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I due mesi peggiori della mia vita.

È questo quello che penso gettando a terra lo zaino.

Fa rumore contro il pavimento di camera mia, ma non ci faccio troppo caso.

Sono impegnato a marciare verso il bagno lasciando dietro di me una lunga scia di vestiti.

Arrivo di fronte la doccia che sono già nudo in pratica.

Sbaglio a definirli "i peggiori della mia vita", questi mesi.

Mi sono divertito.

Mi sono davvero divertito.

Ma sono stati... stancanti.

Dicembre è volato tra feste, Capodanno, sbronze con le mie sorelle e tutte quelle cose lì.

A gennaio sono partito.

Per Osaka.

Noi della squadra siamo stati un mese fuori per allenarci.

Ma non abbiamo fatto solo quello.

Capitemi vi prego, il ragazzo più grande avrà al massimo ventisette anni, uscivamo a bere praticamente tutte le sere.

Io, teoricamente, non potrei.

Ventun anni li faccio l'anno prossimo, ma è un dettaglio di cui possiamo fare a meno.

Non dormo decentemente da due mesi.

Avevo nostalgia di casa mia, del mio letto e di tutto il resto.

Perfino della doccia.

Potrei addormentarmi, qui e adesso, sotto l'acqua calda.

Fuori si gela, ho ancora tutte le dita intorpidite.

Ho dimenticato i guanti.

Già i guanti.

Bei guanti di lana blu.

Non li ho dimenticati.

Li ho dati a Keiji.

Gli vanno bene, anche se lui ha le mani più piccole delle mie, più sottili, le dita sono più lunghe.

Tralasciando i guanti, è da un po' di tempo che Keiji si comporta in modo strano.

È da quando sono partito per Osaka che parliamo poco.

Mi prendo le mie colpe.

Il mio telefono era sempre in bella vista da qualche parte, sulle panche della palestra o tra i futon in quella stanza enorme in cui dormivano tutti quanti.

Non mi andava che vedessero i messaggi da parte di Keiji.

Avrebbero fatto domande, assillato per sapere chi fosse.

Volevo godermi il raduno, non passare il tempo a parlare del mio ragazzo a degli sconosciuti.

Non così tanto sconosciuti in realtà, ma avete capito il concetto.

E poi Keiji mi riempie la galleria di foto.

In pigiama, col l'uniforme della Fukurodani, appena uscito dalla doccia.

Insomma, spiegare perché stavo guardando una foto del mio ragazzo nudo nel bel mezzo dell'allenamento, è una cosa che avrei evitato volentieri .

Il punto è che, io rispondevo dopo ore, in modo sbrigativo, con messaggi pieni di errori e lui, probabilmente risentito di questa cosa, ha agito di conseguenza.

Frasi brevi, poche parole.

Credo di meritarmerlo, ma riuscirò a farmi perdonare.

Ne sono sicuro.

What's this feeling? ~ BokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora