Capitolo 5: Sophia

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Giovedì arriva troppo velocemente. Una sensazione di ansia pungente mi percorre lo stomaco. Vorrei avere una macchina del tempo per saltare questi giorni e ritrovarmi direttamente a sabato pomeriggio, all'open day del mio probabile nuovo tennis club. Mia madre ha trovato fosse una buona occasione per farmi conoscere gente, così ha iniziato a cercare dei campi che non distassero troppo da casa. Ieri sera è tornata da lavoro con un sorriso a trentadue denti ed un volantino in mano. A caratteri cubitali la scritta "TENNIS OPEN DAY –TUTTI I RAGAZZI CURIOSI O APPASSIONATI DI TENNIS SONO I BENVENUTI AL BOULDIN CREEK TENNIS CLUB" ha annunciato cosa mi terrà occupato il sabato pomeriggio.

Decido di indossare dei jeans skinny scuri, una maglietta di marca ed una camicia a scacchi per il mio primo giorno. Mi trucco senza esagerare per coprire le imperfezioni e raccolgo i miei lunghi capelli in uno chignon disordinato. Direi che sono pronta per iniziare a scrivere questo nuovo capitolo della mia vita. Sperando che sia migliore del precedente.

La Bouldin High School è un edificio storico enorme. Ha sicuramente un bel po' di anni, però mantiene ancora la sua aria stoica. Appare davvero imponente in mezzo al verde della natura circostante che fa contrasto con la massa di studenti che si aggirano per il cortile. Questa visuale mi trasmette il pensiero confortante che tutto potrebbe davvero andare meglio a partire da oggi. E così sorrido, forse per la prima volta da quando sono qui. Posso farcela, non mi conosce nessuno. Posso scegliere di essere chi voglio. Varco l'ingresso circondata da liceali e mi dirigo nella segreteria che si trova subito all'entrata. L'anziana segretaria mi consegna gli orari e il numero di armadietto e poi mi fornisce le indicazioni per avviarmi alla prima lezione. Fortunatamente riesco a raggiungere l'aula senza perdermi. Faccio un respiro profondo ed entro a passo deciso in classe. Il volume delle voci si abbassa e molti occhi pronti a studiarmi si spostano nella mia direzione. Mi dirigo impegnandomi a tenere la testa alta verso un banco in fondo, colpita da un fremito improvviso che esprime la mia paura più grande: essere riconosciuta da qualcuno. Ma per qualche motivo ciò non sembra avvenire. Perciò mi permetto di stare tranquilla per adesso e tiro fuori il materiale dallo zaino. Il mormorio nella classe scompare improvvisamente all'entrata della professoressa. Deve essere alle prime armi a giudicare dall'età che dimostra. Indossa un lungo vestito a fiori di un giallo accecante, tale da richiamare l'attenzione di tutti quando passa.

"Buongiorno ragazzi. Sedetevi prego. Come avete visto oggi abbiamo un'importante novità, una new entry nella nostra classe..." lo dice con una enfasi che la ridicolizza, ed io spero inutilmente non si riferisca a me.

"Sophia Gray, alzati in piedi e fatti vedere!" Oh dio. Giuro che se in questo momento stessi guidando un furgone le converrebbe spostarsi dalla mia visuale. Un urlo di esasperazione riecheggia nella mia testa, odio questa prof senza nemmeno conoscerla. Essere al centro dell'attenzione è la seconda cosa che detesto di più al mondo. Con forze che non immaginavo di avere mi sollevo sulle gambe e una ventina di paia di occhi si spostano nella mia direzione. In questo momento vorrei decisamente scomparire. Essere in qualsiasi altro posto. Prego che non mi venga chiesto altro oltre alla provenienza e a come sono messa con il programma.

"Allora Sophia, perché non ci parli un po' di te? Da dove vieni? Come mai ti sei trasferita? Ti sei già ambientata qui ad Austin?" Mi sorride come se fossi una bimba che ha appena detto la sua prima parola. Sebbene una parte del mio cervello sappia che sta cercando di accogliermi nel migliore dei modi, non riesco a levarmi il pensiero che lo stia facendo solo perché si sente costretta. Parlare di me stessa e del mio passato è la prima cosa che odio di più. Tutti i miei compagni mi stanno fissando in attesa che io parli, per cui decido di farlo.

"Ehm, io... io sono di Dallas. Non mi sono ancora bene ambientata perché sono qui solo da pochi giorni. Se vuole sottopormi a degli esami riguardo la sua materia posso effettuarli anche oggi. Sono preparata e avanti con il programma di lettere. Ecco, questo è tutto." Accenno un sorriso sotto l'espressione un po' sconcertata della prof.

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