3. If only

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Ryan

Se c'è una cosa che ho imparato, è che non si finisce mai di lottare.
Passiamo la vita a rincorrere qualcosa che non esiste, come la felicità, perché essa non la si prende, non la si vede, si percepisce.
E questo Addison lo sapeva meglio di chiunque altro, glielo leggevo negli occhi.

Ci sono cose che si percepiscono, altre le impari col tempo, altre ancora le sai e basta.
Io sapevo di dover stare lontano da lei, che l'avrei ferita se solo avesse scoperto la verità, il vero motivo per la quale ho bussato alla sua finestra quel pomeriggio di giugno.
Se solo sapesse perché mi sono offerto di aiutarla ma che infondo non portai mai al termine quella promessa.
Se solo...

Rimanemmo in quella posizione per ore, ormai era passato anche il tramonto, lei non spiccicò nemmeno una parola ed io non interruppi il suo monologo interiore.

«Ci pensi mai?» disse d'un tratto.
La guardai abbastanza confuso.

«Al fatto che niente è eterno su questa terra.»

«Non ti facevo tipa da pensieri tanto profondi.» dissi con una punta d'ironia, ma lei la ignorò.

«Sai che tu non sei nessuno per me vero?» gettò d'un tratto, come una domanda che le costasse dire ma per lei fosse fondamentale esporre.

«Tu chiami nessuno colui che ti fa girare la testa appena lo guardi?» forse lo dissi con troppo egocentrismo, ma ormai non importava più.

«Riaccompagnami a casa.» fu tutto ciò che lei disse prima di alzarsi dalla sabbia per avviarsi verso la mia auto parcheggiata poco lontano da qui.
Ed io restai lì, ad osservarla allontanarsi mentre pensavo a quanto fosse brutto mentirle.

Addison

Il tragitto verso casa fu silenzioso e veloce, non eravamo molto distanti dal nostro quartiere , tuttavia presi in considerazione l'idea di farmi riaccompagnare a casa con la sua auto.

Ci fermammo davanti casa mia, e anche se lui abitasse a meno di 10 metri, rimase ad aspettare che io entrassi in casa. Però c'era qualcosa che mi tormentava e che dovevo dirgli all'istante, forse solo per correttezza nei confronti di Andrew o forse era solo per mettere a voce ciò che mi ripetevo da ore.
Aprì la portiera ma prima di scendere mi fermai a guardarlo, a guardarlo per davvero.

«Sai perché ti tengo lontano da me?» dissi con un nodo alla gola, e non so perché stessi per piangere, però ciò che avrei detto da lì a poco, avrebbe distrutto tutto ciò che ci eravamo creati.

Lui in compenso mi guardò incitandomi a continuare.

«Perché so che se dovessi scegliere tra te e lui, io non sceglierei te.»

Lui alzò il mio mento con due dita e sentì un sussurro rimbombare nelle mie orecchie.

«Ribelle non sono io quello che devi convincere di questa cazzata.»

Rabbrividì.

❄️

Arrivai nella mia stanza, erano oramai le dieci passate, non avevo nemmeno cenato e sinceramente tengo ancora lo stomaco chiuso. Continuo a ripetermi che quella frase era dettata da puro egocentrismo, che lui non volesse accettare che io non gli darò mai più di ciò che lui stesso volerebbe. Però non ci riesco, io infondo al mio cuore so che c'è una punta di verità in ciò che disse.
«Non sono io quello che devi convincere di questa cazzata.» rimbombava nella mia mente quando ero sotto il getto caldo della doccia.
«Non sono io quello che devi convincere di questa cazzata.» rimbombava nella mia mente, mentre facevo skincare.
«Non sono io quello che devi convincere di questa cazzata.» rimbombò nella mia mente per tutta la notte.

☀️

Quando ormai capii che non avrei preso sonno mi alzai dal letto, andai in cucina a farmi un caffè, bello forte oserei dire.
Oggi avrei passato del tempo con Andrew, avevo bisogno di lui, o forse mi illudevo di ciò?
NO CAZZO ADDY, cristo, devo smetterla di farmi manipolare, lui vuole questo, vuole mettere in dubbio i miei sentimenti per Andrew, vuole mettere in dubbio tutto.
Lui quella notte di giugno disse una cosa che non scordai più, «Non è quello giusto per te.» diceva, ed io come una sciocca gli diedi cento motivi per confermare questa sua teoria.
Sono una pessima fidanzata, sono pessima.

Ed eccola lì, la mia migliore amica, la mia immancabile solitudine, quella sensazione che non riesci a scrollarti dal cuore.
Non riesco a capire come, io ci provo, ci provo ogni giorno a fare la cosa giusta, ad essere brava, ad essere ciò che tutti vorrebbero che io sia, ma fallisco miseramente. Sono patetica, continuo ad illudermi che le cose un giorno cambieranno, ma non è così, io non sono mai la prescelta, non sono mai la preferita di nessuno, so essere solo la ruota di scorta di gente che passa la propria esistenza a guardare dall'alto del loro trono di finti sorrisi.

Mi rimisi in forze, o almeno ci provai, indossai i vestiti più belli del mio armadio, mi truccai più del solito ed indossai quella maschera di falsa felicità che oramai invadeva le mie giornate.
Perché quando stai male preferisci fingere che vada tutto bene, così la gente eviterà di farti domande, perché non si sa come, ma passiamo la vita a sminuire i problemi altrui, e personalmente non ci tengo a sentire gente che dica "non sei speciale", preferisco rinchiudermi nella mia bolla senza via di fuga, annegando nel mio dolore.

Mentre mi stavo ancora interrogando su me stessa e sulla mia inutile esistenza, arrivò una chiamata dal mio cellulare.

«Con chi parlo?»

«Non fidarti di Ryan Jones, non è ciò che sembra.» e riattaccò.

🍀🍀🍀🍀

Ciao fanciulli e fanciulle, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, so che ancora i capitoli non sono molto movimentati ma tempo a tempo cari miei 🤓
Buonanotte e scusate per l'orario. 🙏🏼

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