Capitolo 3: Dolce attesa

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Due cose impedirono alla Pallade di malmenare malamente il principe dell'olimpo, la prima era la sua indole calma che riprese il sopravvento sull'ira improvvisa, mativata anche dal fatto che sarebbe stata severamente punita.

Il secondo motivo invece era lo sguardo di quel barbaro praticamente in estasi per la situazione.

Arrossendo lievemente al pensiero che stesse solo dando piacere al suo nemico mollo la presa, per continuare la sua offensiva verbalmente.

At:"Come hai osato rovinarlo in quel modo?!?!"

Ar:"Non capisco proprio a cosa tu ti riferisca nobile sorella", disse facendo il finto tonto.

At:"Diortho", sibilò," lo hai corrotto con i tuoi sporchi vizi!"

Ar:"Non ho fatto altro che dagli quello che tu non volevi e non eri in grado di dargli".

At:"Risparmiami queste sciocchezze", fece un gesto con la mano come per dire 'impossibile',"lui non è una bestia come te".

Ar:"Tsk, ovviamente", rispose un po' infastidito, "ma sicuramente a sempre voluto farlo, l'unico motivo per cui non là fatto prima è perché aveva paura di essere trasformato in un insetto merdoso", la indicò accusatorio.

At:"Qui ti sbagli, lo conosco meglio di te e sò che non ha mai fatto certe cose perché sapeva che erano sbagliate"

Ar:" Pff", sbuffò, " fammi il piacere, non aspettava altro che staccarsi da quella sottospecie di moglie "

At:"Cos'hai con sua moglie adesso?"

Ar:"Ma come? Non lo conoscevi così bene? Odiava quel matrimonio, la sposata sotto tuo consiglio perché era conveniente"

At:"Oh ma che bravo fratello maggiore! ", sbatte le mani per enfatizzare la frase ironica, " non fare finta che te ne freghi veramente qualcosa, lo hai fatto solo per colpire me"

Ares apri la bocca e gonfiò il petto per portare avanti ancora quella battaglia, prolungando il fiato sospeso del pubblico, quando senti un battito d'ali e le porte che si aprivano.

Tutti si voltarono e videro la dea messaggera Iride, con le sue caratteristiche ali d'oro e i lunghi capelli arcobaleno portati a treccia.

La coloratissima dea stava per prendere la parola, quando realizzò la scena che aveva davanti, sgranò gli occhi.

I:"Oh Zeus mi sono persa qualche tragedia?!", Disse con l' agitazione di chi si gira per un secondo perdendosi qualcosa di fondamentale.

Iride a differenza di Ermes era destinata a portare notizie nefaste, normalmente a nessuno piacerebbe fare l'uccellaccio del malaugurio, ma lei non poteva fare a meno di trovare interessanti le tragedie e le catastrofi.

At:"Niente che ti possa interessare", disse Atena ruotando gli occhi, "piuttosto, è successo qualcosa di grave?"

I:"Purtroppo no", sbuffo,"il grande capo a mandato me perché il signorino li era indaffarato acquantopare"

Indicò distrattamente verso l'altro messaggero, che sorrise colpevole grattandosi la nuca.

I:"Mhp mhp", si schiarì la voce, " sono qui per annunciare che il Regina dell'olimpo Era è incinta", disse con molta meno enfasi di quanta ne servirebbe.

Tutto il locale si rianimò dal silenzio tombale e uscirono per dare omaggio.

.....

Nella sala del trono si riunirono tutti gli olimpi e i dei minori per congratularsi, dopo numerosi auguri e un po' di aperitivi improvvisati, nella stanza rimasero solo i 12 dei principali.

Ares stanco di fingersi interessato fece un brevissimo inchino per poi dirigersi verso l'uscita, Atena però non aveva ancora finito con lui, fece come sempre un impeccabile inchino e lo seguì a passo svelto .

Dopo chissà quante ore di noia il guerriero non aveva le forze nemmeno per una sana litigata, per questo decise che l'avrebbe ignorata, o almeno per quella sera.

Il portone però si aprì con un cigolio prima che potessero uscire, mostrando tre donne, una vecchia alta con i capelli bianchissimi e il naso aquilino, un' adulta poco più bassa con capelli neri e grigi e una giovane basse e tracagnotta, tutte erano senza occhi.

Erano  Lachesi, Clotho e Atropo, meglio conosciute come le parche.

Con passo coordinato arrivarono davanti al trono di Era.

Tutti stettero zitti perché sapevano che la loro presenza significativa solo una cosa, profezie.

La vecchia tirò fuori dalla sua  tunica logora un occhio, per poi metterlo in una delle due cavità mancanti.

L:"Salute Enio"

Le due divinità della guerra drizzarono ancora di più le orecchie, con enio ci si riferiva al grido di battaglia, ci sarebbe stata dunque qualche un'altra dea guerriera?

L'occhio passo alla parcha di mezzo.

C:"Salute coro della battaglia"

Ok ormai era confermato.

L'occhio passo all'ultima parcha.

Atropo:"Salute causa di un grande scontro "

Atropo si tolse l'occhio.

Sempre simultaneamente le dee del destino si inchinarono, e scomparvero com'erano apparse.

Le prime due profezie erano di ovvio significato, era la terza che suscitava non pochi interrogativi, tutti si accalcavano per questo intorno al bel Apollo che però non sapeva dare spiegazioni.

La patrona di Atene consiglio di rimandare a domani le domande, aveva ancora un dibattito da portare a termine.

Si girò e con lo sguardo cercava la brutta faccia di quel barbaro, ma senza successo.
( Ha approfittato della confusione per andare via)

....

"Non finisce qui", mormorò la saggia dea mentre si adagiava nel suo talamo.

Ares x AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora