Chapter 9: Inizio

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La musica finì.

Katsuki ansimava, il sudore era come fumo che lasciava il suo corpo fiero, il pugno alzato al soffitto e le gambe leggermente divaricate in una posa di vittoria. Arrivò, poi, un immenso boato di applausi e poco dopo, sul tabellone, un punteggio massimo.

Il biondo pattinò verso la panchina con le palpebre socchiuse.

Eppure, come un soffio, un odore familiare gli raggiunse le narici. Gli occhi divennero ampi e puntarono alle figure che lo acclamavano, dinanzi a lui. Denki era tra le braccia di Eijiro che piangeva, probabilmente per la notizia che sarebbe diventato papà ad un'età davvero giovane ma in fondo lui non aveva mai nascosto di volere figli ed amava i bambini.

Shota lo applaudiva ma quella vittoria non riusciva a realizzarla a pieno. Tutto gli scorreva dinanzi e intorno come una moviola: Katsuki voltò la testa verso l'entrata che collegava gli spogliatoi al corridoio e alla pista... smise letteralmente di respirare.

Un paio di occhi verdi lo guardavano sorridenti.

Un sorriso sincero e tremolante risplendeva sotto a un mare di lentiggini.

No. Non era che un sogno, vero?

Era così spossato che la sua mente gli aveva materializzato, beffarda, uno dei suoi sogni ricorrenti. Una vittoria sicura, lui che tornava in panchina e c'era l'unica persona che non aveva mai potuto dimenticare.

Dopodiché le braccia di Denki ed Eijiro lo strinsero con una tale forza da far esplodere quella bolla in cui era finito inconsapevolmente. Katsuki espirò e lui non scomparve, rimase in piedi ad applaudirlo, avvolto in una giacca grigia, dei jeans e una camicia bianca.

Il berretto non nascondeva bene i riccioli verdi. Le scarpe rosse erano davvero troppo familiari!

Le lacrime colarono sulle guance del giovane Alpha ventenne. Denki ed Eijiro lo spinsero delicatamente a raggiungere quello che non era un miraggio.

Ogni passo strascinato fu lento, una lotta interiore contro ciò che era vero e falso, giusto e sbagliato. Le braccia si aprirono, le mani formicolarono e solo quando strinsero quel piccolo corpo pianse il suo dolore.

«Izuku...!» disse in un lamento di gioia.

«Sono tornato, Kacchan» sussurrò il verdino. «Grazie per avermi aspettato».

Il biondo scosse il capo prima di baciarlo con grande passione.

«Dovrai farti perdonare per bene» lo minacciò tuttavia accarezzò con i pollici quel viso tanto mancato che non era cambiato.

Izuku si era fatto alto solo di pochi centimetri, aveva perso tutta la muscolatura diventando quasi un piccolo scheletro ma i suoi occhi e il suo odore erano ancora come li ricordava. Immutati.

Katsuki lo strinse nuovamente e ancora lo baciò.

«Abbiamo molto da recuperare, Deku» gli sussurrò in un orecchio.

«Ogni giorno lontano da te è stato un tormento... ho pensato che se fossi scomparso non ti avrei trascinato in un mondo pieno di rimpianti e dolore ma ho sbagliato e la cosa che mi fa più male è che ti avrò fatto soffrire maledettamente» Izuku strinse il pugno sul petto muscoloso dell'Alpha, la fronte la premette su quel cuore così forte ed impavido.

«Izuku, lo capisco... ma avresti potuto parlarmene» aggiunse Katsuki.

«Ora sono qui e so che voglio passare la mia vita con te, Kacchan» disse Izuku. «... se tu lo vorrai».

Katsuki spalancò gli occhi, incredulo. «Intendi che...».

Izuku inclinò un po' il capo, le sue dita accompagnarono la linea del collo che si univa alla spalla e poco più in basso capeggiava la clavicola.

«Voglio essere il tuo Omega ufficialmente, con un morso... e se lo vorrai, in futuro-».

«Sposami, Izuku».

Il verdino lo guardò completamente congelato. Come un déjà-vu sulla ruota panoramica di quasi tre anni prima, rivide la medesima espressione seria e priva di dubbi. Gli occhi di Katsuki erano due rubini lustri, un mare di passione e amore.

«Sposami, Izuku e costruiamo una famiglia insieme».

Il verdino deglutì prima di abbassare lo sguardo sulle dita nervosamente intrecciate insieme.

«Non potrei darti un cucciolo neanche se volessi. Tutti quei soppressori-».

«Io aspetto un bambino, Izuku» lo interruppe felice Denki. «Non smettere mai di avere fiducia. I miracoli, prima o poi, accadono».

Il verdino spostò lo sguardo ampio ed incredulo sul pancino dell'Omega che aveva reso visibile alzando la felpa. Eijiro gli sorrise calorosamente.

«E' stata la migliore notizie che potessi ricevere, dopo il mio argento di oggi!» esclamò raggiante il rosso crinito.

«Quante cose mi sono perso in questi anni?» mormorò dolcemente Izuku.

«Molto ma che importa? Ormai sei qui, no? Scriviamo il resto di questo racconto insieme, Izuku» rispose Katsuki.

La schiena la drizzò a un moto di determinazione, Katsuki si inginocchiò dinanzi al suo Omega tenendo sollevato un palmo a mezz'aria.

«Sposami, Izuku» disse.

Il verdino premette le mani sulla sua bocca, incredulo. Sul grande schermo a led tutti videro quella proposta di matrimonio senza ancora anelli.

«Sposami, Izuku» ripeté Katsuki prendendogli la mano per baciarne il dorso. «Perché non potrei immaginare la mia vita con nessun altro al mio fianco».

Izuku pianse con più foga, incapace di parlare. Non pensava che raggiungere il suo amato dopo aver atteso troppi mesi divenuti poi anni, lo avrebbe condotto a un nuovo capitolo della sua vita.

«Ti prego, sposami».

Izuku fece un passo avanti ma fu allora che una fitta di dolore gli fece perdere l'equilibrio. Veloce, spinto dalla forza dell'amore, Katsuki lo afferrò tra le braccia e in stile sposa. L'Omega che si aspettava la durezza del pavimento e un dolore terribile dischiuse gli occhi e ne rimase folgorato. Katsuki continuava a guardarlo e a sostenerlo senza battere ciglio.

«Sposami» sussurrò un'ultima volta.

Izuku sorrise dolcemente. Le braccia cercarono le forti spalle, le labbra saggiarono quelle più sottili e roventi.

«Kacchan, voglio sposarti» gli disse in un sussurro.

«Quindi è un sì?» sogghignò il biondo.

«E' un ».

Dagli spalti arrivò un applauso così forte e travolgente come un'onda da cavalcare.

Katsuki, felice, tornò in pista con Izuku tra le braccia. Urlò la sua gioia, non si curò delle sue lacrime di gioia. Volteggiò e si beò di un momento meraviglioso.

Quel era stato il più grande e vero trofeo mai vinto. La sua vita era diventata improvvisamente più interessante.

«Voglio fare le cose per bene» disse l'Alpha. «Voglio corteggiarti, morderti e sposarti».

Izuku gli premette la guancia contro la sua e rimase aggrappato a quelle forti spalle mentre assaporava, con gli occhi chiusi, quella danza d'amore sul ghiaccio...

Ymir - BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora