Capitolo 18 - Trasparenti travestimenti

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"Quindi l'hai afferrata per un braccio?"

"Si..." sbuffò il ragazzo con la guancia premuta contro il palmo della mano destra, l'altra indolentemente appoggiata sul bracciolo della sedia su cui si era stravaccato senza ritegno.  

"E lei ti ha picchiato?"

"Si" rispose ancora, monosillabico e senza ombra di emozione nella voce.

"Qualcuno ha visto che sei stato tu a toccarla per primo? Videocamere? Sorveglianza? Testimoni...qualcosa del genere?" 

"Oh non lo so." scosse la testa piegando gli angoli della bocca all'ingiù. Per un lampante istante assunse un ché di contemplativo, stringendosi il ponte del naso con gli occhi serrati "Non so quanto i miei sensi potessero captare in quel momento visto che stavo per perderli!" sbottò pronunciando quelle parole dapprima con ironico flemma per poi alterare il tono fino a quasi urlare contro l'anziano robusto di fronte a lui.

Silenzio.

Rudy si rese conto troppo tardi che aveva varcato un confine delicato e che da quelle labbra acide e rugose, puntellate da folti baffi glauchi, sarebbero usciti i peggiori improperi per quella bruta sfacciataggine. Inconsciamente si ritrovò a raddrizzarsi con la schiena, eppure nessun alito incadescente mirato ad incenerirlo come avrebbe fatto il soffio di un drago. Nulla trapelò dal suo viso diroccato dalla vecchiaia e dallo sdegnoso narcisismo che lo contraddistingueva. Nulla se non un velato grugnito derisorio accompagnato da una risatina a stento trattenuta.

Il biondino assottigliò gli occhi confuso.

"Ti sei fatto pestare da una ragazzina." Freddy appoggiò la stilografica dai bordi dorati che gli riluceva tra le dita distogliendo lo sguardo dal biondino.

I suoi occhi verdi si spalancarono all'inverosimile mentre la sua schiena si raddrizzava sotto l'acuminoso insulto che aveva ricevuto. Gli sembrò di essere stato appena trafitto da un giavellotto invisibile; la nonchalance con cui piazzò quelle superificiali parole lo fecero ribollire dentro. 

"Attento a Na-young quando sali al piano di sopra, potrebbe mandarti in ospedale." ridacchiò ancora affondando con la schiena nella poltrona in pelle che cigolò e allo stesso tempo emise un crepitio. 

Il collo e le orecchie del nostro protagonista andarono a fuoco, acquistando quel tipico colore paonazzo ormai comune che preannunciava una sua sfuriata. In quel momento avrebbe quasi preferito una delle sue acerbe e totalmente insensibili paternali. 

"Oh no no, signor Miller." si alzò di scatto Nick prendendo a scuotere le mani con fare frenetico. Il volto cereo. "Deve crederci quando le diciamo che quella...non è una semplice ragazzina." 

"Fa paura, da far venire la pelle d'oca."  aggiunse Lockhart sdraiato sul divano di velluto rosso in fondo alla stanza rigirandosi tra le mani un lecca lecca alla ciliegia che scrutò attentamente prima di mettere di nuovo in bocca. 

Freddy focalizzò per un generoso istante l'attenzione sui due, guardandoli come se fossero scarafaggi schiacciati sul parquet e di cui interiora avevano macchiato le preziose suole dei suoi mocassini.

"Ripetimi cosa ci fanno loro qui?" domandò posando nuovamente l'attenzione sul suo adirato nipotino. "Ah non mi importa. Mandali via, stiamo lavorando non giocando."

"Ehi!" ma il seguito della protesta di Nick gli morì sulle labbra quando la mano di Rudy si sollevò in aria mettendo a tacere ognuno dei presenti.

"Fino a prova contraria, questa è casa mia, nonno." gli occhi ridotti a due fessure emettevano un pericoloso baluginio, pronunciò ognuna di quelle parole a denti stretti, in un tono che non ammetteva alcuna sfida. 

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