, si sono abituati alla presenza dell'altro a quel nuovo rapporto ancora non ben definibile.
Nessuno dei due ha una nuova relazione e sinceramente nemmeno gli passa per la testa.
Sono entrambi usciti con qualcuno, ma mai niente di troppo impegnativo o rilevante. Meteore, semplici comparse destinate ad essere dimenticate in poco tempo.

Manuel ha pensato spesso in quei mesi all'eventualità di riprovarci, a cercare di riavere Simone nella sua vita, ma è troppo spaventato e non può permettersi di sbagliare ancora. Un altro fallimento influirebbe negativamente anche su sua figlia.

Sua madre, Alvise, Claudio e perfino Dante, gli hanno più volte fatto notare che tra loro non è mai veramente finita del tutto e che tutti e tre insieme formerebbero una famiglia meravigliosa, ma Manuel non può ricamare troppo sopra la loro opinione.
Simone è il figlio di Dante, Dante sta con sua madre. Nient'altro. Fine della storia.

Un pomeriggio soleggiato di inizio aprile, Isabel sta giocando in giardino e Manuel è in salotto che beve un caffè con sua madre. Stanno chiacchierando - più lei in realtà - e la conversazione si sposta sull'argomento "Simone".

«Sta bene con gli occhiali, vero?»
«Ma chi?»
«Ma come chi? Simone.»
«Oh ma' smettila subito.»
«Che ho detto? Sto solo parlando...»
«Come se non ti conoscessi.»
«Sei tu che...»

Anita non riesce a finire la frase perché viene interrotta da un urlo proveniente dal giardino: Isabel.

***

Nonostante i periodi difficili che ha passato, Manuel ricorda pochi momenti in cui si è veramente sentito impotente e terrorizzato.
Ma mai, nemmeno nei suoi giorni più bui allo scantinato, ha vissuto qualcosa di così spaventoso come vedere sua figlia sdraiata sulle piastrelle azzurre di quella piscina vuota.
Si è sentito quasi morire quando l'ha trovata lì tutta tremante e con gli occhioni pieni di lacrime.

Non ha perso i sensi, è riuscita a spiegare cosa è successo al padre ed ha cercato di alzarsi, ma Manuel glielo ha impedito. Usando la scaletta l'ha raggiunta subito e si è inginocchiato accanto a lei prendendole una mano.

«Mi dispiace papà. Non essere arrabbiato.»
«Non lo sono, va tutto bene.»
«Ma tu me lo dici sempre...»
«Non importa, dove ti fa male?»
«Il braccio e un po' la testa. Mi sono sporcata il vestito, papà... scusa.»
«Non fa niente piccola, non importa.»
«Mi posso alzare?»
«Rimani lì ferma ancora un pochino, nonna è andata in casa a chiamare il dottore.»
«Ma tu stai con me, vero?»
«Certo amore mio, sempre.»


Quando l'ambulanza raggiunge l'ospedale e Manuel viene fatto accomodare in sala d'aspetto, Anita e Dante sono già lì.
Pochi minuti dopo arrivano anche Alvise e Claudio e restano tutti in attesa di notizie.

Manuel non riesce a stare seduto, percorre il corridoio almeno dieci volte e muore un po' ad ogni secondo passato senza novità.
Alvise prova ad avvicinarsi, ma c'è una sola persona che desidererebbe avere vicino in un momento del genere.


Si allontana da tutti, prende il telefono e chiama Simone.

"Pronto?"
«Sai quando ho capito di essere innamorato di te?»
"Manuel..."
«Una sera ero particolarmente ubriaco, avevo freddo, il mio giubbotto era troppo leggero e lo scantinato pieno di spifferi. La batteria del cellulare era quasi scarica. Avrei potuto risparmiarla per fare una telefonata o qualcosa di più importante, ma in quel momento per me la cosa fondamentale era vedere la tua faccia. Così mi sono messo a sfogliare la galleria ed ho trovato la nostra foto. Quella che abbiamo fatto davanti allo specchio a casa dei tuoi. L'ho fissata per dieci minuti poi il telefono si è scaricato. Sono passati anni e poi ti ho visto entrare in casa di Alvise con quel tipo vestito da pagliaccio e avrei voluto spaccargli la testa.»
"Non è necessario tutto questo."
«Invece sì. Sono in ospedale ed è tutto un casino e sto per impazzire. E c'è una sola persona che vorrei al mio fianco ora. Perché io... ti amo e non ho smesso, mai. E ci siamo fatti del male, ma so che anche tu mi ami.»
"Perché sei in ospedale?"
«Isabel è caduta in piscina ed ha battuto la testa.»
"Arrivo. Sei al Gemelli?"
«Sì, ma ci sono tutti, non preoccuparti.»
"Ci sono tutti, ma sei al telefono con me..."
«L'ho detto che sei la mia migliore scelta, mica scherzavo.»
"Arrivo, dieci minuti al massimo e sono lì. Andrà tutto bene."


Simone arriva davvero dopo meno di dieci minuti.
Non saluta suo padre, non si cura di nessuno dei presenti in sala d'aspetto, la sua unica preoccupazione è trovare Manuel ed abbracciarlo.
È seduto su una delle sedie grigie di metallo e si tiene la testa tra le mani.

Simone non dice nulla, si siede accanto a lui, gli cinge le spalle con un braccio e se lo stringe al petto.

«Sei qui...»
«Certo che sono qui, dove dovrei essere?»
«Se lei...»
«Andrà tutto bene, ok? La riporteremo a casa e starà bene. Abbiamo un maritozzo del mercoledì da mangiare insieme.»
«Te l'ha detto lei?»
«Sì. Perché non mi hai mai invitato?»
«Non pensavo accettassi...»
«Ehi! Come si può dire di no ad un maritozzo?»
«Scemo...»
«Isabel darà ragione a me, scommettiamo?»
«Sicuramente, siete sempre coalizzati contro di me voi due.»
«È una forza quella bambina.»
«Simò...»
«Cosa?»
«Grazie per essere qui. Non sai quanto avessi bisogno di te.»
«Io per te... per voi ci sono sempre, nonostante tutto.»
«Sempre. Nonostante tutto...»


















Buonasera!
Era in programma la pubblicazione di questo capitolo? No!
L'ho pubblicato lo stesso? Sì!

L'ho finito ieri e volevo aspettare ancora un pochino, ma poi mi son detta "sai che c'è? Sticazzi, lo pubblico ora." 😆
Felici? Spero di sì.

Sono a lavoro su una nuova idea per una storia e, considerando che di questa mancano ancora circa tre capitoli, penso di riuscire a postare una piccola parte introduttiva tra un paio di settimane se tutto va bene e le mani mi danno tregua.
Alla prossima (che può essere in ogni momento... Buahahahahah *risata malvagia*).

Bacini 💚

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