8.

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I giorni successivi sono passati abbastanza velocemente, soprattutto perché, a causa della malattia di una collega, ho dovuto fare i doppi turni a lavoro, quindi non avevo nemmeno il tempo di fare nient'altro.

Carlos non si è più fatto sentire dopo quel messaggio, ed io ho fatto lo stesso. Insomma, perché dovrei cercarlo? Ormai mi sembra evidente che avesse un secondo fine nell'avvicinarsi a me, e sinceramente sono felice di essermene resa conto prima che fosse troppo tardi.

"Ma perché non vuoi venire? Ci divertiamo, dai!" insiste Ele, dall'altra parte del telefono.

Alzo gli occhi al cielo e mi sistemo di nuovo la coperta sulle gambe. "È il primo sabato sera dopo due settimane che passo a casa in tranquillità invece che a lavoro" le ripeto per l'ennesima volta. "Non mi va di venire a ballare" mi lamento.

"Ma quanti anni hai, settanta?" mi ammonisce. "Dai, fallo per me! Quanto tempo è passato dall'ultima volta che abbiamo fatto serata insieme? Lo sai?" mi chiede, con voce squillante.

"No, non lo so..." sbuffo, passandomi una mano sul viso.

"È stato mesi fa! Me lo devi!" esclama.

"E va bene, vengo! Smettila di frignare però" la prego.

La sento sorridere dall'altro capo del telefono, prima di rispondermi. "Finalmente! Mi stavo per stufare per quanto sei testarda, sai? Ci vediamo più tardi, andiamo a bere qualcosa e poi verso mezzanotte entriamo in discoteca, ok?" dice poi, tutto d'un fiato.

"Ci sarò" dico soltanto.

"Sii più entusiasta!" esclama ancora, prima di riattaccare.

***

Un paio d'ore dopo, mi trovo davanti all'armadio a decidere cosa mettere per una serata che non mi entusiasma affatto.

Dopo varie indecisioni, opto per un tubino nero attillato e senza spalline, il più semplice possibile. Come scarpe scelgo gli anfibi, comodi ma sempre belli e d'effetto. Mi trucco leggermente, come al solito, e sistemo i capelli in una coda alta, lasciando due ciuffi liberi davanti alla fronte.

Mi guardo allo specchio, soddisfatta del risultato, poi afferro il telefono e scrivo ad Eleonora per dirle che sono pronta.

La sua risposta, ovviamente, non tarda ad arrivare.

Scusa, Flami. Ho avuto un contrattempo e non riesco a venirti a prendere, ma sta arrivando Carlos insieme a Sofia, così raggiungere gli altri. Ci vediamo direttamente in discoteca.

Spalanco gli occhi e sbuffo leggendo quella notizia. Tra tutti i nostri amici, proprio loro due dovevano venire? E poi, perché c'è anche Carlos? Da quando esce con noi?

Forse da quando frequenta Sofia, genio?

Sussulto quando penso al fatto che, molto probabilmente, in quei giorni in cui non ci siamo sentiti, lui e Sofia avranno avuto l'occasione di uscire spesso, di conoscersi, scriversi e chissà che altro.

Pochi minuti dopo, mentre cammino su e giù per il mio appartamento, in preda al nervosismo, il mio cellulare squilla.

Appena leggo il nome di Carlos sullo schermo, faccio un respiro profondo e rispondo con calma. "Sì?"

"Ciao, Flam. Sono qui sotto" mi informa.

"Arrivo, dammi un attimo"

Prendo la borsa ed esco di casa, chiudendo la porta a chiave. Scendo velocemente le scale ed entro subito in macchina di Carlos.

"Ehi, grazie mille del passaggio. Non dovevi, potevo venire con la mia macchina" lo ringrazio, non appena entro.

"Figurati, non c'è problema" mi sorride.

"Ciao, Flami" mi saluta Sofia, girandosi verso di me.

I nostri sguardi si incrociano e un senso di fastidio mi pervade. "Ehi, Sof" la saluto, forzando un sorriso.

Dopo essermi sistemata sul sedile, poso lo sguardo sulla gamba sinistra di Sofia. Carlos tiene la mano destra sulla sua coscia, lei gliela stringe e, ogni tanto, lo guarda con occhi che definirei quasi sognanti.

Per fortuna, arriviamo al bar dove sono gli altri in brevissimo tempo. Sofia si allontana e raggiunge subito il nostro gruppo di amici, mentre Carlos aspetta che io scenda, per chiudere la macchina.

"Ti dispiace se lascio qui la giacca?" chiedo, senza neanche guardarlo.

"No, certo, fai pure" dice lui, indicando il sedile.

"Grazie" dico soltanto, chiudendo lo sportello e guardandolo subito dopo.

"Allora, come va?" mi chiede, lasciandomi leggermente stupita.

"Bene, direi. E a te?" chiedo, fingendomi interessata; in realtà, vorrei solamente scappare da questa conversazione per non sentire cose che non voglio sapere.

"Tutto bene. Penso avrai capito che io e Sofia ci stiamo frequentando..." inizia.

Annuisco, forzando un sorriso. "Sì, avevo capito. Ti auguro che vada tutto bene tra voi" dico, superandolo e cominciando a camminare verso il nostro tavolo.

Lui mi blocca prendendomi per un polso e mi fa girare a guardarlo. I suoi occhi marroni, grandi e profondi mi scrutano; mi sento quasi trafiggere.

Con aria interrogativa, sposto lo sguardo sulla sua mano attorno al mio braccio e, subito dopo, sulla sua faccia. "Che stai facendo, Carlos?" sussurro.

"Sei... arrabbiata con me?" mi chiede, dopo un attimo di esitazione, lasciandomi il polso.

Abbasso lo sguardo per pochi secondi e lo rialzo subito dopo, attenta a non far trapelare nessuna emozione. "Perché dovrei?"

"Mi sembri fredda, distante" dice. "Se è successo qualcosa dimmelo, ok? Non vorrei che ci trovassimo a litigare proprio ora che le cose tra noi stavano andando meglio..."

Prendo un bel respiro, poi lo guardo per qualche secondo prima di rispondere. "Ok, Carlos. Sì, hai ragione, non va tutto bene. Ti sei fatto sentire finché ti ha fatto comodo, poi hai conosciuto Sofia e io sono completamente sparita per te. Non pretendevo che mi cercassi ogni giorno, ma pensavo stessimo diventando amici e... gli amici non spariscono come hai fatto tu. Però non fa niente, ok? Non devi preoccuparti, va bene così" gli spiego, cercando di rimanere il più calma possibile.

Lui mi guarda spaesato. Abbassa lo sguardo, poi ricomincia a parlarmi. "Scusami, Flam. Davvero, non volevo tutto questo" si giustifica.

"Ti ho già detto che è tutto ok, Carlos. Non c'è bisogno che ti scusi, dopotutto ci conosciamo da pochissimo, no? Non mi devi nulla, come io non devo nulla a te" gli dico, mostrandomi superiore. "Ora andiamo dagli altri e non pensiamoci più, va bene? Comportiamoci semplicemente come ciò che siamo: conoscenti"

Lui annuisce un po' titubante, non sapendo cosa dirmi, mentre io forzo un sorriso e lo supero, andando verso il tavolo dei miei amici, col cuore in gola.

Unexpected - Carlos Sainz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora