Decimo

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Ho sognato un futuro bello, io, un cavallo, un bellissimo cane pastore tedesco, una casa tutta per me e un ragazzo che mi ama per quella che sono.

Invece mi trovo qui che devo raccontare a delle persone estranee ciò che mi è successo. Mi guardano e io non parlo.

<<Natasha, io sono l'avvocato, mi avete chiamato, perché ti è successo qualcosa che a quel che ho capito hai subito abusi e so che non è una bella situazione . Voglio aiutarti, ma dammene modo >> continua a dire Rossi

Io lo guardo e faccio un bel sospiro.
Comincio a parlare, dico chi era e inizio a dire com'è iniziata la dinamica della cosa e lui mi guarda ascoltandomi attentamente.
Continuo a raccontare e ogni frase che dico di ciò che mi è successo, sento mamma che piange, papà che dondola con le gambe e Oleg che stringe i pugni.
Io? Io racconto e mi fa' male la gola. Perché voglio piangere, però mi sforzo a non piangere, perché a Oleg gli dà fastidio che piango.
Quando finisco di raccontare, l'avvocato parla con la sua collega e io non sento più nessuno, sento solo che mi sono chiusa sempre di più.

Adesso come andrà finire? Il mondo equestre finisce qui? Dove andrò a finire?

Tranquilla troverai qualcosa, ma non potevi subire ancora questo e io non c'è la facevo a reggere di più.

Ho paura.

<<Bene Natasha, adesso devi raccontare tutto di nuovo, qui sopra>> mi porge il foglio <<e dopo di questo, ti darò una psichiatra che ti dovrà seguire per un periodo per capire se dici la verità o no e per aiutarti in questo cammino>> continua a dire Rossi.

No, psichiatra no. Guardo mamma ma lei non mi guarda, non voglio andarci, no, no e no.

<< e dove dobbiamo andare da questa psichiatra? >> chiede papà.

<<c'è ne una che abita dove state voi e vi darò tutte le informazioni >> risponde Rossi << dopo di questo dovete andare dai carabinieri a denunciare l'accaduto e poi ci terremo aggiornati telefonicamente >> dice ancora.

Stanno parlando ormai tra di loro, io non esisto più e non so se è un bene o no.
Meglio così, almeno non mi stressano più.
Una volta finito, salutiamo e c'è ne andiamo.
Una volta fuori, mi accendo una sigaretta, mia madre mi guarda male, però non mi dice nulla. Sa che non sto bene e è così. L'unica cosa che voglio fare è andare a casa.
Arriviamo, saliamo in macchina e Oleg ci accompagna tutti a casa. Io mi sono accucciata a lato della portiera a guardare fuori. Non sento cosa dicono, perché ho messo le cuffiette e mi sento la musica.
Mi arriva un messaggio di Aloch che mi chiede se vogliamo vederci da soli senza farlo sapere a Oleg.

Io: "Va bene, allora caccio una scusa e ci vediamo a casa mia, dove abito da sola va bene?"

Aloch:" okok"

30 minuti dopo

Siamo arrivati a casa. I miei salutano Oleg.

<<Oleg grazie di tutto se vuoi sali a casa con noi>> dice mio padre

<<nono grazie , adesso vado a casa se vostra figlia vuole venire sono ben contento>> mi guarda aspettando una mia risposta.

<< nono vado anche io a casa, mi riposo un po' >> gli rispondo e so che si arrabbia, perché odia quando me ne vado.

<<va bene allora ci vediamo dopo avvisami tu>> mi risponde.

Faccio cenno di sì e lo saluto con un bacio. Scendiamo tutti dalla macchina e ci dirigiamo a casa. Aspetto che se ne va' Oleg e noto che già se ne andato. Guardo i miei e dico a loro che vado all'altra casa.

<<va bene stai attenta e mi raccomando non fare cazzate>> mi dice mamma e io la guardo per poi dire << tranquilla mamma>> ma già so che non sarà così, devo punirmi e sentirmi libera da ogni senso di colpa.
Saluto e miei e mi dirigo a casa dove c'è Aloch che mi aspetta.

Sono arrivata e vedo Aloch che mi corre incontro per poi abbracciarmi.

<< ciaoooooo Natashaaaaa>> urlandomi nelle orecchie e rido per la sua faccia buffa.

<< Hey Aloch come stai? >>

<<bene bene a te?>>

Bhe che rispondergli?

<< non bene vero?>> mi precede Aloch, lo guardo e scuoto la testa.

Mi abbraccia mentre saliamo a casa mia e ci mettiamo sul divano.
Gli racconto tutto e lui non sa come fare per aiutarmi. Quindi si limita ad abbracciarmi.

<<piangi Natasha, ti farà bene>> mi dice Aloch

<<No Aloch, i pianti sono per i deboli>> gli rispondo

Ci distrae un messaggio di Oleg che sta arrabbiato con me

Oleg:"perché non sei venuta con me?"

Io:" volevo riposarmi un po' "

Oleg:" non potevi riposarti da me?"

Io:" vabbè anche per stare un po' con i miei "

Oleg:" bha chi ti capisce a te"
Oleg:" mi spieghi perché non l'hai detto subito? "
Oleg:" ti piaceva ciò che ti ha fatto?"
Oleg:" ammettilo"
Oleg:" vabbè tanto si sapeva che tr**a sei e tr**a rimarrai."

Ecco la sua ira che la scarica su di me. Non c'è la faccio più. Vado in cucina senza far capire nulla a Aloch, prendo il coltello e corro in bagno.
Aloch ha capito tutto, però sono già in bagno chiusa a chiave.
Aloch che sbatte coi pugni alla porta.
Io? Io mi sto punendo.

<<Natasha apri questa fot***a porta. Non ti meriti questo>> mi urla Aloch.

Io non rispondo e continuo a punirmi.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette fino a farne altri più profondi sul polso.

Non sento ormai più Aloch che urla e capisco che si è arreso. Io sono a terra che mi gira la testa, col sangue che sporca il pavimento.

<<Natasha, apri questa porta voglio esserti vicino>> mi dice ancora Aloch

Quindi decido di aprirlo e mi rimetto a terra, mi gira tanto la testa.

<<Ca**o hai fatto Natasha? Perché ti fai questo?>> mi dice Aloch

<< è ciò che mi merito Aloch. Mi sono punita>> gli rispondo.

Non parla più e quindi si limita a fare una cosa. Mi abbraccia, però io non ricambio. Sono a terra che guardo avanti, spenta. Senza emozioni.

La ragazza che sfidava il mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora