Preparazione alla battaglia

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I must've dreamed a thousand dreams
Been haunted by a million screams
But I can hear the marching feet
They're moving into the street
Now did you read the news today?
They say the danger's gone away
But I can see the fires still alight
They're burning into the night
There's too many men, too many people
Making too many problems
And not much love to go 'round
Can't you see this is a land of confusion?
This is the world we live in (oh, oh, oh)
And these are the hands we're given (oh, oh, oh)
Use them and let's start trying (oh, oh, oh)
To make it a place worth living in
Oh, Superman, where are you now
When everything's gone wrong somehow?
The men of steel, the men of power
Are losing control by the hour
This is the time, this is the place
So we look for the future
But there's not much love to go 'round
Tell me why this is a land of confusion
This is the world we live in (oh, oh, oh)
And these are the hands we're given (oh, oh, oh)
Use them and let's start trying (oh, oh, oh)
To make it a place worth living in
I remember long ago
Oh, when the sun was shining
Yes, and the stars were bright all through the night
And the sound of your laughter as I held you tight
So long ago
I won't be coming home tonight
My generation will put it right
We're not just making promises
That we know we'll never keep
Too many men, there's too many people
Making too many problems
And not much love to go 'round
Can't you see this is a land of confusion?
Now this is the world we live in (oh, oh, oh)
And these are the hands we're given (oh, oh, oh)

Use them and let's start trying (oh, oh, oh)
To make it a place worth fighting for
This is the world we live in (oh, oh, oh)
And these are the names we're given (oh, oh, oh)
Stand up and let's start showing (oh, oh, oh)
Just where our lives are going to
L

and of Confusion, Genesis

     Il nostro gruppo arrivò in un campo, una distesa di prato nascosta dietro gli alberi frondosi del bosco, che creava un angolo appartato e sicuro dove potevamo concentrarci sulla preparazione. 
     Ogni membro del team lavorava insieme per costruire le proprie armi, e l’atmosfera era carica di frenesia. Eddie, Dustin e io avevamo il compito di martellare dei chiodi su alcuni coperchi di bidoni della spazzatura, trasformandoli in scudi improvvisati.
     «Com'è?» chiese Dustin, mentre completavamo l’ultimo scudo. Eddie lo prese e iniziò a maneggiarlo con teatralità, facendolo roteare come se fosse un trofeo di guerra. «Leggero, ma robusto» dichiarò con enfasi, come se fosse un critico teatrale. «Letale, ma affidabile».
      Il tono drammatico e l’espressione facciale di Eddie provocarono una risata sia in me che in Dustin. Eddie continuò a recitare con lo stesso slancio e la sua performance diventò sempre più esagerata. «Statemi ad ascoltare. Non ci sarà più nessuna ritirata…» Brandì lo scudo con un gesto eroico. «Per Eddie l'Esiliato!» concluse con un tono più normale, ma il suo sguardo intenso verso di me mi fece sentire un caldo rossore che fui sicura mi colorì le guance.
      Eddie mi guardò come se volesse riprendere in quell'esatto momento da dove eravamo stati interrotti poco prima e il mio cuore perse di nuovo un battito. 
      «Ehi voi due, siete pronti per la bat-taglia?» chiese Dustin con un sorriso, scherzando. La sua battuta mi riportò sulla terra. Scoppiai a ridere, seguita subito da Dustin, mentre Eddie ci guardava con un’espressione seria. 
     «Era una bella bat-tuta Dustin!» scherzai a mia volta. E lui con un sorriso sornione mi disse: «Tu sì che mi piaci!» continuando a ridere. «Ovvio, ti devo piacere!» dissi io, ma la serietà di Eddie mi colpì e aumentò il mio imbarazzo.
       «Non l'hai capita?» chiesi a Eddie, mentre Dustin aggiunse: «Bat. Pipistrello. No? Ah cavolo, mi sembrava una buona idea». Eddie, però, continuò a mantenere un’espressione impassibile. Poi, all’improvviso, il suo volto si illuminò con un sorriso. Senza preavviso, saltò addosso a Dustin, e i due iniziarono a fingere una lotta. Non potei fare a meno di osservare la scena, divertita dalla loro performance comica. Eddie e Dustin sembravano dei bambini che giocavano, e mi ritrovai a ridere della loro spontaneità. Ah, uomini!
      Mi sedetti sull’erba, godendomi il momento di leggerezza e compagnia. Chiusi gli occhi, assaporando la semplicità di quell’istante. Il suono dei loro scambi affettuosi e dei "ti voglio bene" mi fece sorridere. Era un contrasto così piacevole rispetto alla tensione imminente della battaglia.
      Aprii gli occhi solo quando sentii un tocco leggero sulla spalla. Era Robin. «Ciao!» dissi, sorpresa di vederla. «Hey!» rispose lei, visibilmente entusiasta. «Puoi venire con me? Ho una cosa per te!» esclamò, con vivacità. «Oh,» rimasi sorpresa. «Sì, certo!»
     «Eddie, te la ruberò solo per un secondo!» gridò, e la sua esclamazione fece arrossire sia me che Eddie. Lui alzò i pollici e tornò al suo lavoro, mentre io seguii Robin verso il camper.
     «Come vanno le cose tra voi due?» chiese Robin in un sussurro mentre ci allontanavamo. Le lanciai uno sguardo interrogativo, ma in fondo sapevo bene cosa voleva sapere. «Sì, uh, no. Bene, credo,» risposi, sentendo il calore delle guance crescere ancora. 
     «È solo che... non so cosa pensare. Non mi è mai capitato di sentirmi così, sai… è solo che-» Volevo esprimere così tante cose riguardo a quello che provavo per Eddie, ma le parole sembravano sfuggirmi. La confusione che provavo era amplificata dalla sua vicinanza, e l’idea che potesse esserci qualcosa di più tra noi mi rendeva inquieta ma comunque entusiasta.
      Robin, comprendendo il mio stato d’animo, intervenne con delicatezza. «Nina… Va bene se ti senti così, non preoccuparti. Lascia che le cose vadano come devono andare! Segui il flusso… Ad essere sincera, non sono la persona giusta per darti il consiglio giusto» Fui io a interromperla questa volta.
    «Sei la persona perfetta, l'unica da cui accetto consigli!» le sorrisi, e lei ricambiò il sorriso con affetto e comprensione. «Perché dici così?» le chiesi.
      Lei si intristì vagamente. «Oh beh… hai presente Vickie, della banda?» mi chiese. Ci pensai un attimo, ma non mi veniva in mente e la guardai con aria interrogativa. 
     «Capelli rossi, occhi azzurri, sorriso da sogno…» disse per farmi capire di chi stesse parlando. 
     «Ah sì, ci parlavi al pep relly…» mi venne in mente lo sguardo con cui Robin la guardò e sorrisi al pensiero. 
     «Esatto. Ecco, ho tipo una mega cotta per lei… però… Insomma, oggi l'ho vista baciarsi con un ragazzo» affermò con una certa delusione nella voce. 
       Mai avrei pensato di essere io a dare consigli amorosi ad altre persone, ma con Robin sentivo veramente di poter dire tutto ciò che mi passava per la testa. 
     «Ti ho già detto che sono un'osservatrice, giusto?» esordii. Lei mi rivolse uno sguardo incuriosito. «Non voglio darti false speranze, però… ho visto qualcosa nel modo in cui ti guardava Vickie. E poi si sa, le storie d'amore tra adolescenti sono fugaci.» le dissi per cercare di rassicurarla, ma in fondo era quello che pensavo davvero. Lei cercò di sorridermi un po' tristemente, forse per via della situazione o forse perché non credeva del tutto alle mie parole, ma io ero sincera.
     «Okay, pensiamoci dopo la grande battaglia, eh?» dissi, cercando di mantenere un sorriso, anche se la consapevolezza della possibilità di perdere qualcuno di noi era sempre presente. 
      Non volevo che quel pensiero oscurasse il momento. Cercai di deviare il discorso. «Dai, vediamo cos’hai per me!» Ci scambiammo un altro sorriso e Robin sembrò più rilassata, pronta a condividere il suo regalo.
     Arrivate al camper, Robin prese una balestra di legno finemente lavorata e la mostrò con un entusiasmo contagioso. «Ta-daa!» esclamò. La balestra era un’opera d’arte: il legno scuro e lucido del corpo era impreziosito da dettagli intagliati a mano, e il meccanismo di tensionamento era ben visibile, robusto e perfettamente calibrato. Era scalfita in certi punti, segno che era già stata usata, ma si vedeva che era perfettamente funzionante. La corda era tesa con precisione, pronta a scoccare i dardi con una potenza che prometteva grande precisione.
     Io la osservai, estasiata, e i miei occhi brillavano di meraviglia. Era davvero magnifica!
    «Pensavo che, per sorvegliare quei due idioti, avresti avuto bisogno di una balestra come questa. Un fucile era troppo costoso e difficile da gestire in movimento, ma con questa hai una grande precisione e potenza!» Parlava con la sua solita rapidità, e la sua dedizione mi colpì profondamente. 
      Le saltai addosso, abbracciandola con gratitudine. «È fantastica! Voglio dire, grazie! Mi state rendendo la più tosta, qui!»
      Ero travolta dall’entusiasmo e dalla gratitudine. Nonostante la battaglia imminente, avevo intenzione di godermi quei momenti di serenità.
     Robin notò Eddie che ci osservava con uno sguardo curioso. «Vai e mostragli il tuo nuovo giocattolo!» mi incitò. Io mi avvicinai a Eddie con la balestra sollevata, come se fosse un trofeo conquistato. Lui mi rispose con un sorriso ampio e con entrambi i pollici sollevati. Gli ricambiai il sorriso con affetto e tornai alla mia postazione precedente.
      Eddie e Dustin mi corsero incontro, lo sguardo sul volto di entrambi era di pura incredulità e ammirazione mentre si avvicinavano alla balestra che stavo tenendo con orgoglio. Dustin, con un entusiasmo contagioso, non riusciva a trattenere l’eccitazione. «Visto? Non è la cosa più fantastica che abbiate mai visto?» chiesi, mostrando la balestra come un trofeo conquistato.
      Eddie si avvicinò con calma, mi sfiorò il braccio con gli anelli, provocandomi un brivido. Poi si abbassò all'altezza del mio orecchio, i capelli lunghi che mi solleticavano le spalle. 
     «No, tu lo sei» mormorò, il tono della sua voce carico di emozione genuina. C’era una luce nei suoi occhi, un bagliore che faceva sembrare il mondo intorno a lui più brillante, e che rendeva il suo sorriso contagioso e irresistibile. 
      Era come se il suo sguardo penetrante e le sue parole avessero il potere di illuminare ogni mio angolo più nascosto.
      Dustin, mai lento nel cogliere l’occasione di divertirsi, urlò con entusiasmo, «È incredibile! Provala! Provala, dai!» Le sue grida eccitate attrassero l’attenzione degli altri ragazzi, che si avvicinarono, incuriositi, per vedere cosa stesse succedendo. Eddie, nel frattempo, non distoglieva lo sguardo dalla balestra e da me. La sua espressione era una miscela di orgoglio e affetto, come se fosse incredibilmente felice di assistere al mio momento di trionfo. I suoi occhi brillavano di una luce che non avevo mai visto prima, e mi sembrava che ogni movimento che facevo fosse osservato con una sorta di adorazione silenziosa.
      Mi resi conto che Eddie non stava solo osservando; stava celebrando il mio successo con un'intensità che andava oltre le parole. Il suo sorriso, ampio e sincero, era come un riflesso della mia stessa felicità, e sentii un’ondata di calore avvolgermi mentre gli altri si avvicinavano per vedere i miei tiri.
      Con un movimento fluido e sicuro, afferrai un dardo e lo inserii nella balestra, sentendo la tensione del meccanismo mentre lo preparavo. La mia mente era concentrata, ma sentivo anche l’energia positiva di Eddie e Dustin infondevano in me una nuova fiducia. Lanciai la prima freccia, che colpì il bersaglio con una precisione perfetta. Senza esitazione, per testarne anche la velocità, ne scoccai un'altra, che atterrò molto vicino allal prima. I ragazzi applaudirono, e i volti di Eddie e Dustin si illuminarono di gioia, contribuendo all’atmosfera di eccitazione.
      Eddie mi guardava come se fossi riuscita a compiere qualcosa di straordinario e io non potei fare a meno di sentire che quel momento era speciale, proprio grazie a lui. «Okay, questa può funzionare per me!» dichiarai entusiasta.
      Il momento di felicità fu interrotto dall’urlo di Steve. «È tempo di andare!» disse con un’espressione preoccupata. I ragazzi si prepararono immediatamente, mentre Eddie ed io, dopo aver recuperato le mie frecce, chiudemmo la fila, il cuore ancora palpitante dall’emozione. 
      Lui, senza dire una parola, mi prese la mano. Dopo un momento di sorpresa, gliela strinsi a mia volta, sentendo il suo contatto come un’ancora di sicurezza in mezzo all’incertezza. Posai la testa sulla sua spalla, cercando conforto.

      Era il momento della vera battaglia.

Outsiders - Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora