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Leo non avrebbe mai pensato di sentirsi al settimo cielo perché il pavimento gli stava crollando sotto i piedi, ma in quel momento un sorriso folle gli comparve in volto quando Festus spaccò il pavimento tra loro ed il pazzoide ignifugo. Mentre cadeva ragionando su quante persone lo avevano probabilmente chiamato allo stesso modo, Calipso lo afferrò per la tuta da lavoro e con uno sbuffo di vento sospinse entrambi via dal crollo. Quando la polvere si diradò, tra loro e l'avversario era schierato un dragone di bronzo sputafuoco dai denti a trapano.

-vai bello di papà!

Il mostro emise un ruggito metallico dopo l'incitazione del figlio di Efesto, poi spalancò le fauci meccaniche e..

-ma siete una sorpresa continua!

Il figlio di Vulcano aveva di nuovo lo sguardo colmo di contentezza, come un bambino a cui avevano regalato un giocattolo. Festus si bloccò, piegando la testa di lato e guardando il giovane confuso, della serie: "perché questo assaggino non scappa in preda al terrore?"

-non pensavo ne fossero rimasti altri! Un modello mk-A1... ah, ricordo i tempi in cui feci vedere il progetto a quei figli di Efesto fingendomi del campo... con le risorse di Nuova Roma era impossibile, ma sapevo che voi Graeci ce l'avreste fatta.

Il giovane si avvicinò al bestione metallico, che, con immensa sorpresa di Leo, piegò il capo facendosi accarezzare come un cagnolone giga extra large. L'espressione del giovane si incupì un poco.

-è modificato... non avevo pensato a dei giunti riattaccabili, chiunque l'ha riprogettato potrebbe essere al mio livello, inoltre questo disco di memoria centrale... riparato in maniera ergonomica ed efficiente. Quanto vorrei conoscere questo fabbro...

Leo alzò un dito.

-sono io...

Il giovane lo guardò sollevando il sopracciglio destro.

-come?

-l'ho riparato io... e anche le sfere, le ho messe a posto io...

Sul volto del ragazzo si riaccese un sorriso estasiato.

-Leo Valdez!

Il figlio di Efesto non si era sentito molte volte impaurito del suo stesso nome, ma qualcosa nell'espressione dell'altro giovane gli faceva accapponare la pelle.

-si?

L'altro si mise a ridere di gusto.

-Questo cambia tutto! Verrete entrambi con me! In cambio, lascerò stare la Waystation.

Leo stava per protestare, quando il ragazzo indicò il soffitto istoriato, che iniziò ad aprirsi come un osservatorio, ma fuori, oltre al sole al tramonto, videro un'imponente figura che sovrastava l'intero edificio. Un drago meccanico dalle scaglie di oro imperiale, grande forse due volte Festus.

-ovviamente, se rifiutate, faccio saltare tutto in aria!

Disse allegro il giovane, mentre il drago d'oro spalancava le fauci seghettate.



Percy si mosse nervoso nel pettorale di bronzo. Sembrava una vita che non indossava un'armatura, e pensava che non l'avrebbe più fatto ma eccolo li, sulla spiaggia del campo ad attendere una flotta potenzialmente nemica e armata fino ai denti. Per fortuna al sua fianco c'era Annabeth, al giovane bastò guardare nei suoi tempestosi occhi grigi per sentirsi più sicuro. Lei lo squadrò.

-tutto bene?

-si...si. Pensavo solo che fossi bellissima.

-e piantala. Ti pare il momento?

LA VENDETTA DELLE LEGIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora