Capitolo 12 - Lingue velenose

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"Rudy!" esclamò Nick seguito da Lockhart fuori dall'auto. Il volto cereo, la bocca schiusa, sembrò succube di un incubo, immobile sul ciglio della strada avrebbe voluto avanzare verso il suo amico ma qualcosa nella tetra presenza della cacciatrice glielo impedì. Ella si ergeva in tutta la sua discreta statura, di fronte all'enorme vano venutosi a creare nel bel mezzo della vetrina. 

Tirò su col naso avvicinandosi pacatamente al corpo rinvenuto sul pavimento; era ancora cosciente ma sanguinava dalla tempia. Rudy percepì a stento un vociare contrariato, urla e movimento attorno a lui. La testa gli doleva incredibilmente, sentiva qualcosa di pungente attorno a lui. Quando provò ad aprire gli occhi dovette sbattere più volte le palpebre per vederci chiaro. In quel marasma le sue orecche isolarono distintamente un solo singolo suono: lo scricchiolio del vetro calpestato, uno stridio inquietante quanto la colonna sonora di un film horror. Poi sopra di lui comparve la figura del suo aguzzino, contro luce i suoi capelli sembrarono bianchi, torreggiava con quella solita assenza di emozioni nello sguardo come se il suo viso fosse fatto di porcellana o incastonato nel cemento. Rudy chiuse e riaprì gli occhi cercando di focalizzarsi meglio. Doveva alzarsi.

"Non volevo arrivare a tanto." mormorò Lila con voce quasi angelica, gentile. "Io picchio i criminali non gli avvocatucci puberali." si era accovacciata accanto a lui e lo sguadrava giudiziosa mentre cercava di rimettersi in piedi. "Ma tu hai voluto fare lo spaccone imponendomi di adeguarmi alle tue esigenze."

"Sei diverso da quel che immaginavo."

Rudy aggrottò lo fronte e deglutì issandosi in piedi una volta per tutte. Le schegge di vetro tintinnarono sotto di lui, si tagliò i palmi delle mani e alcune gli rimasero appiccicate, ma non gli importò. Strinse i denti e diede un forte spintone a Lila che inaspettamente vacillò.

"Ma che cazzo di problemi hai?!" le urlò adirato.

La spinse ancora ma a quel punto ella gli afferrò il braccio e lo ruotò su se stesso fino a fargli assumere un'angolatura spaventosamente innaturale per poi spingerlo ancora contro un vaso. Si trovavano ormai all'interno di un negozio e i commessi li fissavano spaventati appiattiti dietro al bancone. Per la seconda volta Rudy fu usato come palla da bowling mandando in frantumi anche il vaso di cui cocci si sparsero a terra intorno a lui.

Nick fece un passo in avanti con gli occhi tremendamente sgranati e la mano protesa, ma tentennò non sapendo esattamente cosa fare per fermarli. Lockhart di cui temperamento ilare era raramente scomposto da espressioni sconvolte mostrava un pallore non indifferente nell'assistere a quella rissa unilaterale. Un capanello di persone cominciò ad adunarsi in quel punto, attirati dal fracasso che stava distruggendo la pacifica strada.

Un chiaro pensiero aleggiava tra gli spettatori come una nebbiolina frizzante e densa.

Com'era possibile che quella ragazzina riuscisse a mandare al tappeto un palo della luce come Rudy?

"Alto quanto stupido."

"Per quanto ti odi non voglio picchiarti, non picchio le donne."

"Ti do il mio permesso allora." si esibì in un ghigno di sfida, la prima vera distorsione dei suoi lineamenti da quando si erano incontrati. Rudy sanguinava copiosamente da più punti ciononostante si rimise in piedi maestosamente composto e si pulì dalla polvere sui vestiti e dalle schegge disseminate da quegli impatti.

"No." e le passò davanti trascinandosi verso il buco che avevano causato. "E non per qualche forma di rispetto, ma per quelle." scosse l'indice verso le telecamere esterne del negozio. Lila vi condusse lo sguardo impassibile, per nulla colpito.

"Dimentichi come al solito con chi hai a che fare." lo schernì.

"Ti rifiuti di aiutarmi? Va bene. Ma finirai al fresco, Lila Hazon. Fosse l'ultima cosa che faccio, ti vedrò marciare con le manette ai polsi fino ad una lurida cella."

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