Osservò la sua immagine riflessa nello specchio, spostò lievemente la testa di lato.
Un sorrisetto consapevole si dipinse sulle sue labbra.
Faceva un figurone, come sempre.
Anche questa volta era più che certo di riuscire a concludere l'affare. La giovane contessa aveva già mostrato sufficiente interesse da convincerlo che la sua partecipazione a quello stupido ballo indetto dal padre di lei non avrebbe fatto altro che aumentare la sua rete di conoscenze e di successo. Il gioiellino che le aveva fatto era uno dei migliori che aveva realizzato recentemente, la dama sarebbe rimasta entusiasta.
Questo avrebbe incuriosito le altre partecipanti al ballo. E lui, grazie alle sue doti di adulatore, non avrebbe fatto altro che farle cadere tutte nella sua trappola.
Disdicevole forse pensare che le donne dell'aristocrazia potessero arrivare a fare qualsiasi cosa per accaparrarsi i migliori vestiti circolanti sulla piazza, ma ancora più disdicevole era vedere come si lasciassero adulare così facilmente da chiunque.
Non che lui potesse essere paragonato alla stregua di un Don Giovanni qualunque, anzi, tutt'altro.
Il suo unico interesse era concludere il maggior numero di affari interessanti nel minor tempo possibile e, se adulare delle giovani aristocratiche gli garantiva il successo, allora lui era più che ben disposto a usare le sue armi di seduzione. Naturalmente senza mai scendere nell'inopportuno e senza spingersi mai a promettere cose che non avrebbe mai dato.
Aveva ben altro a cui pensare che correre dietro agli insensati capricci di una donna.
La maggior parte delle nobili non sapeva fare altro, ma lui era un uomo d'affari ben disposto ad approfittare delle debolezze del gentil sesso, ma non solo.
Anche i ricchi padri delle donzelle in questione erano spesso inclini ad assecondare i desideri delle figlie e delle mogli. E tutto questo non faceva altro che favorirlo. Ormai erano anni che lavorava nell'ambiente della moda e si era fatto un nome grazie alla sua capacità di analisi.
Aveva semplicemente osservato il mondo che lo circondava per coglierne ogni particolare utile per il suo profitto, dare importanza a ogni singolo elemento era fondamentale.
Le piccolezze più insignificanti potevano portare alle scoperte più sconcertarti. Aveva imparato a sue spese che il mondo nasconde molto più di quel che mostra a coloro che si accontentano di restare in superficie. Che si accontentano o fingono. Perché a volte fingere di non vedere, di non essere parte di qualcosa di ben più losco, è più comodo.
Nel suo caso non si poteva dire che avesse avuto modo di scegliere quale delle due strade intraprendere, era stato portato di forza a scontrarsi con il reale.
Così era finito col diventare anche lui una strana creatura, ma era riuscito a guadagnarsi il favore della gente.
Tornando con lo sguardo sulla sua immagine riflessa dallo specchio ricordò uno dei diversi motivi che l'avevano spinto a rivolgersi alla moda femminile più che a quella maschile. Offriva molte più prospettive. Era molto più semplice creare modelli di abiti diversi, innovativi e che potessero rispondere alle esigenze della cliente di turno riuscendo a sfruttare al meglio la sua creatività. Si occupava comunque di abiti maschili, ma aveva sempre pensato che quelli femminile offrissero più opportunità.
Inoltre, come aveva riflettuto prima, aprire nuove trattative per abiti con donne e fanciulle della nobiltà era molto più frequente e redditizio, gli era costato del tempo e fatica riuscire a raggiungere i piani alti della società, ma, grazie al duro lavoro e alla giusta perseveranza, era riuscito a far funzionare il suo piano alla perfezione e ora poteva vantare una vita molto più che dignitosa, una vita che molti anni prima neppure avrebbe creduto di poter desiderare.
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Afterglow (italiano)
VampiroAustria, 1890. Josef Jäger, cacciatore di vampiri nell'ombra, giunge nella cittadina di Gibergan per indagare su un omicidio sospetto. Le sue convinzioni: i vampiri sono creature maledette che meritano la morte. O almeno ciò in cui crede prima di...