Uno, due.
Uno, due.
Conficcò la spada nel terreno e si passò una mano sulla fronte sudata.
Una brezza leggera gli accarezzò la nuda pelle.
Sentì i muscoli del corpo tendersi.
Si sedette su una panchina poco distante da lui, riprendendo fiato.
La sua sessione di allenamento poteva considerarsi conclusa.
Forse quella mattina aveva tirato un po' troppo la corda, ma era quasi inevitabile.
Succedeva ogni qual volta entrava nel vivo di una nuova missione.
I vampiri erano decisamente più forti degli esseri umani, per questo era fondamentale essere sempre in perfetta forma ed essere il più forti possibili per poterli fronteggiare al meglio.
Una caratteristica che amava dei piccoli paesini come Gibergan era che gli permettevano di allenarsi indisturbato all'esterno senza attirare attenzioni strane.
Gli piaceva sentire il freddo sulla sua pelle e il sudore grondare dal suo corpo.
All'inizio della sua avventura si era beccato moltissimi raffreddori, ma all'epoca era troppo accecato dalla rabbia per preoccuparsi di simili sciocchezze.
Ogni tanto si sorprendeva che non gli fosse mai venuto un accidente data la scarsa considerazione che aveva nei confronti del suo corpo.
Ma era necessario che fosse una macchina da guerra il più perfetta possibile.
Ecco perché ogni tanto aumentava il peso della spada con la quale si allenava, in modo che la sua forza potesse aumentare.
Ovviamente non bastava.
Difficilmente la mera forza umana poteva veramente contro quella disumana delle creature della notte.
Per questo le armi svolgevano un ruolo fondamentale.
Sarebbe volentieri andato in giro con una spada enorme, ma le regole della società non glielo permettevano.
Non era un militare, ma era determinato e col tempo aveva sviluppato il suo armamento personale che variava a seconda della situazione.
Quando agiva nell'ombra ricorreva volentieri a spade e fucili, ma se doveva spostarsi alla luce del sole vi erano altrettanto valide alternative che gli avevano permesso di salvarsi la pelle in più di un'occasione.
E oggi non avrebbe viaggiato leggero.
Se si trattava di un'imboscata non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista, ma avrebbe mostrato loro che era un avversario da temere.
Avrebbe cominciato dagli stivali alti, poco conformi alla moda dell'epoca come spesso gli facevano notare, ma assolutamente adatti per nascondervi delle lame, almeno un paio.
Nelle tasche del panciotto infilò due piccole punte d'argento.
E infine il turno della sua amata pelliccia.
Anche qui nascose nelle tasche un paio di pugnali d'argento.
Si avvicinò a un altro oggetto accarezzando quasi con tenerezza le punte acuminate che vi sporgevano.
L'ammazza vampiri.
Aveva un'impugnatura a forma di croce dalla quale si dipanava una catena con aculei terminante in una palla ricoperta di punte, tutto rigorosamente in argento.
"Che cosa devo fare con te?"
Sussurrò dolcemente, ma aveva la soluzione al dilemma.
La sua valigetta da sarto aveva un doppio fondo perfetto per contenerla, almeno gli evitava la seccatura di doverla nascondere sotto la pelliccia.
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Afterglow (italiano)
VampireAustria, 1890. Josef Jäger, cacciatore di vampiri nell'ombra, giunge nella cittadina di Gibergan per indagare su un omicidio sospetto. Le sue convinzioni: i vampiri sono creature maledette che meritano la morte. O almeno ciò in cui crede prima di...