Nel cuore della notte, un rintocco inusuale accompagnava l'incedere delle lancette dell'orologio in soggiorno. Ritmicamente, una mazza da baseball picchiettava sul pavimento, aggiungendo alla lugubre atmosfera notturna un ché di ancora più tetro. Era tutto perfettamente in ordine; non vi era traccia del subbuglio che quelle quattro mura avevano ospitato qualche giorno prima, sembrò che quel posto non fosse mai stato teatro di qualcosa di così irruento come un omicidio. Tutto, dalla posizione dei mobili, alla lucentezza delle superfici e del pavimento decantavano una dimora impeccabile, da far invidia ad una perfetta casalinga di un qualunque sobborgo americano. Eppure, un solo e ambiguo dettaglio divergeva da quella utopica visione; l'acrimonioso odore di disinfettante.
Erano trascorsi quattro giorno da quella putrida notte e ogni notte da allora, Rudy non cominciava le sue sessioni di studio notturno prima di aver strofinato e strofinato da cima a fondo quella stanza fino a farla brillare. Andava avanti così ogni notte e neanche quella aveva fatto eccezione.
Un fruscio si frappose tra quei due rumori, si trattava di una pagina sottile che veniva voltata da affusolate dita inanellate d'oro, imbevute ancora di quel tedioso odore che annientava la casa e che ormai Maya e Wyatt trovavano insopportabile, soffocante. Ma non Rudy. Rudy non lo sentiva mai abbastanza.
Seduto sulla poltrona in salotto, non si dava pace; cercava di trangugiare ogni parola che quel manuale di diritto aveva da sputare. Ma i rumori nell'edificio non facevano che edulcorare il suo già precario stato d'animo.Dopo l'acceso scontro con Lila si era semplicemente arreso.
Lottare lo sfiancava e aveva semplicemente deciso di lasciare andare al suo controllo quel che era il destino di quei tre corpi. Dopo qualche decina di minuti trascorsi seduto su quella stessa poltrona in completo silenzio, giunse un uomo, allampanato, vestito di un completo viola con tanto di gilet e cravatta.Soren West. Aveva la carnagione scurissima, capelli rasati e un paio di occhialetti rotondi e dorati che spiccavano sul suo viso assieme a quel suo sorriso che aveva del diabolico. Una nota così stridula da far sentire a disagio il padrone di casa. Si liberò alla svelta dei cadaveri, un lavoro silenzioso, preciso, pragmatico sotto lo sguardo imbambolato di Rudy che aveva fatto tacere l'agitazione, rimpiazzata da un agghiacciante vuoto.
"Rudy?"
Sollevò lo sguardo; Lila torreggiava su di lui in attesa.
"Eh?"
"Non devi fare parola a nessuno di quello che è successo stanotte. Siamo intesi?"
"Oh...certo." Lila trovò assolutamente sospetto il modo in cui risultava così accondiscendente dopo gli attimi precedenti di fervente azione. Ma a giudicare dal modo in cui il suo sguardo tornava alla pozza di sangue che apriva il pavimento come una voragine scarlatta, reputò si trattasse semplicemente di una ritardataria reazione di shock.
Non poteva immaginare che il Ritalin lo stava annichilendo tanto da spogliarlo di qualunque scintilla bellica.Lo squadrò un'ultima volta prima di dirigersi verso l'uscita.
"Come facevi ad essere qui al momento giusto?"
Lila si immobilizzò, gli stava dando le spalle, lo sguardo puntato davanti a sé.
"Vi tenevo d'occhio."
"Perché sprecare la notte appostata davanti alla casa di un ragazzo che odi a morte?"
Lila a quel punto non poté fare a meno di voltarsi, quel tanto da mostrare perfettamente il suo profilo che si stagliava contro l'oscurità "E perché tu non hai rivelato il mio nome anziché rischiare che quei tre facessero fuori tua sorella?"
Touché.
Per l'ennesima volta i loro sguardi collisero. Un subbuglio di implicite note, il volume ancora troppo basso per poter essere ascoltate.
STAI LEGGENDO
Licorice
Teen FictionRudy Miller é talmente disperato da mettere una taglia su un cacciatore di taglie. Il suo nome d'arte è "Licorice" ed è il migliore cacciatore di taglie di Sacramento ma è introvabile e a Rudy serve il suo aiuto per trovare Angél Nava: l'assassino d...