Otto.

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CAPITOLO OTTO
Nuova scuola

Alice.

Jeff guida a singhiozzi, imbottigliati nel traffico mattutino, con sguardo annoiato, ma sempre attento; è stata una richiesta di mio padre, farmi accompagnare almeno per il primo giorno. A Washington ero abituata ad usare l'autobus, non mi pesava particolarmente, in più non mi piace l'idea di avere qualcuno che mi aspetta e controlla i miei orari continuamente, perciò quando Noah mi ha detto che mi avrebbe accompagnato Jeff tutte le mattine e mi sarebbe venuto a riprendere, ho iniziato a trattare.

Una cosa che già odio di questa scuola è l'uniforme scolastica. Mi piaceva svegliarmi la mattina e passare diverso tempo a scegliere cosa mettere; non che me ne uscissi con outfit elaborati come alcune delle mie compagne, ma avevo il mio stile. Ai britannici non deve piacere l'individualità.

Il cortile della scuola è un flusso monocromatico blu notte di giovani. Mentre mi faccio strada tra quella massa, sono un puntino perfettamente mimetizzato; non presto attenzione a sguardi curiosi rivolti nella mia direzione e mi rintano all'interno dell'edificio dove trovo un gruppo di ragazzi che chiacchierano rumorosamente.

«Oh, ragazzi ci vediamo dopo!» esclama una ragazza dai capelli corvini e la pelle olivastra mentre si stacca dal gruppo per avvicinarsi a me. «Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova, Alice giusto?» Annuisco tirando impacciata verso il basso la gonna che mi sembra essere decisamente troppo corta.

«Tranquilla, ti abituerai alla divisa. Il mio nome è Amira, sono il prefetto della scuola; ti farò un veloce tour della struttura e ti accompagnerò in classe. Per ogni cosa, puoi chiedere a me o a Timothee, che ti farò conoscere dopo, seguimi.» Amira mi guida per la scuola, mostrandomi laboratori, palestra, aule ricreative, mensa. Al nostro incontro non avevo notato la spilla che porta appuntata sulla giacca della divisa, la quale indica la scritta "Prefetto".

Il giro per la scuola è stato più lungo di quanto mi aspettassi, mi ha fatto vedere ogni angolo della scuola per poi accompagnarmi alla mia aula appena in tempo prima che entrasse il professore.

«Ciao, posso sedermi? È l'unico posto vuoto.» mi domanda una ragazza in piedi davanti al banco di fianco al mio. Annuisco soprappensiero e lei si accomoda, estraendo un quadernino malconcio e una matita minuscola. La osservo di nascosto mentre si sistema i capelli biondi e il trucco specchiandosi sullo schermo del telefono per poi tornare alla mia occupazione precedente, ma di nuovo interrompe il mio flusso di pensieri allungandomi allegramente la mano.

«Comunque sono Aria, tu sei Alice giusto?» Accidenti, che pubblicità devono avermi fatto. Le stringo la mano decorata da numerosi anelli abbozzando un sorriso timido proprio nel momento in cui il professore fa il suo ingresso in aula.

I miei nuovi compagni borbottano e sussurrano tra di loro, Aria sta fissando stupita il giovane uomo intento ad estrarre un pc dal suo zaino.

«Buongiorno a tutti, io sono Luke Hart e sono il sostituto del professor Cunningham.» si presenta il professore. Rimango piacevolmente sorpresa dal fatto di non dover essere l'unica a ricominciare da zero con i professori; tra l'altro a primo impatto il signor Hart sembra una persona piacevole.

Passo le due ore di lezione rispondendo ad alcune domande di conoscenza del professore, a cui tutti sembrano molto interessati, e ad ascoltare i sussurri di Aria che ha commentato ogni singolo minuto della lezione strappandomi qualche risata.

Quando suona la campanella che indica la pausa pranzo, ripongo il materiale nello zaino e, quando rialzo lo sguardo, mi trovo attorno una capannina di ragazzi e ragazze che si presentano e mi offrono un posto al loro tavolo in mensa. Sembrano persone tranquille, perciò accetto e ci dirigiamo verso la mensa insieme. Mi rendo conto di essere leggermente sollevata quando vedo Aria raggiungerci.

Alla luce del sole. ~ H.S. (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora