VIII

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-ti renderai conto che ora ho molte domande...

Rachel guardò con occhi curiosi Carter, dopo che quest'ultimo si era nascosto la spada dentro la giacca elegante.

-ne sono convinto, ma per adesso è meglio concentrarsi sulla fuga... quando il mio shabti...

-il tuo che?

Il ragazzo fece un piccolo sbuffo.

-quando la statuetta di cera tornerà con le chiavi, dobbiamo trovare il modo di uscire da questo posto. Non ho idea se siamo sottoterra o meno, in ogni caso, è sicuro che ci siano guar-

Come previsto, un frastuono di armature e passi pesanti invase il corridoio. Dopo qualche istante la statuina di cera comparve con un mazzo di chiavi davanti alla cella, lo lanciò al ragazzo e si disgregò in un mucchietto di cera deforme. Il ragazzo aprì la cella.

-dammi la mano

Carter afferrò la mano della giovane facendola trasalire. Aveva le mani ruvide, le ricordavano quelle di Percy, le mani di uno spadaccino. Il giovane pronunciò una parola in quella strana lingua che Rachel intuiva essere antico egizio, un geroglifico dorato comparve sul petto dei due giovani ed entrambi diventarono invisibili.

-ma che diavolo?!

-shh!

Uscirono nell'istante in cui due guardie armate comparvero di corsa nel corridoio.

-dov'è andata quella statua?!

L'altro rispose con voce rotta dal fiatone.

-lo dici tu al Legatus che ti sei fatto derubare da un mucchio di cera?

La guardia squadrò il compagno con sguardo truce. Carter si staccò da Rachel e si mosse dietro ai due, estrasse la spada e, dando un colpo fulmineo con l'elsa sull'elmo del legionario a sinistra, lo fece svenire. Il secondo non fece in tempo ad accorgersene che il ragazzo pronunciò un'altra parola e la guardia si accasciò a terra iniziando a russare pesantemente. L'incantesimo di invisibilità si ruppe e carter cadde in ginocchio, il volto imperlato di sudore. Rachel corse al suo fianco.

-è stato incredibile... voglio dire: stai bene?

Il ragazzo si alzò un po' barcollante e fece un mezzo sorriso alla giovane.

-ho esaurito quasi tutto il carburante. Finché non trovo il mio bastone e la mia bacchetta, niente magie.

La giovane lo squadrò.

-bacchetta? Bastone? Magie? Da dove vieni? Da Hogwarts?

Il ragazzo fece una risatina stanca e diede una delle spade delle guardie a Rachel.

-io sono di Brooklyn, ma mia sorella è cresciuta in Inghilterra, puoi chiedere a lei, però prima, direi di muoverci.

Detto questo si mise a correre per il corridoio seguito dalla giovane.

I due procedettero attenti a girare ogni angolo, quel posto sembrava una prigione angusta e piena di celle, tutte uguali e tutte vuote. Dopo aver schivato un paio di ronde nemiche, finalmente i due giunsero davanti ad una porta diversa dalle altre completamente in metallo. Su di essa era posta una targa in latino.

-dammi un secondo

Il ragazzo cominciò a provare le chiavi del mazzo mentre la giovane faceva la guardia nel corridoio. I passi di alcune guardie iniziarono ad avvicinarsi.

-Carter, presto!

Il giovane rispose con lo stesso tono sussurrato.

-un secondo!

LA VENDETTA DELLE LEGIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora