Capitolo 8: Scuse come si deve

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Ogni minuto del suo tempo libero, Atena lo spendeva con la sua nuova allieva, che quando era indaffarata si allenava con piacere insieme al dio della guerra.

Sembrava quasi che la loro futura nuova collega avesse contribuito alla loro pace appena istauratasi .

Ormai la presenza l'uno dell'altra non dava quasi più fastidio, anche se non condividevano le stesse idee su molte cose, ciò per fortuna non innescava alcun conflitto.

Nel carattere Enio era simile in tutto e per tutto al fratellone, barbarica, poco elegante, irascibile e tutto il resto.

Ma di certo non le si poteva dare della stupida, nonostante sembrasse combattere a casaccio ogni suo colpo era ben pensato, dimostrava anche ottime abilità da stratega, anche se, preferiva di gran lunga combattere personalmente.

Ar:"Se continua così quando sarà completamente sviluppata mi sa che ci toccherà trovarci un'altro lavoro ", disse  alla collegare mentre guardavano la loro allieva.

At:"Non manca molto a quel giorno", disse Atena mentre Enio decapita una copia di Talos.

La principessina atterrò sulla testa meccanica, ammaccandola ulteriormente.

Ar:"Benissimo, ma ora guarda e impara  come combattano due veri maestri",  si fece scrocchiare le falangi.

I due guerrieri iniziarono a combattere, mentre Enio li guardava sognante, ad un certo punto però si accorse di un dettaglio.

EN:"Posso farvi una domanda?"

At:"Ma certamente ", rispose Atena durante lo scambio di colpi.

En:"L'energia dello scontro di quando sono nata era imponente, ti dava la voglia di combattere, ma era... non so come dire, più violenta e ti lasciava l'amaro in bocca non so se mi spiego"

Gli dei maggiori tacquero  a quel ricordo.

En: "ora invece è moooolto diversa, ti fa divertire, come mai?"

At:"Perché noi due avevamo una faccenda da sistemare ", rispose velocemente.

Ar:"Di nome Diortho ", disse il barbaro  come al solito senza riflettere.

Seguì un forte rumore metallico, e lo sguardo della dea si inscurì.

En:"E chi era?", continuò incuriosita.

At:"Un grande uomo che però fu portato alla rovina più totale", disse tutta in un fiato la dea con un tono aspro.

Ar:"Oh andiamo non vorrai dirmi che sei ancora arrabbiata per quella storia", disse quasi esasperato.

At:"Non mi pare tu ti sia mai preso la briga di scusarti", rispose a tono.

Entrambi iniziarono a scaldarsi, infondevano quella rediviva ira in ogni loro colpo.

Ar:"Ok va bene SCUSA, ma non sono per niente pentito, tu lo tenevi in gabbia quell'uomo!"

At:"Essere dei maiali non è una cosa di cui vantarsi!"

En:"Ora basta finitela!", la giovane dea si alzò in piedi sprigionando la sua aura.

Non poteva sopportare di vedere le due persone a cui voleva più bene litigare, le quali vedendo il dispiace nei suoi occhi i fermarono vergognandosi di essersi comportati in quel modo di fronti a lei.

Enio poi si sedette per terra.

En:"Raccontatemi questa faccenda da capo"

La principessa pur troppo contro la sua volontà, oltre all'arte della guerra si dovette dedicare ad altre discipline, come filosofia per esempio, grazie alla quale si fece una opinione sulla faccenda nonostante i suoi pochi giorni.

En:"Capisco", annui col capo per darsi un tono," sorellona mi dispiace dirtelo ma sei stata troppo restrittiva col tipo lì "

Atena abbassò il capo mentre Ares le rivolgeva un sorrisetto vittorioso.

En:"Mentre tu fratellone", Ares si girò di scatto pensando che avesse finito," dovevi moderare di più il tuo scherzo, lo hai rovinato "

---(dopo)

Dopo essersi presi una bella lavata di capo da una ragazzina, le divinità della guerra stavano guardando giù dell'olimpo.

Ar:"Ma cosa cazzo le insegni oltre a combattere ",disse  voltandosi verso di lei.

At:"Ad essere megliore di noi",rispose secca senza distogliere lo sguardo dal vuoto sottostante.

Ar:"Mhp", si alzò," vado a scusarmi con il diretto interessato".

Atena lo guardo sbalordita.

At:"Forse è meglio che mi scusi pure io"

Ar:"Si te lo stavo per dire"

At:"zitto"

Si buttarono giù trasformandosi in una civetta e in un avvoltoio.

Atterrarono nei pressi di un umile abitazione in mezzo ad un bosco, Diortho uscì proprio un quel momento con un ascia in mano per raccogliere la legna.

Alla loro vista, lasciò cadere l'attrezzo e si inginocchiò.

D:"Miei dei"

At:"Alzati", disse mettendogli una mano sulla spalla.

At:"Siamo qui per porgerti le nostre scuse", Atena non lo lasciò rispondere," io ... io  ti ho imposto così tanti divieti da farti soffocare, ho sbagliato", chinò la testa,"ti prego di accettare le mie scuse ".

D:"Oh divina Pallade, non lo hai fatto con l'intenzione di farmi del male, come potrei non accettare le scuse di colei che mi ha portato alla grandezza "

Ar:"Io invece bhe...", si fece avanti un po' a disagio grattandosi la nuca," ti ho usato per una vendetta, è colpa mia se sei ridotto uno schifo ora", disse schiettamente a modo suo.

D:"Mi hai condotto in avventure  nuove per me, e per ringraziarti accetto le tue scuse"

Seguì un lungo periodo dove i figli di Zeus aiutarono Diortho a rimettersi in sesto e a ritornare ancora il più grande eroe di tutta la Grecia.

((STO CAPITOLO È VENUTO PROPRIO MALE))











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