Chapter 10: Come la Fenice blu dei Ghiacci

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«Allora, come stanno andando i miei piccoli Emiko e Hajime?».

Izuku sobbalzò un po' alla voce gentile di Denki. Aveva davvero ripercorso con la mente tanti ricordi felici. Guardò per un attimo l'anello dorato che portava orgoglioso all'anulare.

Erano passati quattro anni da quando si era sposato con l'Alpha biondo e non aveva mai smesso di ringraziare ogni Kami per quei giorni pieni di amore e gratitudine. Aveva ormai ventitré anni da qualche mese e aveva smesso del tutto di avere pensieri negativi.

Dopo che si era unito fisicamente a Katsuki e questo aveva finalmente visto la cicatrice che solcava la sua schiena fino a coccige non aveva più provato a nascondere il suo corpo.

I gemelli di Denki ed Eijiro erano cuccioli entusiasti, identici. I capelli neri avevano delle saette bionde, invece gli occhi curiosamente scarlatti con pigmentazioni dorate. Emiko era molto dolce, Hajime invece un peperino.

«Imparano molto in fretta» sorrise Izuku.

«Merito di un grande allenatore!» ridacchiò il biondo. «Hai visto Eijiro?».

«Dovrebbe essere qui tra poco con Kacchan».

«Da quando gareggiano per affermarsi oltre il Giappone è molto difficile averli in casa» sbuffò giocosamente Denki. «Anche Shoto dovrebbe tornare tra qualche mese dalla Russia».

Izuku annuì e il suo sguardo, più malinconico, cadde sui piccoli bambini che ridevano mentre pattinavano.

«Non penso che arriveranno mai...» si lasciò sfuggire.

Denki, però, capì molto bene. Gli mise una mano sulla spalla, poi lo abbracciò teneramente. Izuku era ancora un fuscello ma era migliorato a tal punto da camminare senza dover usare le stampelle. Certo, ancora barcollava e zoppicava; alcune volte e quando veniva bloccato a letto per fitte di dolore trascorreva un'intera giornata nella sofferenza.

Però quegli occhi verdi non erano mai cambiati. Non avevano mai smesso di brillare di determinazione.

«Kacchan non sembra darci peso ma so che... insomma, un Omega che non fa figli... è inutile...» sussurrò Izuku con le lacrime agli occhi.

«Izuku, non perdere mai le speranze».

Fu in quel preciso momento che i due Omega percepirono gli indistinti odori carichi di feromoni dei propri Alpha. Emiko e Hajime pattinarono con foga quando videro Eijiro che li accolse a braccia aperte e li sollevò in braccio per baciar loro le guance.

«Papà! Zio Katty!» esclamarono i due piccoli di quasi quattro anni. 

Katsuki arruffò loro i capelli, con un sorriso, poi baciò famelico le labbra del suo Omega e lo accarezzò teneramente su un fianco. «Mi sei fottutamente mancato».

«Anche tu, Kacchan».



Qualche giorno dopo, Izuku si recò in ospedale per i consueti controlli.

Dopotutto gli era stata inserita una placca di metallo nella schiena e doveva restare sempre sotto osservazione. In quel piovoso giorno di novembre, l'Omega andò insieme al suo compagno per una volta libero da impegni di pattinaggio artistico.

«Come ti senti, Izuku?».

La donna fissò il verdino disteso sul lettino, a torso nudo e con solo i jeans. Haruka Matsumoto, brillante fisioterapista, gli sollevò una gamba mentre premeva le dita sul bacino.

Izuku ebbe una fitta nel basso della schiena.

«Sei un po' atrofizzato. Dovremo cambiare gli esercizi ma non è preoccupante, almeno».

«Mi sento bene» rispose l'Omega.

«Che mi dici del tuo calore?».

Le gote del giovane si imporporarono un pochino, tuttavia, nel mettersi seduto con Katsuki subito al suo fianco, rispose: «Arriva sempre con molti ritardi, non è regolare e dura al massimo un paio di giorni. E'... doloroso».

«Purtroppo quei soppressori venduti a noi Omega hanno effetti devastanti sulla salute a lungo andare. Tuttavia, posso confermarti che, come Denki, sei un miracolo».

Izuku sollevò un sopracciglio, guardò un momento un Katsuki altrettanto stupito, poi tornò al volto della donna che somigliava incredibilmente a Momo Yaoyorozu, affermata e formosa Omega stilista.

La donna dispose sulla sua scrivania le ultime analisi di Izuku, una risonanza magnetica alla schiena e un'ecografia, ripetuta poi solo per la zona pelvica.

«Congratulazioni, miei brillanti pattinatori. State aspettando un bambino».

Katsuki spalancò gli occhi, fuori arrivò un tuono assordante. Guardò scioccato il puntino indicato da Haruka, in bianco e nero.

«Ma... il mio calore... non avrebbe permesso di...» biascicò Izuku, in un fil di voce, immobile al centro dello studio.

«Eppure eccolo qui. Al momento il feto ha circa quattro settimane. Inoltre anche le tue analisi lo confermano, Izuku».

Il verdino crollò in ginocchio con una mano sulla pancia incavata. Aveva gli occhi spalancati e grondanti di pesanti lacrime. Queste non tardarono a colargli lungo le guance sbiancate.

«Non sei felice, Izuku?».

Sorpreso da quella voce calma, l'Omega guardò stralunato il suo Alpha che sorrideva senza trattenere la sua gioia. Annuì debolmente. Lo era davvero e anche un po' spaventato.

«C'è un bambino dentro di me...» sussurrò prima di scoppiare a piangere.

Tese le braccia a Katsuki; questo lo abbracciò stretto e lo sollevò come una principessa. Haruka tentò di non commuoversi, tuttavia, in quando Omega, non poté trattenersi molto.

«Kacchan... c'è un cucciolo dentro di me!».

«Izuku, ti amo! Anzi, vi amo!».


Il capitolo più bello del libro della storia di Katsuki e Izuku fu scritto dal loro piccolo principe, Hiroshi Bakugo, dai capelli come una nuvola in un tramonto dolorato, alcune ciocche verdi come l'erba della primavera e incredibili occhi rossi come la passione che univa e avrebbe unito per sempre una Leggenda e un coraggioso Alpha che aveva saputo aspettare e nutrire un amore senza tempo.


The End

Ymir - BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora