«La ruota panoramica!» squittì Izuku. «Non ci sono mai salito su ma so che al punto più alto puoi vedere cose spettacolari!».
Katsuki sogghignò, una mano nella tasca stringeva per abitudine il cellulare. Era stato il suo Alpha a suggerirgli di aspettare quell'ammasso di ferro e vedere il sorriso illuminato da occhi ampi e belli gli fece sentire una piacevole stretta allo stomaco.
«Kacchan, saliamo anche noi?» domandò.
«Sì, certo».
Izuku lo prese nuovamente per mano per dirigersi, a passo svelto, verso la fila di persone. Dire che fosse emozionato sarebbe stato decisamente riduttivo. Katsuki studiò attentamente la piccola mano intorno alla sua. Era così forte eppure tanto delicata.
I due erano, ormai, incanalati nella giusta direzione.
Il brusio delle persone era forte, a tratti fastidioso.
Katsuki guardò Izuku accanto a lui e con la coda dell'occhio: quel sorriso era fottutamente presente sul viso niveo e più lo guardava più non ne poteva fare a meno. Inspirò ed espirò un po' di frustrazione giusto un paio di volte.
All'improvviso, però, Izuku si irrigidì vistosamente. La sua espressione mutò in una perfetta ricostruzione dello sgomento, la sua testa per un attimo vuota e incapace di pensare razionalmente girò dall'altra parte.
Dietro di loro due grossi ragazzi del terzo anno di qualche Liceo scadente sogghignavano. Avevano entrambi le teste rasate, numerosi piercing al naso, al labbro e alle orecchie, giacche in pelle e unghie dipinte di nero.
Izuku socchiuse gli occhi mentre li osservava prima di tornare a guardare davanti. Con un piccolo passo insicuro portò il suo corpo più vicino a quello di Katsuki. Fu un tocco leggiadro che l'Alpha recepì molto bene contro un suo pettorale.
Eppure, dopo pochi secondi, a Izuku venne di nuovo palpeggiato il sedere ma nell'attimo in cui, furioso, si voltava, uno dei due finse di inciampare e gli assestò una pesante gomitata nella schiena.
«Oh, scusaci! Ma sai, ci stai intralciando, stupido Omega!» sogghignò quello più alto.
«Gli Omega dovrebbero solo inginocchiarsi e succhiare cazzi» precisò l'altro che aveva osato colpirlo.
Katsuki divenne furioso come mai prima d'ora: era pronto a spaccare i nasi a quei brutti ceffi ma un odore acre e pungente lo portò immediatamente a guarda Izuku che aveva il viso accartocciato nel dolore. Era ricurvo leggermente in avanti, una mano sul punto colpito e l'altra che cercava qualcosa nel marsupio trasversale sul petto.
«Izuku! Oi!» disse spaventato.
Katsuki non poté occuparsi bene di Izuku che in un breve lasso di tempo entrambi furono letteralmente spinti in una cabina della ruota panoramica.
Izuku prese posto di fronte al biondo, con ancora la sofferenza sul viso così pallido da spaventare. La sua mano era infilata nella tasca più grande del marsupio e le dita armeggiavano contro qualcosa che produceva un rumore a tratti scoppiettante.
Katsuki lo ascoltò con attenzione ma non riuscì ben a capire. Gli vennero in mente molti oggetti ma nessuno giusto. Izuku non tirò fuori i suoi medicinali per il dolore improvviso, ponderò attento quell'audace decisione di sopprimere quella miriade di aghi invisibili che puntellavano la sua colonna vertebrale, appena sopra il coccige e sotto ai polmoni.
Kacchan non doveva sapere. Non doveva preoccuparsi. Il suo corpo poteva farcela.
Rimase in silenzio per ingoiare ciò che stava provando.
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Ymir - BakuDeku
FanfictionAu, no Quirk! Due pattinatori, due strade completamente differenti, chi vuole diventare il Campione del Mondo Intero e chi intende Ritirarsi. Un Alpha e un Omega che intrecceranno il loro amore sul ghiaccio di una pista fino all'eternità. Potrebbe e...