Capitolo 8

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Gabriel concede al figlio un'ora di libertà dopo le lezioni di scherma e quest'ultimo ne approfitta per vedersi con Marinette quel pomeriggio e aggiornarsi su quanto accaduto nelle rispettive case nei giorni scorsi, così lo stilista può dedicarsi alla sua missione senza avere il figlio tra i piedi.
Adrien ha un ché di strano e non vuole rischiare che la sua esuberanza appena dimostrata gli faccia commettere un passo falso e mettere così a repentaglio la sua identità segreta.
Perciò decide di assecondarlo e recitare la parte del padre apprensivo e benevolo.
Una parte che aveva represso una volta venuta a mancare Emilie a causa della sua smania di mettere mani sui Miraculous di Ladybug e Chat Noir.
Gabriel ama Adrien più di ogni altra cosa al mondo e più di una volta è stato sul punto di vuotare il sacco con lui, preferendo però tacere per non turbarlo. Con sommo dispiacere di Nathalie, la quale vuole che tra lui e il figlio non ci siano segreti.
Una volta espresso il suo desiderio tutti si sarebbero dimenticati di Papillombre e loro tre finalmente sarebbero stati insieme. Come una famiglia.
Lui avrebbero riavuto, finalmente, Emilie.
Adrien sua madre.

E' solo questo che conta.
"L'autista ti verrà a prendere davanti a scuola, non fare tardi." Mormora Gabriel prima di chiudere la porta del suo studio, ma Adrien gli corre incontro abbracciandolo.
"Ti voglio bene, papà."
Con gli occhi lucidi, il biondo si allontana da casa, forse la sfuriata del pomeriggio precedente ha dato i suoi frutti, che raccoglie con sommo entusiasmo e vittoria.
Ma non c'è tempo per pensarci troppo, è quasi ora di scherma.
E per la cronaca, è stato Adrien all'interno del corpo di Marinette a prendere parte all'allenamento pomeridiano cercando di mimetizzarsi come meglio poteva all'interno della divisa.
Grazie a dio, Kagami è risultata assente, altrimenti lo avrebbe subito smascherato.
Al termine della lezione, i due ragazzi si sono allontanati e appartati in un posto tranquillo, lontani da occhi e orecchie indiscreti.
Il parco dietro casa di Marinette è sempre stato un luogo poco affollato e trovare riparo e tranquillità all'ombra dei suoi alberi non fu affatto difficile.
"Allora? Come te la passi? Mamma e papà ti stanno opprimendo?" Chiede innocentemente.
Marinette sogghigna "No, al contrario. Si vede che ti amano molto."
"A volte io mi sento soffocata dalla loro manifestazioni d'affetto." Incalza sospirando sonoramente.
"Non dovresti... Magari io ne ricevessi un quarto." Dice Adrien con una punta d'amarezza, rabbuiandosi.
"Diciamo che tuo padre non è proprio il tipo da baci e abbracci, ma a suo modo ti vuole bene." Marinette cerca di spezzare una lancia in favore di Gabriel.
"Lo so, è solo che ogni tanto mi piacerebbe che si ricordasse che esisto." Adrien alza gli occhi blu al cielo e subito gli saltano alle mente vecchi ricordi, sereni, e che gli scaldano il cuore.
"Immagino..." Ma per questo lei ha già attuato un piano a sua insaputa. Adrien ha bisogno di tutta la felicità del mondo.
"Mi dispiace per ciò che stai passando."
"A me dispiace per te, Adrien. Non meriti di essere invisibile agli occhi di tuo padre." Marinette omette il fatto che quella mattina Gabriel abbia fatto colazione con lei, sarà una sorpresa per quando tornerà tutto alla normalità.
"Ma basta parlare di mio padre, altrimenti mi deprimo..."
Poi a Marinette sale alla mente un piccolo particolare, ma a dire il vero non voleva tirare fuori l'argomento per  imbarazzarlo. "Co-com' è andata la visita?"
Adrien, nel corpo della sua migliore amica, deglutisce visibilmente e una goccia di sudore gli solca la tempia per la vergogna.
"Possiamo parlare d'altro?" Dice spalancando gli occhi blu.
"Oh, no! Questo significa che mi hanno trovato qualcosa di grave?" Adrien cambia radicalmente espressione e per poco non si mette a piangere "Morirò... non è così?"
"N-no" Risponde la bocca di Marinette imbarazzata stringendo le mani in due pugni.
"E allora cosa?" Insiste con prepotenza.
Marinette alza gli occhi al cielo e sospira, poi si porta una mano sulla fronte.
"Ti prego."
Marinette vede il volto che appartiene a lei diventare rosso come un peperone, segno che la sua piccola vendetta è stata attuata. E può anche percepire un leggero fumo che le esce dalle orecchie.
Sogghigna e poi scoppia a ridere del tutto perché non riesce a trattenere una risata, diradando la rabbia che le stava montando.
"Non ridere." Dice lei cercando di trattenersi per non dargli corda.
"A parte gli scherzi. È tutto apposto?" Anche Adrien avvampa all'inverosimile, del resto si tratta sempre del suo apparato riproduttore.
"Sì... Mi ha posto delle domande imbarazzanti e spero solo di aver risposto bene." Balbetta volgendo lo sguardo da tutt'altra parte.
"Del tipo?" Fa lei curiosa.
Ecco il tipo di questioni che non voleva affatto affrontare.
Marinette vede Adrien deglutire a causa dell'imbarazzo.
"Mi... Mi ha chiesto se sono ve-vergine."
"Oh! E tu che hai risposto?"
"Di no..."
Marinette sbarra gli occhi verdi.
"... Cioè, sì. Scusami." Si corregge poi accorgendosi della gaffe.
"Hai-hai risposto giusto." Dice sempre più cremisi abbassando lo sguardo che si va a posare sulla punta delle scarpe maschili.
"Pensavo che con Luka... Sì, insomma... Ci sei stata insieme..." Quella è più curiosità che altro, ma il sapere che Marinette e Luka non avevano consumato quando stavano insieme gli sollevò il morale e alleggerito il cuore.
"Ci siamo frequentati solo per poco tempo e..."
"Ok, ok, non serve che mi dici altro. Ti credo."
"La verità è che non lo amavo, quindi non so se me la sarei sentita di andare fino in fondo. Non fraintendere, Luka è un ragazzo d'oro..." Pronuncia la bocca di Adrien in un soffio osservando dritto davanti a lui le fronde degli alberi che si muovono lente e sinuose mentre vengono sospinte da un leggero alito di vento.
"E allora perché ti sei messa insieme a lui?" Gli chiede d'istinto.
'Per dimenticarti' o 'Perchè tu stavi con Kagami' . Avrebbe voluto dirgli, ma ripiega in un semplice "Perché pensavo di sì."
"Se posso essere sincero, nemmeno io ho mai amato Kagami. L'ho fatta soffrire inutilmente e non c'è cosa peggiore che leggere la delusione negli occhi di una persona cara."
"Hai ragione... Però pensavo ti piacesse, me lo hai anche confessato. Ti ricordi il giorno in cui siamo andati a pattinare sul ghiaccio?" A Marinette iniziarono a brillare gli occhi a quel ricordo. E fu quella volta che sperimentò per la prima volta la parola gelosia, e vedere Marinette tra le braccia amorevoli di Luka gli scombussolò le viscere.
Ma Adrien non è stato in grado di dare un nome a tutto questo subito, solo lo scorrere del tempo glielo fece capire e orientare il suo amore e affetto verso la compagna di classe, anche se, i suoi occhi sono ancora offuscati per i sentimenti che prova per Ladybug, ovvero il suo alter ego.

Il solo sapere che in qualche modo l'avesse violata o solo toccato quel corpo mozzafiato che nemmeno lui ha il coraggio di accarezzare, nonostante potrebbe benissimo farlo, lo aveva fatto impazzire.
"E come potrei scordarmelo... Avevamo avuto anche una piccola discussione io e te."
Marinette si sente pervadere dalla vergogna, ricorda benissimo quel giorno e il litigio avuto con il suo alter ego a causa del suo caratteraccio.

Se solo avesse saputo che dietro la maschera di Chat Noir c'era lui, forse si sarebbe comportata in modo completamente diverso.

"Però ci siamo chiariti, come sempre." Continua lui con aria sognante e innamorata.
"Quello sì... le incomprensioni tra noi sono state molteplici, e spesso sempre per colpa mia e della mia impulsività... devi scusarmi, ma non ho mai avuto uno spasimante e non pensavo che certi tipi di attenzioni mi infastidissero." Spiega in maniera calma.

"Colpa mia... sono cresciuto con mio padre che corteggiava sempre la mamma e a lei piaceva, pensavo solo..." Dice con una punta d'amarezza "... ci si dovesse comportare così, ma è chiaro che non siamo tutti uguali. E non tutti apprezzano."
"No, non è questo è solo che..." 
"È solo che?"
"Niente... Una cosa stupida."
Marinette è sul punto di confessargli il suo amore per lui, ma qualcosa la frena, forse quella situazione ambigua, lei nel corpo di lui, lui nel corpo di lei, così cambia radicalmente discorso.
"Tikki si sta comportando bene con te?" Non che nutra qualche dubbio a riguardo.
Marinette arriccia le labbra in segno di disappunto in quanto voleva capire quali sono i sentimenti suoi ora che gli altarini si sono scoperti, ma è chiaro che non riesce a parlarne.
"Sì, è un'ottima consigliera... e se sei preoccupata per lei, non devi. Te la sto trattando bene." Ammicca.
Adrien trasalì "No, no. Non intendevo dire questo."
"E Plagg?" Chiede poi lei.
"È Plagg.." Incalza lui sorridendo. "... a volte ha dei modi un po' bruschi, ma lo adoro."
"Impossibile non amarlo." Dice Marinette con una punta malinconica, in quanto il suo kwami brontolone le manca molto, ma Tikki sa come sopperire a questa mancanza momentanea.
Poi guarda l'orologio e si alza in piedi di scatto, ancora cinque minuti e l'autista sarebbe stato nel punto dell'incontro.
"Devo andare." Fa lui con la mano alzata.
"Hai impegni?" Chiede curiosa.
"Sì, tuo padre mi ha concesso un'ora prima del servizio fotografico."
"Vuoi qualche dritta?"
"No, me la saprò cavare." Dice sorniona alzando un sopracciglio biondo.
"Lo so, Milady."
Quest'ultimo nomignolo gli fa frenare il passo allungato che sta tenendo per raggiungere il prima possibile il gorilla.
"Dovremo parlare anche di questo una volta che questa storia sarà finita, Chaton."
Marinette vede le sue labbra arricciarsi e il volto diventare più pallido del solito.
"Lo so." Dice mesta realizzando che dovrà rinunciare al suo Miraculous e a Plagg, ma c'è un'altra cosa che Adrien non vuole fare, ovvero riappropriarsi del suo corpo e della sua vita.
Sta troppo bene a casa di Marinette e i suoi genitori gli stanno dando tanto di quell'affetto che gli fa ringraziare Dio per essere nato.
Ma Adrien è anche consapevole che quella non è la sua vita, ma quella della ragazza che ama e lei ha tutto il sacrosanto diritto di essere felice e circondata dall'amore e dall'affetto che merita.
Adrien si sente un ladro per avergliela rubata e farla vivere nella tristezza e malinconia.
"Ma ora pensiamo a ritornare nei nostri corpi, ok?"
Marinette in realtà non ha mai pensato a cosa fare una volta che tutto fosse tornato alla normalità.
Lei manterrebbe il titolo di guardiana anche se rinunciasse a Tikki, ma Adrien? Che ne sarebbe di lui? Marinette non se la sente di portargli via anche quell'unico sprazzo di vera libertà che ha quando si trasforma in Chat Noir, ma è anche vero che non può conoscere l'identità di Ladybug.
Questa è davvero una situazione difficile e una scelta che non se la sente di fare per il momento.
Adrien è tutto per lei e non si sognerebbe mai di prendere una decisione che lo facesse soffrire...
Sospirando chiude la portiera e l'autista avvia la macchina verso il set fotografico, magari sarebbe riuscita a svariate un po' con la mente e a non pensare ai Miraculous, Papillombre e Adrien.
*
Continua

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