Chapter 5: L'Attrazione più Bella del Mondo (Parte I)

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Izuku camminava a testa bassa accanto a sua madre Inko.

Era stato faticoso attendere il proprio turno ma ancor di più dimostrarsi perfettamente calmo dinanzi alle parole del dottore che lo seguiva da tempo. Lo sapeva che le sue condizioni non erano delle migliori ma addirittura essere messo a scelta tra la sua salute e quell'ultima competizione... I suoi occhi diventarono due fessure a un sospiro pregno di delusione e angoscia.

«Tesoro, perché non ne parli con Katsuki-kun?» chiese dolcemente Inko.

Izuku ebbe un sussulto e si fermò. Per un momento aveva dimenticato sua madre che camminava più indietro, con una borsa nera ciondolante nella piegatura di un braccio e nell'altro una cartellina contenente analisi e radiografie.

«Non è necessario, mamma. Posso farlo e poi mi ritirerò» rispose, con un sorriso gentile.

Inko lo guardò dritto negli occhi e il ragazzo percepì tutta la sua compostezza scemare. Tuttavia, la grassoccia Omega decise di non infierire oltre: sapeva quanto contasse il pattinaggio artistico per il suo unico figlio. E, per quanto preoccupata, non voleva minimamente tarpare le sue bianche e splendide ali.

Lo aveva visto così tante volte, nelle competizioni che si era resa conto quanto Izuku fosse davvero un talento allo stato puro. Vederlo muoversi liberamente, con quelle incredibili espressioni che ammaliavano e magnetizzavano chiunque guardasse le sue coreografie, non l'aveva mai visto in nessun altro atleta.

Sapeva che queste sarebbero state parole infinitamente egoistiche ma non era solo il suo orgoglio di madre a parlare chiaramente: Izuku era davvero brillante tanto da attirare a sé il più grande pattinatore di tutti i tempi, ovvero Yagi Toshinori.

Il cellulare di Izuku vibrò nella tasca del suo cappottino nero.


Mandami la posizione.


Il verdino controllò l'orologio dello smartphone ed ebbe un sussulto: erano quasi le sedici del pomeriggio! Obbedì veloce al messaggio di Katsuki mentre sua madre sorrideva alle sue spalle.

«Tesoro, io devo andare dal parrucchiere e poi recarmi a fare la spesa. Tornerò per le diciannove; hai le chiavi, vero?».

«Sì, certo, mamma. Fai attenzione».

La donna abbracciò teneramente il suo eterno bambino, porgendogli la cartellina clinica e le loro strade si divisero.

Izuku ingoiò a vuoto dell'aria, era logico cercare di far prima e mettere via quella prova del suo vero motivo di ritirarsi dalle scene. E la fortuna fu dalla sua parte perché raggiunse velocemente il condominio dove viveva, al terzo piano.

In bagno controllò con minuziosa attenzione il suo viso, l'acqua che cancellò alcune gocce di sudore fu troppo fredda per i suoi gusti ma non volle badarci più del necessario. Ogni secondo era prezioso! Le ciocche al solito ribelli parevano molto più spettinate del solito e di nuovo lasciò perdere.

Indossò una camicia bianca con un maglione nero, dei jeans, il solito cappottino, le scarpe rosse alle quali era davvero affezionato e brandì un marsupio corvino con un lieve gradiente aranciato.

Izuku si fece trovare accanto al cancello del condominio e quando vide Katsuki prima dall'altro lato della strada e poi attraversare l'incrocio il suo cuore ebbe un sussulto.

Prima di rendersene conto arrossì deliziosamente e un sorriso che raccontava appena del tumulto di emozioni nel suo petto accompagnò il suo viso candido.

«Ciao, Kacchan!» disse brillante.

«Oi» replicò l'altro, già imbarazzato. «Sei pronto?».

«Certo! Dove mi porti?».

«N-non è un appuntamento, che sia chiaro!» preciso forte l'altro ma Izuku se la rise. «Al nuovo Luna Park... è stato inaugurato la settimana scorsa ma eravamo impegnati con le prove».

Izuku sbatté le palpebre, incredulo eppure sorrise con così tanto calore che, senza neanche pensarci, afferrò una mano tiepida dell'Alpha per tirarlo in direzione del divertimento.

Katsuki di nuovo la percepì: quella scossa così piacevole dalle punte delle dita raggiungere il suo petto. I suoi occhi si velarono di un sottile strato di lacrime di una gioia così tanto estranea che non avrebbe saputo descrivere.

Deglutì eppure decise di confinare qualche lieve ansia nella parte più remota della sua mente. Il ghigno prese possesso delle sue labbra, uno scatto rapido lo portò più avanti rispetto ad Izuku e i due corsero, con le mani congiunte, verso il Luna Park.

Fu una corsa davvero particolare.



Era magnifico. Un immenso spiazzale accompagnato da attrazioni differenti e gazebo dove arrivavano odorini difficili da ignorare. Katsuki tirò fuori due biglietti per consegnarli alla donna nel gabbiotto all'ingresso, dopodiché entrarono.

«E' bellissimo!» esclamò felice Izuku.

«Cosa sei? Un bambino?» punzecchiò Katsuki.

«Sai... mio padre non è mai stato tanto presente e da piccolo passavo più ore chiuso in casa a provare i passi del balletto classico che ho davvero perso molte occasioni» raccontò Izuku, con lo sguardo lontano. «Quando vedevo famiglie e bambini avevo sempre un groppo alla gola». Katsuki sentì la vergogna attanagliargli lo stomaco. «Però sono felice! Sono in un posto speciale con il mio partner!».

Il biondo ebbe la bocca così secca che la sentì completamente incollata. Le sue labbra non si dischiusero minimamente e rimase così, pallido e con gli occhi spalancati mentre Izuku ancora rideva, attratto da quelle luci e quei suoni.

Partner aveva un impatto incredibile su di lui. Il suo Alpha interiore sghignazzava, era sicuro che prima o poi quell'Omega particolare sarebbe stato suo.

«Kacchan, andiamo a prenderci lo zucchero filato?».

Sorrise. Dopotutto sperava proprio di farlo divertire.

Katsuki non fece alcun commento spinoso; in qualche modo, le parole di Izuku erano riuscite a scalfire quel velo di terrore sul suo cuore. Non era sicuro di cosa provasse e del perché il suo petto formicolasse in quel modo nell'annusare quell'odore rinfrescante eppure così dolce e piacevole, tuttavia voleva uscire dalle sue barriere mentali.

C'era molto di più rispetto ad allenamenti e vittorie.

Lo doveva a Denki.

E, cullato da questi pensieri, vide il cielo diventare più buio, le luci farsi più forti e un'intera folla di persone andò a radunarsi ai piedi dell'attrazione più ambita e più bella.

Ymir - BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora