Chapter 8: Fratello Mio

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Katsuki era un atleta eccezionale.

Ogni quotidiano, notiziario, social, pagina web parlava di lui come un autentico uragano di equilibrio e potenza ma sempre e secondo all'unico Omega che aveva cambiato radicalmente le mentalità su un atleta con un genere debole.

«Bakugo, sei un vero astro nascente! Che ne è stato di Midoriya?».

Quel giornalista ficcanaso! Katsuki lo fissò torvo mentre la medaglia d'oro ciondolava al suo collo e le gocce di sudore imperlavano il suo viso ambrato.

«Il tuo Omega ti ha abbandonato?».

Katsuki socchiuse pericolosamente gli occhi ma non rispose.

«Il mondo dello sport sarà sempre e solo per Alpha. Gli Omega hanno un unico posto, dopotutto. Restare a casa a figliare».

Katsuki gli afferrò il microfono con uno scatto: un cameraman, sbigottito, fece inavvertitamente uno zoom su quegli occhi rossi che brillavano di tristezza e collera.

«Ascoltami, dovunque tu sia! Quello non era un Addio! Ti sto aspettando! Sono passati due anni, quasi tre ma ancora non ho smesso di cercarti! Torna da me» Katsuki inspirò a fondo ed urlò: «Torna da me, IZUKU!».



Lacrime.

Una dopo l'altra, nonostante avesse cercato di dimenticare quell'Alpha che aveva conquistato il suo cuore, erano cadute sul suo viso scarno e pallido dove la sua crescita aveva modellato ancor di più le sue forme fanciulle di un viso perennemente bambino.

La stanza della sua camera d'ospedale diventò improvvisamente una prigione e il suo cuore s'incrinò ancora una volta.

L'intervista dell'ultima competizione da singolo pattinatore vinta da Katsuki con un Oro riecheggiava nella sua mente. Quella dichiarazione d'amore era stata capace di far saltare il tappo di una bottiglia dove aveva deciso di seppellire tutto, dal suo amore per il Pattinaggio Artistico a quello di un Alpha che con lui avrebbe dovuto rinunciare a molto.

Izuku sferzò la leggera coperta sul suo magrissimo corpo e con estrema fatica portò i piedi oltre il letto. Le stampelle tra il comodino e le sbarre tubolari del suo giaciglio le afferrò così strettamente da sbiancarsi le nocche ossute.

Con immensa fatica compì il primo passo, la sua colonna vertebrale protestò con una fitta acuta e dolorosa che esplose in tutto il suo corpo. Izuku boccheggiò ma non si arrese ed avanzò lentamente, passo dopo passo, verso la porta.

Le parole di Katsuki... semplicemente non poteva dimenticarle.

«Kacchan... aspettami...»...



Katsuki sospirò.

Aveva vinto un'altra competizione la settimana scorsa e ora ne attendeva un'altra. Sedeva, da solo e con un completo aderente rosso fuoco pieno di strass, in uno spogliatoio piccolo.

I suoi occhi fissavano il vuoto. La sua mente perfettamente calma continuava a condurlo nei ricordi più belli di quasi tre anni fa. Come avrebbe mai potuto dimenticarsi di Izuku? Avrebbe conservato quel dolore provato nel vederlo svenire tra le sue braccia.

Avrebbe sentito il male non fisico all'infinito per ogni volta che si sarebbe ricordato di ogni singola parola del medico che aveva parlato con Inko.


Lesione irreversibile della colonna vertebrale con perdita del sessanta per cento della mobilità delle gambe.


Poi era emerso, da Yagi, il vero motivo del ritiro di Izuku al culmine della sua carriera agonistica. Era stato un infortunio grave, dopo una caduta provocata da un Alpha incapace che era stato raccomandato da una ricca famiglia corrotta per far coppia con lui durante una competizione.

Katsuki, scosso, aveva preso il tablet del biondo magro tra le mani per leggere una notizia scomparsa dal web dove si spiegava che Izuku aveva subito un tremendo infortunio che prevedeva l'abbandono del mondo del pattinaggio.

Non avrebbe mai scordato lo shock provato nel cuore. Izuku aveva insistito per poter essere il partner di Katsuki quando Shota ne aveva parlato con Yagi per trovare un degno sostituto.
Era stato lo stesso Izuku a volersi mettere un'ultima volta in gioco. Ed ancora, era stato quel dolce Omega a sfidare la sua lesione. Infine, era stato quel fanciullo angelico a concedergli lo slancio giusto nel mondo del pattinaggio ad altissimi livelli.

Katsuki ringhiò tra i denti.

Ancora. Ancora una volta, a quei ricordi, sentiva di nuovo il dolore e la colpevolezza dentro il petto. Se solo l'avesse saputo che pattinare avrebbe aggravato in modo irreversibile quell'infortunio!

In un moto di follia aveva perfino salvato e conservato la pagina web del tablet di All Might sul suo smartphone e l'aveva letta così tante volte da averla imparata a memoria.

«Katsuki».

Il biondo Alpha guardò il fratello minore appena entrato nello spogliatoio. «E' ora».

E, con una grande fierezza, lasciò la panchina ormai calda sotto al suo corpo per camminare verso l'uscita e andare incontro al suo sicuro successo.

Concesse un sorriso al fratello guarito e finalmente ad un peso accettabile. Come d'abitudine, lo spinse alle sue labbra per un bacio contro la fronte. E fu allora che un odore dolce gli raggiunse le narici.

«Sai... in questi tre anni ho iniziato a smettere di prendere continuamente soppressori. Il mio ultimo calore l'ho passato con Eijiro».

Katsuki sollevò le sopracciglia, nella sua mente cominciò a farsi strada un'idea capace di sconvolgere e aprire un nuovo capitolo della vita.

«L'ho detto ai nostri genitori... e sono felici di avere un nipote».

Katsuki lo abbracciò in un moto di dolcezza, facendo una piroetta. Due lacrime colarono lungo il suo viso entusiasta.

«Eijiro lo sa?».

«Glielo dirò non appena finirà la sua esibizione da singolo. Sai... sono un po' spaventato ma tanto felice. Mi ero messo l'anima a posto perché sapevo che non sarei mai rimasto incinto. Ero infertile. E invece...» Denki strofinò la mano sul piccolo pancino sotto la felpa gialla. «E' davvero un miracolo. Certo, compirò diciannove anni tra un paio di settimane ma, sono davvero raggiante!».

Katsuki, improvvisamente, sentì il bisogno di stringersi ancora una volta a Denki. Non era intenzionato a buttare fuori le sue emozioni ma non poté resistere: i suoi tremolii divennero prima singhiozzi silenziosi e poi un pianto disperato.

«Sai, sono sicuro che dovunque sia Izuku ti abbia sentito» gli disse morbido.

«Io... io non lo so, Denki» ammise l'altro. «Da Musutafu fu trasferito una settimana dopo ad un ospedale di Hokkaido e poi è svanito nel nulla. Continuo ad aspettarlo ma sto perdendo le speranze. Il suo amore, forse, non era reale».

«NO» ammonì Denki.

Katsuki fremette mentre incrociava quegli occhi onice velati di dolore. 

«Non devi mai dubitare dei sentimenti di un Omega! Izuku era veramente innamorato di te, Katsuki e sono sicuro che dentro il suo cuore sono rimasti ancora quei sentimenti!».

«Allora perché continua a farmi soffrire in questo modo? Che cosa gli ho fatto?!».

Denki sospirò mentre gli prendeva il viso tra le mani e cancellava le lacrime con i pollici.

«Sai, per un atleta un infortunio è sempre qualcosa di devastante. Non posso minimamente immaginare cos'abbia provato e cos'abbia dovuto passare Izuku... A volte scappare e lasciare anche la cosa alla quale si tiene di più in assoluto è la scelta più naturale».

Katsuki strinse ferocemente i denti, ricurvo con la fronte poggiata sul petto del fratello minore. Il suo cuore ormai sanguinava.

«Non perdere le speranze, Kat».

L'Alpha annuì, le lacrime le strofinò con un certo ritrovato vigore. Doveva dedicare quella sicura vittoria di nuovo e ancora ad Izuku! Denki aveva ragione: non poteva affatto arrendersi!

Ymir - BakuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora