Lost Soul

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[POV Manuel
che vi consiglia di ascoltare il brano durante la lettura]

Ti osservo suonare ed era da tempo che non ti vedevo così sereno.

Lo leggo nelle spalle sciolte e nella schiena morbida che segue il ritmo delle note. Lo vedo nelle dita affusolate che corrono sui tasti e negli occhi grandi che danzano dietro le palpebre chiuse. Lo vedo nel leggero sorriso che ti increspa la bocca.

Ed è così bello vederti così. Tu sei bello così.

Adesso non faccio più fatica ad ammetterlo. Sei bello, e lo voglio urlare ai quattro venti. Sono tuo, e te lo voglio sussurrare ogni giorno.

Il brano che stai suonando, me lo stai forse dedicando? Lo hai scelto di proposito solo per le mie orecchie? Lo conosco bene, l'ho ascoltato tante volte perché mi faceva pensare a te, anche quando non ti volevo pensare.

Ed è naturale sedermi accanto a te, come per te è naturale scivolare un po' a sinistra sullo sgabello per far spazio a me, ché per me ti faresti sempre da parte, ma se si tratta di me da parte non mi lasci mai.

Mi ci è voluto un po' per accettare la mano che mi porgevi, mi ci è voluto un po' per accettare che io a quella mano mi ci volevo aggrappare con tutte le mie forze e affidarle le mie sorti. Mi ci è voluto un po' perché non sono mai stato bravo ad ammettere di non potercela fare sempre da solo, perché per me era impensabile, perché solo io so cosa provo e gli altri che possono saperne.

Ti sono grato per la tua testa dura, anche se non quanto la mia, ti sono grato per il tuo cuore coraggioso, decisamente più del mio.

Mi guardi, lo hai fatto tutto il tempo, come se fossi la tua musa, come se racchiudessi dentro di me l'essenza del brano stesso e della musica tutta. Brano che abbiamo concluso ma mani che non si sono ancora staccate dai tasti, che si sfiorano, il tuo mignolo destro sotto il mio mignolo sinistro. Il tuo sorriso è più ampio, le fossette ti solcano le guance e il naso è arricciato, e davvero, esiste cosa più eterea di questa visione?

Ti guardo e mi perdo, ma non tremo.
Non temo di non trovarmi più, perché se ti guardo mi perdo nei tuoi occhi, nella tua pelle, nel tuo corpo. Mi perdo in casa mia, e non ho paura di casa mia.

Prima era diverso. Per cercare di sentirmi grande perdevo un po' della mia giovinezza, per provare a sentirmi uomo smarrivo un po' del bambino che non sono mai stato. Mi sprecavo in continuazione, anima errante in un mondo intricato che di me si curava ben poco, unico rifugio le braccia testarde di mia madre che per troppo tempo ho rinnegato.

Dovevo farcela da solo, farmi carico dei problemi esistenti e di quelli che si sarebbero creati, veggente degli imprevisti quando io stesso ne ero uno.

Sempre a correre, sempre in affanno, sempre a fuggire da me stesso e a lasciare indietro pezzi di me.

Poi sei arrivato tu, che forse ci sei sempre stato, che forse eri destinato a me come io di sicuro sono destinato a te, e hai portato ordine e scompiglio, caos ed equilibrio, hai portato un piccolo me con te e me lo hai presentato, me lo hai restituito, io che nemmeno credevo potesse esistere un me spensierato.
Ma con te sì.

Ti accarezzo la guancia con la mano sinistra e col pollice ti sfioro le ciglia, ti poggio le dita sulla nuca e ti respiro sulle labbra, e tu mi baci come se avessi sete di me, e io ti bacio perché ho fame di te. Non mi stanco mai dell'effetto che mi fai, di come il mio cuore risponde ai tuoi battiti, di come il tuo respiro si acquieta quando ti sono vicino.

Ti bacio per ore, secoli, eoni, e poi come tu mi hai parlato attraverso la musica, anche io voglio dirti una cosa. Tu sembri capirlo e mi lasci più spazio sullo sgabello, pieghi una gamba e ti giri meglio verso di me, ché vuoi darmi tutta la tua attenzione come se fossi una cosa importante, una cosa degna.

E io sotto i tuoi occhi importante mi ci sento. Degno, anche.
Amato, soprattutto.

Accordo con la mano sinistra, arpeggi con la destra, inizio piano ma deciso e poi più forte e dedicato. Racconto dell'inizio e del durante, della fine no perché siamo qui e la fine non si vede, racconto di come ci siamo raccolti a vicenda.

Racconto di me descritto nel titolo di questo brano.

Anima persa.

Ciò che ero prima che mi trovassi tu, Simone.





Note:
Ciao a tuttə, non so bene cosa sia questa cosa, è nata per caso, è stata scritta in momenti in cui avrei dovuto studiare e invece mi sono persa a guardare video di pianisti e a ripensare a quando anch'io suonavo, e la mancanza ha portato a questo.

Non è niente di che, parole senza un filo logico per non dire assolutamente nulla, non c'è manco un dialogo, solo un'esigenza di sfogo che ultimamente riservo alla scrittura e affidandomi a questi due personaggi. Simone un pezzo di me e Manuel una persona che spero un giorno di trovare (e che auguro un po' a tuttə).

Anyway, spero vi sia piaciuta, e come sempre un abbraccino a chiunque abbia letto fin qui🫂🤍

(ps. surprenantcoeur hai riconosciuto il brano del POV di Simone? 👀)

Lento, moderato, allegro, graveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora