Capitolo 4

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Un ringraziamento speciale va alla dolcissima LUCY del gruppo Telegram 'Miraculous Fanfiction' di cui vi lascio il link di seguito, per il meraviglioso disegno che trovate a fine capitolo.

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Adrien e Marinette si trovano ancora nella biblioteca della scuola a parlare con i loro rispettivi kwami per vedere di trovare una soluzione radicale al loro problema.
Ma le due entità non conoscono una qualche formula magica per accelerare il processo di inversione, e ne sono affranti per questo.
Invece Adrien e Marinette sono furibondi con i due esseri magici.
"Se non trovi una soluzione ti puoi scordare il tuo formaggio, Plagg." Dice Adrien incrociando le braccia al petto e nel farlo sente qualcosa ostacolare il gesto, ovvero il seno della sua compagna di classe.
Avvampa e solo ora realizza che per tutta la settimana avrebbe avuto a che fare con un corpo femminile.
E che corpo, aggiunge mentalmente.
Lui non è molto esperto in materia e il sol pensiero gli fa contorcere le viscere e seccare la bocca per l'imbarazzo.
Non vuole fare qualcosa che implicherebbe una violazione della sua intimità e non ha intenzione nemmeno di approfittarne per esplorare mondi di cui sì, conosce l'esistenza, ma mai toccato con mano, se non visti in qualche immagine delle riviste.
E solo per puro caso.
È anche vero che non può però fare finta di nulla e prima o poi gli capiterà di espletare un bisogno fisiologico o farsi una doccia, ad esempio.
"Non oserai!" Esclama Plagg spalancando gli occhi e corrugando la fronte, dirigendosi sparato davanti al suo viso, costringendolo a incrociare lo sguardo blu che qualche attimo prima apparteneva alla sua compagna di classe.
"Voi ci avete cacciati in questa situazione e voi la risolverete. Non ho intenzione di stare una settimana in questo... corpo!" Lo dice come se lo disprezzasse e questo indispettisce di non poco Marinette, la quale inarca un sopracciglio per l'angheria appena subita.
"Che cosa vorresti dire... che faccio schifo?" Incalza offesa avvicinandosi al suo corpo in mano ora a quel gattaccio spelacchiato.
"N-no... al contrario. E' solo che non so se saprò trattarlo al meglio." Si giustifica prima che la mano mossa da Marinette non gli scocchi uno schiaffo gettandolo dalla parte opposta della stanza.
Marinette inarca il sopracciglio biondo "Se è per questo anch'io dovrò rimanere una settimana dentro di te... credi che per me sia una passeggiata?" Domanda acida.
"No, hai ragione... non sarà facile essere me!" Conferma lui accarezzandosi i capelli corvini e nel compiere il gesto slega uno dei due codini.
"Mi credi così incapace, Adrien?" Continua lei stringendo un pugno, eppure dovrebbe sapere che è capace di cavarsela in qualsiasi situazione, anche se con l'aiuto del Lucky Charm.
"Per prima cosa dovresti rivolgerti a me con il nome di Marinette, giusto per iniziare a prendere confidenza... e comunque no, come sempre sarai all'altezza della situazione." Abbozza un sorriso e gli mette le mani sulle spalle con la solita spavalderia.
"Lo spero... e forse faremo bene a darci qualche dritta a riguardo, anche perché Tikki e Plagg non posso fare nulla per noi nell'immediato."
"Ce la caveremo, Milady." I due ragazzi si abbracciano per confortarsi a vicenda e Marinette crolla in un pianto disperato.
"Ehi... non fare così!" Dice con voce soave alzandogli il mento con due dita "... per due motivi: il primo è che Tikki e Plagg ci hanno detto che la questione è risolvibile nel giro di una settimana e secondo... non sono abituato a vedermi piangere."
Marinette cerca di darsi una calmata e si stacca da lui velocemente "Scusami... è la tensione."
"Lo so, e non te ne faccio una colpa. Ma dovrai riuscire a non controllarle quando sarai al cospetto di mio padre, anche se potrebbe fare o dire cose che ti ferirebbero."
"Davvero?"
"Lo sai che non lo vedo quasi mai... ma forse sarà un bene per te." Lo dice con una punta di amarezza mentre si inumidisce le labbra.
A Marinette improvvisamente si stringe il cuore, soprattutto per il modo malinconico in cui pronuncia quella frase, ma la ragazza è convinta di poter cambiare il signor Agreste e al momento a lui non vuole dire nulla per non infondergli false speranze.
"Riuscirò a sopravvivere. Non è la prima volta che lo affronto, ti ricordi che sono venuta a casa tua e l'ho convinto a mandarti a New York?" Dice fiera del suo operato.
Adrien sorride ricordando con calore quel momento e di come la sua migliore amica si era rivolta al padre con determinazione e senza alcuna paura nei suoi occhi.
"Sei stata grande."
"Anche se non mi pareva ne fossi felice, ma ora capisco perché. Ti avevo chiesto di badare a Parigi in mia assenza e invece inconsapevolmente ti ho portato via." Ora ogni tassello di quel puzzle intricato trovava il suo giusto posto, eppure sarebbe bastato così poco per capirlo, ma gli occhi a volte non ci fanno vedere ciò che vogliamo, celando cosi la verità.
"Avevo un piano in caso Parigi fosse stata sotto attacco, ma una serie di circostanze non mi hanno permesso di tornarmene a casa e proteggerla come ti avevo promesso." Dice con una punta di imbarazzo abbassando lo sguardo.
"Ormai non ha più importanza. Però ti chiedo scusa se ho esagerato." Marinette si morde il labbro inferiore e abbassa lo sguardo, anche lei ha la sua parte di colpa in tutto ciò.
Adrien di rimando le sorride e le dice di non preoccuparsi e che ormai è acqua passata.
"Sei stato sempre indulgente con me anche quando non me lo meritavo."
Tikki e Plagg assistono alla scena, ma non dicono nulla, si guardano e si fanno l'occhiolino; non è nemmeno passata un'ora e i due ragazzi hanno già imparato la lezione.
Sì, perché se c'è una cosa che ha innescato tutto il processo e il potere dei due kwami, sono state proprio le accuse reciproche, una sorta di punizione e giusto per far capire a loro che in realtà non c'è una vita meno importante o più impegnativa dell'altra.

Nei suoi panniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora