Dodici.

7 2 0
                                    

CAPITOLO DODICI
Muri infranti
Alice.

Mi blocco sul posto e mi volto a guardarlo, mi sta venendo in contro con passo annoiato e mi maledico per non aver fatto dietrofront e aver cercato una strada alternativa.

«Anche se non sono affari tuoi sono venuta a trovare un amico.» rispondo incrociando le braccia al petto. Lui mi arriva davanti, ad una distanza discretamente ravvicinata, e mi squadra da capo a piedi soffermandosi sulla giacca di Axel.

«Amico da poco, se nemmeno ti accompagna alla metro.» risponde acido facendo una smorfia disgustata.

«Sei sempre così saccente?» gli chiedo imitando il suo tono, che fastidio che mi da questo ragazzo.

Sentiamo un urlo molto forte provenire dalle immediate vicinanze, seguito da altri urli scomposti. Styles appena udito il primo, mi si avvicina di scatto, mi prende il capo e mi spinge bruscamente dietro una macchina parcheggiata di fianco a noi, mantenendomi a terra e facendomi scudo con il suo corpo. Di colpo le urla a squarciagola si quietano, sentiamo distintamente la sgommata di un auto che parte a tutta velocità e romba per le strade; sentiamo anche scalpicciare, persone che corrono per la strada e scompaiono dietro gli angoli. Gli edifici riecheggiano il rombo, e poi cala il silenzio.

Mi rendo conto che c'è più silenzio di prima, una quiete assoluta. Ho il cuore che batte a mille, non so se per lo spavento di quelle urla terrorizzate o se per le azioni avventate del ragazzo davanti a me che mi sta ancora trattenendo a terra.

«Resta qui.» mi ordina prima di alzarsi e allontanarsi. So che dovrei fare come mi dice, specialmente dopo qualsiasi cosa sia accaduta nei dintorni, ma l'adrenalina e l'ansia di rimanere sola sottraggono le gambe al mio diretto controllo e decidono per me, così mi ritrovo a seguire con passi instabili il riccio.

Arriviamo vicino al parco in cui io e Axel ci siamo incontrati poco prima, sembra tutto tranquillo. Poi lo vedo, non riesco a trattenere un urlo spaventato, mi porto le mani davanti alla bocca e osservo il punto davanti a me in evidente stato di shock. Il mio grido ha svelato a Styles la mia diserzione, si è girato a guardarmi e sembra infuriato, ma il terrore mi impedisce di curarmi di lui.

Il cadavere dell'uomo giace a terra inerme, pieno di sangue che sgorga dalle ferite. Mai nella mia vita avrei pensato di assistere ad una scena tanto raccapricciante. Sento due solide braccia avvolgermi e il petto del riccio si interpone tra me e la macabra scena. Mi sta stringendo a se per contenere i miei tremiti, una delle sue mani si trova sulla mia nuca e mi accarezza i capelli: sembra quasi che lo abbia fatto già altre mille volte.

«Quale cazzo di parte di "resta qui" non ti era chiara?.» mi domanda retoricamente, non posso fare altro che dargli ragione, perché cazzo non l'ho ascoltato? Il suo tono e le sue parole sono così in contrasto con i suoi movimenti gentili e la sua stretta rassicurante, mi trovo in un limbo in cui vorrei in egual misura schiaffeggiarlo e andarmene e rimanere tra le sue braccia per sempre.

«Alice!» sento urlare da una voce molto familiare in lontananza. Styles mi libera dalla sua stretta e mi sento quasi crollare al suolo, mi guardo attorno cercando di evitare con lo sguardo la causa del mio shock e vedo Axel correrci in contro senza essere minimamente turbato dalla scena che gli si è presentata davanti.

«Stai bene? Ho pensato che ti fosse successo qualcosa quando ho sentito le grida.» mi dice abbracciandomi di slancio. Il suo abbraccio è tenero, ma non ha niente a che vedere con quello di mister occhi verdi che ci sta guardando torvo.

È proprio quest'ultimo che prende Axel per la felpa e lo strattona via da me per poi incastrare i loro sguardi, entrambi pieni di disprezzo. Lo spinge lontano e ci porta in un punto in cui la scena ci è celata, qualcuno sta chiamando l'ambulanza, ma dubito che ci sia qualcosa da fare ormai.

Alla luce del sole. ~ H.S. (In pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora