Epilogo

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Nicole

Era una giornata soleggiata qui a Los Angeles, il sole riempiva di tepore l'aria e la vita frenetica come sempre.

Come oramai di routine vado a trovare mio padre in ospedale, purtroppo soffre di cancro, è al terzo stadio e credo che non ce la farà.

Probabilmente lo pensa pure lui, anche se tuttavia è più fiducioso di me, crede che riuscirà a farcela e in caso contrario sarà felice di tornare dalla mamma.

La mamma... che storia drammatica la loro, dopo il racconto di mio padre quando ancora ero una ragazza di sedici anni, mi sono sentita in dovere di saperne di più, sarò anche cresciuta senza lei, ma la sento sempre accanto a me come un angelo custode.

Difatti in questi anni ho un po' rovistato nelle sue cose per sentirla più vicina a me, ed ho trovato delle lettere di qualche mese prima della sua morte. Una lettera al giorno per la precisione.

È stato bellissimo leggere di lei, dei suoi pensieri e delle sue emozioni, l'ho sentita accanto attraverso i suoi racconti giornalieri.

Non credo che papà sappia di queste lettere ed io non gliel'ho mai confessato in verità, mi sento come legata a mia madre tramite questi semplici pezzi di carta, e rendere mio padre partecipe di questo piccolo segreto sarebbe come invadere l'intimità instaurata tra me ed Addison.

Mi manca? in verità no.
Non può mancarmi qualcuno che non ho mai conosciuto.

Tuttavia mi rattrista ogni giorno l'idea di non averla conosciuta, perché da come posso ben vedere, sia dalle lettere ma anche dai racconti di mio padre, lei teneva a me più di ogni altra cosa al mondo.

Per lei ero tutto anche se non aveva niente da offrirmi. Nata da un avvenimento traumatico è cresciuta col fantasma di un genitore che non ho mai avuto, e adesso che ho 23 anni sto vedendo mio padre morire per una malattia di merda, ed io non posso fare nulla per salvarlo, come lui stesso non potette far nulla per mia madre.

La vita è ingiusta, una sventura ricaduta tra le mura domestiche di casa mia, è partito con mia madre e finirà con me, o forse no?

Non sono pronta a perdere mio padre, l'unica persona al mondo che mi ha supportata quando il resto del mondo mi rinfacciava la verità, che ero la figlia di uno stupratore e di una madre morta per le questioni in sospeso di mio padre, l'unico che merita il nome di genitore.

Ma purtroppo le mie speranze sono vane, mio padre si spegne il giorno di Natale, come una stella cadente lo vedo scivolare alla vita ed io a restare da sola.

Ryan

Mi sento leggero, è cambiato qualcosa in me.
L'ultima cosa che ricordo è Nicole che mi stringe la mano in un letto d'ospedale.

Inizio ad ambientarmi, tutto intorno a me è diverso, sono in un luogo mai visto, tutto è luminoso e pacifico, qualcosa è cambiato.

Sembra di stare in paradiso...

Ma poi sentì qualcuno toccarmi la spalla destra, mi volto di scatto e mi sembra di vedere un angelo.

-Addison...?- biascico con voce incredula.

-Amore sei tornato da me.- mi sorride.

-Ma cosa? Io non... sono morto?- le parole che pronuncio sono incerte.

-C'è un tempo a tutto e tu alla fine sei tornato da me.- mi abbraccia.

-Ho... ho lasciato Nicole da sola...- mi affretto a dire come per risvegliarmi da questo sogno.

-Ryan, Nicole è grande, sa cavarsela e in ogni caso non è sola, ha noi accanto anche se non ci vede fisicamente lì.- mi accarezza la guancia.

-Ma tu come fai a saperlo?-

-Quando passi oltre lo vedi, lo senti qui.- mi punta un dito sul cuore.

-È tutta una questione di fede?- chiedo incredulo.

-E di amore.- mi sorride.

E poi lo capisco, ho vissuto la mia vita, ho cresciuto Nicole e adesso era arrivata la mia ora, sono riuscito a ricongiungermi con l'amore della mia vita, pur essendo solo due anime senza corpo.

-Non abbiamo vissuto come volevamo, non ti ho sposata...- pronuncio sottovoce quasi a parlare con me stesso.

-Non lo capisci? È questo il nostro lieto fine, un eternità di amore, se pur in un luogo diverso.-

-Sono sicuro che in un'altra vita noi siamo sposati e felici.- sorrido a quel pensiero.

-In un'altra vita, forse.-

FINE.

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