Detesto il freddo, più di ogni altra cosa.
Per la prima volta cammino lungo le strade della mia nuova città e non riesco a pensare ad altro che al fatto di non essere uscita con la giacca. Ero di fretta e non l'ho trovata, non che sia facile trovare qualcosa tra il 'Regno degli scatoloni', o anche ricordato come il nuovo appartamento dove ci siamo trasferite io e la mamma da una settimana. Prima di traslocare mi aveva detto che avremmo dovuto portare con noi solo il necessario. Giunte nella nuova casa, ci siamo accorte che quel necessario si è in qualche modo triplicato.
Con auricolari e musica ad alto volume per evitare il più possibile contatti con il mondo esterno, mi avvio verso quella che dovrebbe essere la via principale del centro città. Si tratta di un lungo viale ai lati del quale molte persone si affrettano a raggiungere la loro meta, altre vagano senza e si fermano a contemplare le vetrine dei negozi aperti qualche ora prima. Mentre cammino osservo sempre ciò che mi circonda. È interessante studiare le persone e i loro atteggiamenti e provare a guardare il mondo dall'esterno. Una ragazza dai tacchi alti e una pelliccia di qualche taglia in più si muove a passo svelto verso una Mercedes bianca scuotendo la coda alta vorticosamente. Sale e siede a fianco ad un uomo chiaramente più anziano di lei, che si china a darle un bacio. Lui sembra l'essere più felice della Terra; dagli occhi vitrei e spenti della ragazza capisco che per lei non sia lo stesso. Poi la Mercedes parte a tutta velocità lasciandomi con dubbi su cose che non mi riguardano.
Passo dalla fermata dell'autobus dove un'anziana signora a stento si regge in piedi tramite un bastone sbilenco mormorando "questo lunedì mattina non poteva essere più gelido". Un ragazzo seduto sul posto di attesa alla fermata la osserva per un momento con strafottenza, decide di non cederle il posto e poi forse se ne pente, a giudicare dal veloce guizzo che i suoi occhi compiono. Ma non può cambiare idea e stravolgere la propria facciata perché il suo amico, del quale tramite i risvolti delle maniche posso intravedere la pelle completamente rivestita da tatuaggi scuri, è lì a fianco a lui. Forse siamo spinti a compiere scelte sbagliate perché ci sentiamo costantemente sotto osservazione da parte degli altri. Mi accorgo di pensare troppo e distolgo lo sguardo, continuando a percorrere la via principale del centro. Pensare è presumibilmente la cosa che faccio più spesso e non a caso la mia mente è un caos in cui è facile perdersi, un disordinato
labirinto di riflessioni.
Finalmente arrivo in piazza ed entro nel primo market che trovo, acquisto le uova e gli altri alimenti richiesti da mia madre e mi dirigo verso la libreria più vicina a casa, orientandomi con internet. Mentre sorpasso un negozio di scarpe, scorgo il mio riflesso nella vetrina e distolgo subito lo sguardo. Alterno la mia vista tra il porticato lungo il quale sto camminando e il cellulare, grazie al quale non mi sono ancora persa. Mi ritrovo in pochi minuti davanti alla libreria ed entro.
I miei occhi si illuminano alla vista di tanti scaffali straripanti di libri colorati e diversi e la mia anima si quieta. La lettura è una delle poche cose che riesce a mantenermi in equilibrio. Tramite i libri riesco a salvarmi da me stessa, cosa affatto facile, e a tenere a bada i miei pensieri, ancora più difficile. L'altro mio punto di riferimento è il tennis: non riesco a farne a meno da qualche anno ormai. Lo pratico per svagarmi e liberare la mente, per concentrarmi su qualcosa e raggiungere obiettivi. Uno dei motivi a causa dei quali ho sofferto di più per il trasloco, è stato proprio dover lasciare questo sport per un periodo. Sono più che intenzionata a rimettermi in allenamento non appena riuscirò a trovare un campo poco distante da casa e otterrò l'approvazione di mia madre.
In preda all'entusiasmo che provo ogni volta che entro qui dentro, salgo le scale della libreria in fretta, quasi correndo, e scontro accidentalmente qualcuno.
Giunta al piano di sopra, scorgo una ragazza intenta a prendere un libro su un alto scaffale. Una cascata di treccine scure contorna il suo viso grazioso. Avrà come me diciassette anni, ma c'è qualcosa che mette noi due su piani completamente diversi: il suo cappotto nero ricopre una pancia molto gonfia. È incinta. Mi chiedo se compiendo questa scelta non abbia gettato via il proprio futuro. Io non mi sentirei affatto pronta, e spero vivamente che la decisione della ragazza sia stata frutto di una lunga e approfondita riflessione.
D'un tratto mi ricordo perché sono qui e mi avvio alla ricerca di un libro che possa accompagnarmi durante l'inizio di questo nuovo capitolo della mia vita. Mi piace sempre lasciarmi catturare da quelli che in qualche modo mi attraggono. Dopo mezz'ora di ricerca mi
dirigo con il prescelto verso casa.
Non appena varco l'entrata del Regno degli scatoloni, una dolce fragranza di qualcosa da poco sfornato mi invade le narici.
"Eccoti Sophi, dai vieni che è pronto". Il Regno è un attico di medie dimensioni al sesto piano di un edificio poco distante dal centro città. È costituito da un salone spazioso con pavimento in parquet scuro, due camere, una cucina e un bagno. Mia madre ama sbizzarrirsi con queste
cose di design, quindi la nostra abitazione è sempre impeccabile e ben allestita. Il pavimento e le grandi vetrate che illuminano l'ambiente conferiscono all'appartamento uno stile moderno, mentre le travi in legno in vista un aspetto più rustico. La parte che preferisco è la grande libreria bianca che divide la sala, posta sotto la finestra del soffitto spiovente. Entro in camera mia e mi cambio. Questo è l'unico luogo che la mamma mi ha concesso di sistemare completamente da sola. Sotto la parte più bassa del soffitto inclinato vi è la scrivania dello stesso colore delle travi e a fianco l'armadio a due ante. Intorno al letto basso sul parquet sono appese delle lucine a led d'arredo che amo accendere di notte, e poi ci sono due mensole su cui sono appoggiate delle cornici, qualche libro e la mia pianta di orchidea. Sopra la scrivania giace invece una grossa cartina geografica del mondo. Possiedo quella cartina da quando sono nata e mi tiene legata a diversi ricordi. Poggiata all'altra parete non può ovviamente mancare la libreria, e poi vi è uno spazio vuoto con delle corde di spago fissate, alle quali spero di poter appendere presto delle foto di nuovi ricordi. Per poco non inciampo sulla borsa della racchetta di tennis. Non ho ancora trovato un posto per quella perché nella vecchia casa non c'è mai stato bisogno. La usavo talmente spesso che era inutile metterla via. La afferro e sistemo dentro l'armadio. Spero che ritorni presto a
non avere un posto.
Sistemo quel che ho acquistato e siedo a tavola, apparecchiata per due persone. "Oggi sono andata a parlare col preside per la tua iscrizione... da giovedì potrai già cominciare la nuova scuola Sophi!" Esclama con un sorriso stampato in volto. Io, che sprizzo un po' meno allegria,
tento di pensare ad altro e a concentrarmi sul piatto che ho davanti.
"Sophia che hai? Non sei contenta di iniziare da capo? Era quello che volevamo entrambe." Il fatto è che avrei preferito non avere necessità di ricominciare da capo. Essere sola in un posto nuovo non è il massimo per una come me, ma d'altronde non sarebbe potuto andare
diversamente.
"Si si sono solo un po' spaventata" lei si sposta dai fornelli per venire
a sistemarsi accanto a me e cingermi in un abbraccio.
"So che non è facile doversi ambientare in un luogo che non conosci, ma puoi vederla in due modi: ti chiudi in te stessa e decidi che è una sfida già persa in partenza, oppure cogli l'opportunità per riscrivere quella parte della tua adolescenza che ingiustamente ti è stata strappata. Non è giusto quello che hai vissuto, ma il passato resta nel passato che ci siamo lasciate alle spalle, ora hai tutto il tempo per lavorare sul presente e scrivere il tuo futuro." Mi sorride ed io, lieta di
avere lei come madre, la stringo più forte.
La verità è che sono chiusa in me stessa già da troppo tempo.
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Lo spazio tra la polvere
Novela JuvenilSophia si è appena trasferita ad Austin, in un nuovo appartamento insieme a sua madre con la quale possiede un forte legame. È sola nella nuova scuola, decisa a non farsi notare per nessun motivo e pronta a scrivere un altro capitolo della sua vita...