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-Signor D. aspetti!

Percy quasi non credeva alle sue parole, tuttavia quel giorno aveva già preso una piega bizzarra ben prima della "fuga" del direttore. Il figlio di Poseidone era giunto al campo per salutare Chirone e gli altri amici mezzosangue assieme ad Annabeth. Dopo il disastro delle battaglie contro il triumvirato, Percy era giunto a conoscenza della morte dell'amico figlio di Giove. Lui e Annabeth si sono aiutati a vicenda durante i primi giorni di lutto, non colpevoli ma comunque addolorati di non aver potuto raggiungere il campo Giove per assistere ad i riti funerari. Ma, come tutte le cose, il dolore era passato, trasformandosi in nostalgia e ricordi dei momenti migliori passati assieme. E fu proprio quella nostalgia a portare i due semidei a visitare il campo mezzosangue finiti gli obblighi scolastici, ma quello che li attendeva non fu una piacevole e spensierata giornata tra i campi di fragole. Il campo era in subbuglio, appena giunti nei pressi del confine vennero immediatamente fermati da una pattuglia di guardie armate di tutto punto, interrogati e, solo allora, vennero scortati fino alla casa grande. I ragazzi che giravano tra le capanne erano di corsa e dallo sguardo nervoso, o vigili e sull'attenti, a parte i figli di Ares, loro parevano in brodo di giuggiole. Mentre Percy passava di fianco alla capanna del dio della guerra, Clarisse lo vide e lo salutò con un sorriso da un orecchio all'altro mentre si faceva aiutare da un figlio di Efesto a saldare unna lama di spada ad una biga da guerra (già riempita di lame su ogni lato).

Non appena giunsero alla casa grande, il direttore uscì dall'edificio di corsa, quasi sbattendo contro i due.

-non ora, Terry, questa volta non posso dilungarmi in chiacchere.

-la prego! Cosa diavolo sta succedendo?!

Dioniso si girò di scatto, guardando il figlio di Poseidone, intanto Annabeth si era diretta dentro la casa, in cerca di Chirone.

-top secret! Non posso dirti nulla, ora, se vuoi scusarmi...

Si girò di nuovo. Percy rimase interdetto, poi però, il Dio si fermò di nuovo e parlò dandogli le spalle.

-Hikanatoi... se fossi un mortale ne starei alla larga...

Poi scomparve in una nuvola al sapore di diet coke.

Il figlio di Poseidone entrò nella casa grande più confuso di prima. Trovò Annabeth intenta a parlare con Chirone, il centauro pareva essere invecchiato di vent'anni. La figlia di Atena si rivolse al fidanzato con uno sguardo preoccupato.

-sta succedendo qualcosa di gravissimo, Chirone, glielo spieghi tu?

il centauro annuì con sguardo serio.

-certo. Percy qualcosa sta arrivando, qualcosa di terribilmente pericoloso. Abbiamo provato a contattare Nuova Roma con dei messaggi iride ma nulla pare funzionare, gli dei sono silenti ma ci sono troppi segnali per capire che sta arrivando una minaccia.

Il figlio di Poseidone guardò serio Chirone. Si sentiva quasi preso in giro dalle Parche, e, dopo averle conosciute, il sentimento era quantomai reale per lui. Voleva solo passare una vita tranquilla assieme alla ragazza che amava, senza dover rischiare di perdere ciò che aveva a cuore. E, proprio quando pensava di avercela fatta, un'oscura minaccia cala su uno dei luoghi a lui più cari.

-non siete riusciti a contattare nessuno? Neanche...

Il giovane si morse la lingua, gli passò per la mente, come un flash, un'avventura di più di un anno prima: un coccodrillo gigante ed un mago folle, assieme a due fratelli molto particolari. Riuscì a trattenersi in tempo, il maestro aveva già fin troppe cose di cui preoccuparsi.

-...Rachel?

Annabeth terminò la frase del ragazzo e gli schioccò un'occhiata di rimprovero. Effettivamente il giovane oracolo mortale benedetto da Apollo in persona poteva avere delle informazioni vitali, magari persino una profezia. Il centauro si massaggiò la barba curata e abbassò gli occhi.

LA VENDETTA DELLE LEGIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora