Quando la vita ti vuole fottere,
o lo fa per bene o non lo fa proprio.
Aveva chiaramente deciso di fottermi.
In tutti i modi possibili.D E S T I N Y
Per la prima volta dopo non so quanto tempo mi svegliai con la luce del sole che si scontrava sulle mie palpebre serrate. Non abituata, mi rotolai sul letto, il più confortevole che avessi mai testato, emettendo un grugnito di fastidio e di piacere al tempo stesso.
Al principio mi godetti quel momento così estraneo per me, cercando anche di riaddormentarmi. Se questo era un sogno, dal canto mio, poteva benissimo durare in eterno.
Subito dopo, però, la realizzazione arrivò, cacciando via tutti quei pensieri positivi.
Ero su un letto? Impossibile.
Colta improvvisamente dal panico, mi destai completamente e in un secondo mi ero seduta su quel materasso comodo, guardandomi intorno nella stanza col respiro pesante, pregando con tutta me stessa che non fosse la mia.
Ma non era la mia stanza. Non ero a casa mia.
Il sollievo di quella consapevolezza non durò a lungo. Anzi, tutto il contrario. Terminò fin troppo presto. Per un istante avevo sperato che quello fosse solo un incubo, che papà mi sarebbe presto venuto a cercare prima di mia madre.
Ma non fu così.
Perché quello che stavo vivendo non era né un incubo né tanto meno un sogno, ma la realtà. Ero scappata di casa. Ero corsa nel bosco. Avevo trovato una baita in cui nascondermi.
Solo che, adesso, non mi trovavo in quella baita.
Il solo pensiero mi fece paralizzare, poi il mio corpo agì per conto suo, separato dal mio cervello. Col cuore che aveva preso a battermi con insistenza mi ritrovai in fretta fuori dal letto, e studiai l'ambiente, soffermandomi sui dettagli.
La camera in cui mi ero svegliata era sfarzosa e tutt'altro che piccola. Il letto enorme al centro era ricoperto da coperte fin troppo raffinate comparate allo squallore a cui ero abituata.
La mia mente divenne ancora di più offuscata e confusa, se possibile.
Se non ero a casa mia e non ero nella baita, allora dove cazzo ero?
L'ultima cosa che rammentavo prima del mio risveglio era la mia uscita per raccogliere la legna. Ricordavo di aver ritrovato quasi subito la strada di ritorno con una strana sicurezza, ma i miei ricordi erano bloccati al momento in cui avevo aperto la porta della capanna.
Ero svenuta?
O forse mi avevano finalmente ucciso e ora mi trovavo all'inferno o in paradiso?
Forse sarebbe stata la cosa migliore.
Serrai le palpebre, scacciando via quei pensieri. Sebbene sarebbe stato una buona alternativa, sapevo riconoscere la realtà dei fatti. Mi pizzicai il braccio fino a farmi lacrimare gli occhi, tanto per testare la veridicità di quel momento.
Non ero morta. Ero maledettamente viva.
Ma cosa non stavo ricordando?
Grugnii, sentendo la frustrazione crescere. Dovevo farla finita con le domande alle quali non potevo dare una risposta, perché sarebbe stata una perdita di tempo. Era necessario che cominciassi a ragionare e, soprattutto, ad agire.
Ovunque fossi finita dovevo assolutamente scappare, a qualsiasi costo, di nuovo.
Mi sarei trovata un ulteriore posto, ancora più abbandonato del precedente, e infine sarei andata di paesino in paesino, lavorando di qua e di là per racimolare qualcosa, ma continuando a nascondermi dagli occhi di tutti.
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Inevitably Yours
VampireNemmeno il ritorno del più temuto serial killer del continente può fermare il destino. Destiny Wright si vede costretta a fuggire di casa non appena la propria vita le si frantuma davanti agli occhi e cade come cocci rotti attorno al suo cuore già t...