2 • La baita in mezzo al bosco

80 16 60
                                    

A volte è il caso, a volte è il destino.
Ma sai riconoscere la differenza?


D E S T I N Y


Pensavo di conoscere il significato del terrore.

Ci avevo convissuto per così tanti anni che era diventata una sensazione tanto familiare a tal punto che ormai non mi sorprendesse più. Al contrario, per me era una novità non averne.

Eppure, in quel momento, concentrata nella mia fuga e volendo scappare dal mio passato tanto orribile, l'angoscia mi aveva paralizzata completamente, proprio perché inaspettata.

Pensavo di essere salva, ma era stato stupido da parte mia anche solo pensarlo, perché non lo sarei mai stata veramente.

La mia unica salvezza ormai non esisteva più.

Mille ipotesi si susseguirono nella mia testa, la prima delle quali che qualcuno mi avesse scovato. Che mi avesse seguito silenziosamente, senza che me ne rendessi conto, per poi attaccare quando ero nel mio momento più vulnerabile.

Che mossa stupida, Destiny, non è da te.

Cacciando giù lo spavento che mi aveva fatto pietrificare sul posto, tentai di muovere un piede in avanti, ma non ci riuscii. Era come se una forza esterna al mio corpo si stesse prendendo gioco di me, tenendomi ferma e impedendo ogni possibile via di fuga. Anche la mia respirazione pareva essersi annullata tutta d'un tratto.

Ero sola, nel bel mezzo del nulla, stanca e spaventata, senza un posto dove andare e con qualcuno alle calcagna pronto ad uccidermi o a catturarmi.

No, non qualcuno. Uno dei suoi uomini.

Sicuramente lo aveva spedito al mio inseguimento.

Lo sentii ancora, questa volta più chiaramente. Questa volta non fui impreparata. Basandomi sulle mie conoscenze, rimasi immobile. Adesso non era la paura a farmi stare ferma, ma il mio modo per analizzare la situazione. Calmai il respiro e mi concentrai sull' udito.

Ero sempre più sicura che quello fosse il suono di passi, ma non provenivano da dietro di me. Erano leggeri e udibili a stento, ma io li sentivo e sapevo che fosse grazie all'allenamento al quale mi ero sottoposta negli anni. Pareva che qualcuno stesse correndo fin troppo velocemente nel bosco e poi, all'improvviso, un latrato.

Era un animale?

Magari stava scappando da dei cacciatori?

Assottigliai gli occhi e l'irritazione prese subito il sopravvento, seguita da un sospiro di sollievo.

Mi ero presa quello spavento solo per un animale?

Per un millesimo di secondo, presi in considerazione l'idea di andare a controllare. Se davvero erano cacciatori di animali, magari avrebbero potuto aiutarmi, indicarmi una direzione, darmi qualche arma.

Ma mi ripresi all'istante. Ero sola al mondo, finalmente indipendente. Senza di lui, non potevo fidarmi di nessuno.

Nemmeno di me stessa.

Anche quel pensiero non mi fu del tutto nuovo. Non avevo mai avuto un buon rapporto né col mio corpo, né col mio carattere, e né tantomeno con la mia mente. In me non c'era assolutamente niente di buono, niente di cui fidarsi.

Inevitably YoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora