3- job

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Il cantante si asciugò gli occhi umidi col palmo della propria mano e fece qualche passo indietro. "Perché continui a seguirmi?"

"Per aiutarti, no?" Rispose Louis con tono ovvio, staccandosi dal muro ed avvicinandosi. "Ma la vuoi smettere di indietreggiare ogni volta che mi avvicino? Lo sai, è maleducato da parte tua"

"E allora te smettila di avvicinarti a me"

"Sto cercando di aiutarti, ok?" Esclamò il ragazzo, disintrecciando le braccia. "È successa a me la stessa cosa, e non avevo nessuno vicino a dirmi cosa stesse accadendo, e stavo letteralmente impazzendo. Voglio solo aiutarti a capire perché gli altri non ti sentono, e, comunque, voglio pure parlare con qualcuno. Sono anni che non parlo con nessuno. Non pensavo sarei mai stato più i grado di rifarlo"

"Ma di che cosa stai parlando, io- non riesco a capire"

"Si, quello era intuibile" scherzò Louis ridendo. "Hai fatto un incidente, Harry. Una furgone si è schiantato addosso a te, ed ora stai in coma"

Harry scosse la testa, non volendo credere a nemmeno una parola che Louis stava dicendo. "Sei un bugiardo, non è vero. Io sto qui. Su questo marciapiede. E sto parlando con te. Non credi che non potrei farlo se fossi sdraiato su un letto di ospedale?"

"Non sei qui. Beh, mentalmente si, sei qui, ma il tuo corpo è ancora nell'ospedale"

"Si, ok, io me ne vado"

"Nessuno riesce a sentirti, o a vederti" continuò il liscio. "Fai due più due"

"Tu sei pazzo"

"Su questo hai probabilmente ragione, ma non ti sto mentendo"

"Addio, e non seguirmi" Harry se ne andò, facendo sbuffare il liscio. Corse via per qualche secondo, quando vide la figura di Louis davanti a lui e si dovette fermare. "Ma- come-" borbottò a bassa voce, guardandosi indietro.

Giusto tre secondi era dietro di lui, ora era davanti a lui? Come era possibile? Non lo aveva nemmeno visto correre.

"Possiamo solamente parlare per qualche second-"

"Lasciami stare!" Urlò il cantante, tagliandogli il discorso, e correndo via di nuovo, ma dall'altra parte.

"Certo che sei testardo" era di nuovo di fronte a sé. "E sei molto lento, comunque"

"Tu- tu eri lì tre secondi fa" Esclamò indicando il punto dove Louis era poco prima. "Ma ora sei- come è possibile?"

"È una delle cose che so fare" rispose Louis alzando le spalle. "Posso insegnarti, se vuoi"

"Stai il più possibile lontano da me" fu la sua risposta, riprendendo a correre. Mentre correva, si guardava attorno, per assicurarsi che quello strano Louis non lo stesse seguendo di nuovo.

Riuscì a smettere di correre e riprendere semplicemente a camminare quando si accertò che era da solo.

Non sapeva cosa fare. Provò a parlare con qualcuno. Persone che gli camminavano di fianco o sulla strada, ma niente. Nessuno gli rispondeva, o guardava. Tutto quello era impossibile. Harry stava decisamente sognando, o non si spiegava.

"Hai fatto un incidente, ed ora stai in coma"

Era una stupida idea. Non era possibile. Harry lo saprebbe se fosse in coma... ma dove accettarsene. L'altro giorno di era risvegliato in un ospedale, dopo tutto. Era una stronzata, ma forse era meglio controllare.

Prese un bel respiro e si incamminò verso l'ospedale del giorno prima. Arrivò dopo venti minuti, stanco morto, per colpa della lunga camminata sotto il sole bollente di mezzo giorno, ma doveva andare fino in fondo a quella faccenda.

Two Ghosts || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora