Chapter 7: Fine

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Izuku continuava a fare stretching sul suo materassino, negli spogliatoi e con un paio di auricolari nelle orecchie. Era da sempre stato il suo modo per allentare la tensione. I suoi occhi fissavano il vuoto, la sua concentrazione era al massimo della forma.

Aveva scelto di indossare una splendida calzamaglia nera, con dei voile al petto e alle mani di una nuance bianca. Risaltava tutto il suo corpo, merito anche degli strass e lustrini che riflettevano ogni fonte di luce.

I suoi capelli non erano arruffati: per una volta restavano tirati all'indietro, con le ciocche che tendevano verso l'alto ma nel contempo erano tirate giù dalla lacca e dalla forza di gravità. Solo due piccoli ciuffetti continuavano a rimbalzare sul centro della fronte.

La musica terminò ma Izuku non tolse gli auricolari mentre si alzava in piedi. Non indossava ancora i pattini bensì delle scarpette bianche di stoffa.

Non poteva ascoltare il tifo dagli spalti degli atleti di coppia. Non poteva in alcun modo sentire quel rumore assordante e rischiare di perdere la concentrazione.

Deglutì un po' prima di bere un piccolissimo sorso d'acqua.

Izuku lasciò quell'ampia stanza per raggiungere il corridoio dove altri atleti aspettavano, con palpabile ansia, il proprio turno. Ignorò ogni singolo sguardo di Alpha che gli fu rivolto; lasciò perdere perfino la marcata gelosia di alcuni Omega.

Scorse Katsuki alla fine di quel tunnel non eccessivamente illuminato; quest'ultimo gli sorrise e non poté nascondere una certa ammirazione.

«Sei un figurino» gli disse, Izuku sorrise. «Ma puoi capirmi?».

L'altro annuì. Katsuki era magnifico; anche il suo completo nero, luccicante, dove il petto aveva una profonda scollatura e le maniche lasciavano scoperti i suoi avambracci lo rendeva un Alpha di un altro mondo.

Izuku concentrò l'attenzione sulla protuberanza in mezzo a quelle gambe così toniche e non eccessivamente muscolose. Arrossì un po', tuttavia, cullato da una musica ritmata, impresse nella mente il suo partner che se la ridacchiava con Eijiro, al fianco di Shoto, entrambi vestiti con abiti attillati e luccicanti, dai colori rossi, bianchi e neri. Il loro gradiente strategico, chiaro sui muscoli e scuro sulle zone più intime, li avrebbe resi due gemme preziose agli occhi del pubblico.

«Per una volta hai un'acconciatura adeguata, Capelli di Merda!» sbuffò il biondo.

«Parli tu che ti sei solo alzato un paio di ciocche della fronte? Invece io ho fatto un codino e guarda, perfino una treccina alla tempia!».

Shoto non aveva cambiato il solito taglio.

«Denki?» chiese poi Katsuki.

«E' in panchina con Aizawa-san e c'è anche Toshinori-san. Sugli spalti ci sono i nostri genitori».

Katsuki strinse dolcemente la mano di Izuku. Gli sorrise amorevolmente ed Izuku sentì il cuore battere in un sentimento così puro ed incontaminato.

Poteva farcela. Era un'ultima volta... vero?



La folla era ammutolita.

Katsuki ed Izuku pattinavano in modo leggiadro, con abile sincronizzazione e perfetto tempismo in salti combinati. La silhouette dell'Omega era ammirata, quella dell'Alpha pareva metterla in mostra perfettamente.

Izuku non aveva rimpianti per questo pattinò al meglio, senza errori, cullato e spinto dalla fiducia incondizionata che aveva in Katsuki. Eppure, beffardo il destino, quando eseguì un Toe Loop, seguito da un Quadruplo Loop in perfetto sincrono con Katsuki e parve che entrambi volarono letteralmente, uno scricchiolio e una fitta di dolore bianco esplosero.

Izuku tenne duro fino alla fine, fino a quando Katsuki non gli strinse la mano e la portò verso l'alto mentre il pubblico urlava ammirazione dagli spalti...



Il risultato arrivò.

Eijiro e Shoto secondi, Katsuki ed Izuku primi con il massimo del punteggio approvato unanime dai cinque severi giudici.

Katsuki strinse a sé Izuku urlando la sua gioia e non trattenendo le lacrime. Le loro espressioni felici vennero immortalate in alcune telecamere delle maggiori emittenti televisive.

«Izuku! Abbiamo vinto! Siamo i migliori del Giappone! Ora puntiamo ad essere i Number One del mondo intero!» esclamò felice il biondo.

Il verdino sorrise ma due lacrime gocciolarono lungo il suo viso. Il dolore che stava provando era come un inferno bianco e rosso che divorava continuamente il suo corpo. Non riusciva a respirare, neanche a parlare. Tremava un po'.

Il biondo gli prese il viso tra le mani e lo baciò affettuosamente, incurante di essere visto in tv. Tutti... tutti dovevano sapere di quanto fosse innamorato!

Dagli spalti Mitsuki se la rise. Masaru ed Inko compresero e ne furono decisamente d'accordo.

«Quello stupido ci ha messo del tempo a trovare il suo Omega e quando ho visto Izuku sono rimasta sorpresa! Sono proprio fatti l'uno per l'altro!».

E Katsuki, ignaro dei suoi genitori, continuava a baciare il suo Izuku mentre tutt'intorno a loro era una festa incredibile. Il suo corpo vibrava di adrenalina, di amore, di ogni singola gioia che neanche riusciva a realizzarla a pieno.

«Izuku, diventiamo i numeri uno...» gli disse ancora, le fronti premute insieme.

«Addio... Kacchan...».

E la gioia dell'Alpha diventò puro gelo.

I colori, il rumore delle fotocamere, dei flash che proiettavano in pochi secondi luci su di loro, il brusio delle persone, la gracchiante voce dall'altoparlante che invitava a salire sul podio al centro della pista ghiacciata... tutto. Tutto si spense in un silenzio assordante.

Izuku chiuse gli occhi mentre scivolava privo di sensi verso di lui.

Katsuki rimase immobile un momento ma poi il suo Alpha emise un ruggito e quella bolla che lo aveva inghiottito in un'oscurità perenne esplose... tutto tornò alla normalità, con maggior nitidezza.

Le sue mani strinsero il corpicino di Izuku.

«Izuku!» lo chiamò con terrore.

Eijiro, Shoto, Denki, Shota e Yagi, dalle panchine rimasero congelati quando venne mostrata quell'immagine terrificante. L'Omega biondo premette una mano contro le labbra, la testa la scosse appena nella pura incredulità.

«Izuku! Che succede? Izuku!».

Katsuki premette una mano sulla fronte dell'Omega che teneva sollevato dalla panchina con la piegatura del suo muscoloso braccio. Era gelido e rivestito da uno strato di sudore freddo!

«Aiuto! Aiuto!» urlò feroce e tra le lacrime il biondo. «Il mio compagno sta male!».

Quella parola riecheggiò attraverso il sistema dolby surround dell'intero stadio al coperto. Nessuno spettatore osò parlare, ognuno tenne lo sguardo angosciato rivolto a quella miriade di led che componeva l'immagine di un Alpha così distrutto.

Un'equipe medica visitò subito Izuku, dopodiché fu disteso su una barella.

«Deve andare in ospedale immediatamente!».

«L'ambulanza sarà qui a momenti!».

«Dov'è il suo Coach?».

Katsuki era in piedi, con la bocca aperta e gli occhi velati di lacrime. Non comprendeva nulla, erano solo immagini mute. Una domanda sola riecheggiava nella sua mente confusa e incrinata.

Perché?

Ymir - BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora