Capitolo 2

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Adrien e Marinette entrano con disinvoltura in classe, dopo essere arrivati a scuola qualche minuto prima che la campanella decretasse l'inizio della lezione.
Alya chiede all'amica com'è andato il pomeriggio passato alzando ritmicamente le sopracciglia e aggiunge che Sabrina non è affatto male e che è stata molto collaborativa con la relazione.
Al sol nominare la parola relazione il corpo di Marinette inizia a essere percorso da brividi di terrore e subito si precipita da Adrien prendendogli il colletto della camicia "Dimmi che la relazione l'hai fatta tu." Le sue pupille sono dilatate e coprono quasi completamente il bellissimo color zaffiro delle iridi.
Adrien sente penetrargli fin dentro le ossa la delusione che sta per dare a Marinette, in quanto, nemmeno lui ha completato la relazione.
Il biondo sospira e le prende delicatamente le mani, gli occhi colpevoli di Adrien sono fissi su di lei "No." Dice semplicemente avvilendo la sua compagna di classe ancora di più.
Si sente in colpa e vorrebbe solo sparire inghiottito da una voragine fatta di fuoco incandescente, solo per non vedere la delusione e non leggere il dispiacere nei suoi occhi.
Marinette deglutisce e ritorna al posto con la testa abbassata, non aggiunge altro e sa che l'attende un brutto voto, ma è pronta a riceverlo e non può rivelare alla signorina Bustier che invece di eseguire il compito assegnato, lei è stata impegnata in un allarme akuma.
Ma qual è la scusa di Adrien?
Marinette continua a pensarci e più lo fa e più non le viene in mente niente.
Persino Chloé si è beccata una sufficenza  per merito di Max.
La corvina osserva l'ora e forse riescono a salvarsi, all'appello mancano ancora tre coppie compresi loro e tra cinque minuti al massimo la campanella decreterà la fine dell'ora per passare a quella di fisica.
Non le è mai andata a genio come materia, ma Marinette ora la preferisce a un'insufficienza sul registro.
La Bustier sta scorrendo con il dito gli ultimi nomi e chiama l'unica coppia che non è riuscita a scrivere il compito.
Marinette viene percorsa da brividi di terrore e si sente le gambe tremendamente pesanti, Adrien deglutisce e si prende la colpa per non aver terminato il compito.
La docente li guarda entrambi con gli occhi sbarrati dallo stupore, non può credere a quanto appena udito, cioè che due dei suoi studenti miglioni non hanno né iniziato e né completato il compito.
Chloé gongola al suo posto mentre si lacca le unghie di rosa, sogghigna e volge uno sguardo maligno verso i suoi compagni di classe.
"Non è il momento di scherzare, Adrien." Dice la professoressa invitandoli a uscire per esporre la relazione al resto degli alunni.
"Non stiamo scherzando." Ribadisce Marinette affranta e la Bustier è costretta a credergli.
Muove la labbra e le morde, non vuole mettere a loro un' insufficienza che inciderebbe negativamente sulla loro media, la docente sa che entrambi hanno una scusa plausibile per non aver completato il compito, ma non indaga oltre.
"Cos'è? Vi siete baciati tutto il pomeriggio per caso?" Interviene Chloé soffiandosi sulle unghie per asciugare lo smalto steso perfettamente.
Se esistesse una materia del genere, sicuramente Chloé avrebbe tutti dieci.
Adrien avvampa, mentre Marinette sente le orecchie andare a fuoco per la rabbia. Se solo quella spocchiosa viziata sapesse con chi sta parlando abbasserebbe subito la cresta.
È solo grazie a lei e a Chat Noir se Parigi è salva anche questa volta e lei può annusare l'aria che profuma di lavanda che arriva direttamente dalle campagne vicine.
"Oppure siete andati al parco e vi siete tenuti la mano come dei veri piccioncini? In ogni caso, farò personalmente una telefonata al signor Agreste per informarlo." Prende il telefono e s'incavola con Sabrina perché si è dimenticata di caricarlo.
"Non abbiamo fatto nulla di tutto ciò." Adrien prende la parola.
"E allora perché non avete fatto la vostra relazione?" Insiste la biondina con aria saccente, attirando su di sé gli sguardi indagatori degli altri compagni di classe.
Chloé sente i loro occhi puntarla come se fossero coltelli pronti ad affondare la propria lama nella carne.
Marinette è ancora impietrita e non può dire la verità senza compromettere la sua identità segreta.
Anche Alya la osserva con aria interrogativa e si chiede per quale motivo i due non hanno combinato nulla.
Eppure sono così diligenti e precisi se si tratta di compiti per casa.
"Non sono affari che ti riguardano." Risponde Adrien indurendo lo sguardo.
Comincia a odiare quel suo atteggiamento spocchioso e Adrien si chiede quando ha iniziato a comportarsi così, ma stando ai racconti di Marinette, lei si è sempre comportata in quella maniera.
"Certo che hai dei gusti pessimi se ti piace Dupain-Cheng." Sogghigna malignamente.
"Chloé!" La rimprovera la professoressa con diplomazia, per poi rivolgersi ai due ragazzi con aria dispiaciuta.
Non vuole assegnare un brutto voto, così la Bustier fa l'unica cosa sensata per dare loro il modo di rimediare.
"Vi fermerete dopo scuola a lavorare alla relazione e domani mattina la voglio sulla mia scrivania."
La campanella suona e Adrien volge uno sguardo verso Marinette, la quale annuisce e ringrazia la docente per l'opportunità.
Chloé irritata si avvicina al viso di Marinette "Ti è andata bene anche questa volta."
A salvare la situazione arriva inaspettatamente Lila, la quale poggia una mano sulla spalla della compagna.
"Sono in punizione, vedila così... Tu oggi potrai immergerti nelle riviste di moda e loro rimarranno qui."
Tutti i torti non aveva, Chloé si calma e alza il mento velocemente, poi prende la strada per dirigersi verso l'aula di fisica senza aggiungere altro.
*
Terminate le lezioni mattutine i due ragazzi salutano i compagni con aria mesta e si dirigono poi in biblioteca.
Adrien chiama il padre e gli dice che dovrà intrattenersi di più a scuola, ma non gli dice della punizione, o meglio non fa a tempo perché lo stilista è impegnato e riattacca dopo avergli dato l'ok.
Marinette, invece, riesce a parlare con la madre e a dirle la verità.
Sabine non è arrabbiata, anzi è preoccupata che la figlia stia bene, ieri sera era sprofondata in un sonno profondo.
"Sto bene, mamma." La rincuora "... Ci vediamo più tardi."
Adrien la guarda con invidia e pensa a quanto la sua famiglia è straordinaria, mentre la sua è del tutto inesistente.
Abbassa lo sguardo e si accomoda sulla sedia trascinandola all'indietro rumorosamente.
"Shhh...!" Fa la custode.
Allora Adrien si guarda attorno, ma la biblioteca è deserta, non sta disturbando nessuno.
Scolla la testa ma pensa che è inutile controbattere, anche perché la sua compagna di classe getta sul tavolo quattro tomi pesantissimi.
"Scusa." Dice lei in quanto i volumi le sono scivolati dalle mani sudaticce.
Adrien sorride e le sussurra qualcosa, giusto per non venire sgridato nuovamente.
Passano un paio d'ore e i due ragazzi riescono a terminare la relazione senza troppi intoppi.
Marinette pensa che Papillombre non si sia ancora ripreso dalla badilata presa tra i denti solo il giorno prima, quello prima ancora e quell'altro. Le viene da ridere e Adrien le chiede che cosa ci sia di divertente.
Lei annaspa e incespica sulle sue stesse parole, a volte le capita di mettersi a ridere a causa dei suoi pensieri facendola sembrare una pazza da rinchiudere in un manicomio.
"Mi piacerebbe avere il tuo stesso umore." Sospira e si rattrista.
"Mi è solo venuta in mente una cosa divertente e non sono riuscita a trattenere una risata."
"Puoi fare ridere anche me?"
Marinette si ammutolisce "No, mi spiace... Ma posso assicurarti che non è nulla che ti riguarda."
Adrien deglutisce "Capisco..." Anche Ladybug non può dirgli molte cose e ora anche Marinette sembra avere il suo stesso problema.
"Dai, non fare così..."
"Scusa, è solo che non sei la prima che non vuole parlare con me."
Tikki e Plagg osservano il tutto dall'alto di uno scaffale impolverato, ben attenti a non farsi scorgere da nessuno.
Marinette sussulta e un senso di disagio si fa largo in lei "N-no, non è così."
"E allora perché continui a evitarmi e zittirti quando sei con me?"
Adrien non capisce che Marinette non lo fa apposta, ma che è solo a causa dell'amore che prova per lui che le manca l'aria dai polmoni.
"I-io non ti evito." Abbassa lo sguardo per non mostrargli le gote arrossate.
"Ah, no?"
"Beh! Se c'è uno che mi evita quello sei tu..." Trova il coraggio di dire.
"Ma che dici, Marinette?"
Plagg si schiaffeggia la fronte con una zampetta mentre Tikki scuote la testolina in segno di negazione.
"Tu ieri te ne sei andato senza più chiamarmi e abbiamo finito per stare in punizione."
"Pensi lo abbia fatto apposta?"
"Che dovrei dire secondo te?"
"Ti avevo detto che mio padre mi aveva mandato un messaggio di ritornare con urgenza a casa."
Marinette stava per dire qualcosa che lo avrebbe sicuramente ferito e si ferma appena in tempo.
"Più urgente del compito che stavamo svolgendo?"
"Purtroppo sì." Se a Marinette salvare Parigi non sembra di vitale importanza, allora non sa che altro dire... Un momento, lui non glielo può dire!
Adrien ingoia il rospo e cerca un'altra giustificazione.
"Mi sono dimenticato di un servizio fotografico."
"Ah!" Esclama lei "... Ed è durato tutto il pomeriggio?" Domanda irritata puntandogli uno sguardo truce, lo stesso di Ladybug quando si arrabbia o è in collera con lui.
"Sì." Risponde secco indurendo lo sguardo.
Adrien non ci sta a prendersi tutta la colpa anche se effettivamente lo è, ma almeno lei poteva tirarsi avanti con la relazione e non battere la giacca, del resto lui era impegnato a salvare anche le sue di chiappe.
"Avresti potuto chiamarmi e avvisarmi."
"Quando sono tornato a casa ero stanco morto, scusami."
"È tutto qui quello che hai da dire?" Marinette nemmeno si accorge di urlare e agita le mani in aria.
"È la verità..." Poi Adrien cambia espressione "... E tu? Perché non mi hai più chiamato?"
La corvina sussulta "Aspettavo te!" Ma non è vero, in quanto una volta arrivata a casa era crollata in un sonno profondo.
"Non hai una scusa migliore?"
"Senti... Non sei l'unico pieno di impegni, sai?"
"Tu non sai nulla di me!" Esclama lui corrugando la fronte.
"Se è per questo nemmeno tu." Ribatte lei incrociando le braccia attorno al petto.
"Bene."
"Bene."
Passano alcuni secondi in cui ognuno di loro sembra aver sbollito la rabbia, dovuta al fatto che non possono essere sinceri con l'altro.
Adrien stringe i pugni lungo i fianchi pronto a scusarsi con la sua amica, ma lei è ancora accecata dalla rabbia.
Essere Ladybug comporta enormi sacrifici e non potersi confidare con qualcuno la sta mandando fuori di testa.
"Non è facile essere nei miei panni, Marinette. Ho un' esistenza piena di impegni e lo sai che mio padre ci tiene che li rispetti tutti."
"Parli come se gli altri non ne avessero. Se è per questo non è semplice vestire nemmeno i miei di panni."
"Tu hai una vita facile, Marinette."
"Scusa? Lo sai che potrei sentirmi offesa per questa tua affermazione? Lo dici come se non contassi niente."
"Non intendevo dire questo e lo sai..."
"Ah, no? Allora che cosa, spiegami!"
Ora l'ha fatta arrabbiare e Adrien deve subito rimediare, in ogni caso è vero che non intendeva offenderla, il coetaneo è solo geloso di come vive la sua vita Marinette.
Adrien e Marinette sono l'uno di fronte all'altro, si scrutano nel profondo e non si perdono di vista.
I loro sguardi sono duri e il cuore in petto gli sta scoppiando.
Marinette è un bollitore pronto a scoppiare e lo stesso Adrien. Non sono arrabbiati con l'altro, ma è tutto colpa delle loro vite monotone e ripetitive. Hanno un desiderio inconscio che scoppia nello stesso identico momento.
"VORREI CHE TU FOSSI ME!" Urlano all'unisono liberando l'anima da un peso.
Senza capire come sia possibile una cosa del genere, una nube dai toni rossi e verde li avvolge trasporatandoli in aria circondati da un calore immenso che esplode poco dopo facendoli precipitare a terra.
*
Continua

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