1 • Correre

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⚠️ TW: pensieri depressivi.

Puoi fuggire dal passato,
ma non puoi evitare il futuro.

D E S T I N Y

Correre e scappare.

La mia mente si stava fossilizzando su quell'unico comando da un tempo che mi pareva ormai infinto. Il mio cervello mandava continui impulsi alle gambe, le quali, vista l'esigenza, continuarono a muoversi aumentando la loro velocità ogni secondo che passava.

Avevo perso il conto del tempo che scorreva. Il mio corpo, a questo punto, aveva preso a muoversi da sé e la corsa frenetica che stavo compiendo era diventata quasi automatica. Non sapevo da quanto stessi scappando, erano passate forse delle ore, ma non potevo fermarmi.

Dovevo assolutamente proseguire.

Tutto il mio organismo doleva terribilmente, ma nemmeno le fitte che percepivo terribili mi avrebbero fermata. Anzi, in quel momento così fatidico e cruciale mi spronavano a dare di più. 

Ad affrettarmi, prima che fosse troppo tardi.

Le gambe erano indolenzite, il fiato mi si accorciava sempre di più e il cuore mi batteva all'impazzata, ricordandomi ad ogni singolo battuto la sofferenza subita e che sentivo dentro, impregnata nel profondo. Una sofferenza che avrei tanto voluto dimenticare, ma che sarebbe rimasta con me per sempre.

Non ne potevo più di vivere nell'ingiustizia e nel dolore. E non ne potevo più nemmeno di correre, ma dopo tutto questo tempo di patimenti e silenzi, era giunto finalmente il momento di prendere in mano la mia vita.

E questo, per una come me, significava scappare persino dalla vita stessa, la quale mi aveva procurato solo male, ferite e cicatrici indelebili.

Ero affaticata e ad ogni passo compiuto percepivo le mie energie abbandonarmi. Ogni albero che oltrepassavo in quel fitto bosco, così distante dalla città alla quale avevo detto addio per sempre, significava la parola fine.

Nonostante la mia buona volontà di proseguire e di mettercela tutta, non avrei resistito ancora per molto. Tanto valeva che qualche predatore, un animale feroce o persino un cacciatore, mi trovasse impreparata e troppo affaticata per combattere, così da potermi sbranare e uccidere senza troppi problemi e resistenze.

In quel momento avrei accolto la morte con immenso piacere. Perché, se così fosse stato, non avrei mai più dovuto sentire quel dolore lancinante ovunque nel mio corpo esausto, ma soprattutto nell'anima già ridotta in mille pezzi.

A volte l'idea di mettere la parola fine definitivamente era una grande prospettiva.

Lasciare questo mondo crudele, che non mi aveva mai voluto bene nemmeno a scherzare e che mai mi aveva accolta tra le sue braccia, sarebbe stato un sollievo immenso.

Ma arrendermi non faceva parte della mia natura. Dovevo fare tutto il possibile per allontanare quei pensieri dalla testa, benché fossero ormai ben radicato dentro di me, ben impressi con un pennarello che si era fatto indelebile.

Eppure dovevo riuscirci. Se non per me stessa almeno per lui.

Il mio cuore fremette dolorosamente quando nella testa mi riapparve la sua figura, l'espressione sul suo volto irriconoscibile ai miei occhi. Quel ricordo tremendo mi fece fermare di colpo e mi ritrovai dietro ad un tronco massiccio.

Colsi l'occasione per recuperare l'ossigeno e per guardarmi intorno, frenetica e spaventata, al fine di osservare ogni cosa che mi circondava, sperando nel frattempo che fossi ancora da sola.

Inevitably YoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora