È passato circa un mese da quando siamo tornati a casa dal nostro weekend a Cortina. Dopo quella conversazione abbastanza imbarazzante con Carlos, noi ci siamo sentiti poco; o meglio, io ho un po' ignorato i suoi messaggi e le sue chiamate.
La verità è che mi sono resa conto del fatto che, se davvero voglio superare la mia cotta per lui, devo cercare di stargli il più lontana possibile, quindi ho deciso di cominciare da subito. È stato molto difficile, dato che Sofia lo porta sempre con sé, quando esce con noi, però sono stata forte e ferma sulle mie posizioni, determinata ad andare fino in fondo. Insomma, che senso ha stare dietro ad un uomo felicemente fidanzato?
Lui, ovviamente, non ha capito - e continua a non capire - il motivo di questo mio allontanamento, ma forse da una parte è meglio che sia così.
Rientro a casa alle 20, come praticamente ogni sera, stanca morta ma anche affamata. Mentre decido cosa mangiare, mi cambio velocemente, optando per una tuta calda.
Torno in cucina e decido di preparare una piadina, ma proprio in quel momento, qualcuno suona al campanello.
Aggrotto le sopracciglia e guardo l'orologio appeso sulla parete. Chi può essere di martedì sera, a quest'ora?
Vado subito verso la porta e la apro lentamente, e mi immobilizzo leggermente quando, davanti a me, vedo Carlos. Nella mia testa, si fanno subito spazio mille domande: perché si presenta qui dopo settimane passate praticamente senza parlare? Perché a quest'ora, all'improvviso?
"Carlos..." è tutto ciò che riesco a dire, con un filo di voce. "Che fai qui?"
"Posso entrare?" chiede lui, con tono duro.
Annuisco piano, spalancando la porta per farlo passare.
"Che succede?" chiedo di nuovo, girandomi a guardarlo.
"Ho litigato con Sofia, non sapevo dove andare..." mi spiega. "Se vuoi però vado via, non volevo darti fastidio" aggiunge poi, mormorando.
"No, no, certo che no" mi affretto a dire. "Cos'è successo? Raccontami" dico, mettendomi seduta.
"Lei ha detto che mi ama" dice soltanto, di getto.
Aggrotto le sopracciglia e lo guardo, confusa. "E...? Scusami, non ti seguo"
"Non ce l'eravamo mai detto prima, e io non sapevo cosa fare, cosa rispondere" mi spiega, passandosi una mano tra i capelli.
"Oh mio Dio, Carlos... Che hai combinato?" gli chiedo, immaginando il peggio.
"Non ho risposto. Io... semplicemente non me la sento, non credo di provare questo per lei" dice, insicuro.
So che non dovrei, ma mi sento sollevata davanti a quelle parole.
"Può succedere, sai? In fondo, state insieme solo da poco più di un mese, ognuno ha i suoi tempi" dico, cercando di tranquillizzarlo.
"Esatto!" esclama lui, girandosi verso di me e indicandomi. "Anche io la penso così, ma evidentemente lei no! Ha iniziato a dirmi che sono uno stronzo, che la sto soltanto prendendo in giro... Eravamo a casa sua e mi ha letteralmente cacciato"
"Mi dispiace, Carlos..." sussurro, accarezzandogli un braccio. "Dalle solo un po' di tempo, vedrai che ragionando un po' sbollirà e ti perdonerà"
Lui annuisce lievemente e sbuffa, passandosi una mano sul viso. "Scusa se sono piombato qua senza neanche avvisarti" mi dice poi. "Non sapevo con chi altro parlarne"
Scuoto la testa ripetutamente. "Ma no, Carlos, perché dici così? Non c'è nessun problema"
"È che ultimamente non mi sembrava che volessi passare tanto tempo con me" dice, guardandomi negli occhi.
Abbasso lo sguardo, non sapendo cosa rispondere. Non posso negare l'evidenza.
"Vuoi dirmi il perché?" mi chiede poi.
"Non è niente, Carlos, davvero. È stato solo un periodo un po' strano, per me. Tu non c'entri" dico, cercando di chiudere presto il discorso. Lui però non vuole saperne.
"Flam..." sussurra. "Perché non parli con me? Sono stanco di ripeterlo, tu puoi dirmi tutto"
Lo fisso per qualche secondo e la mia mente viene attraversata da un'idea malsana. Dovrei dirgli tutto? Magari potrebbe essere un modo per liberarmi di questo fantasma e per evitare di averlo intorno così tanto.
Lui mi guarda, tiene gli occhi incollati ai miei e aspetta che io dica qualcosa.
"Vuoi saperlo davvero?" dico piano, chiudendo gli occhi.
"Sì che voglio" risponde convinto.
Non posso credere che lo sto facendo davvero, ma i problemi vanno semplicemente affrontati per poterli superare. Farà male, probabilmente rovinerò la nostra amicizia appena nata e ci allontaneremo per sempre, ma è un rischio che sono disposta a correre pur di stare finalmente meglio.
Faccio un respiro profondo, poi mi avvicino a lui e inizio a parlare. "Il motivo per cui ti evitavo è che mi sono presa una grande, enorme cotta per te" dico tutto d'un fiato. Non si torna indietro.
Lui spalanca la bocca e fa per dire qualcosa, ma lo blocco. "Fammi finire, ti prego" sussurro.
"Ho provato ad ignorare quello che sentivo, ho cercato di non dargli peso, ma è stato tutto infinitamente inutile. Quando ti vedo con Sofia, il mio stomaco si contorce, il mio corpo va a fuoco; non riesco a vedervi così. Quel sabato sera a Cortina, quando vi ho sentiti fare sesso, io... qualcosa dentro di me si è rotto" dico, con la voce tremante.
"Ecco perché la mattina dopo hai reagito in quel modo..." osserva lui, sussurrando.
Annuisco. "E stasera, Carlos, quando mi hai detto che tu non credi di amarla, tu non sai quanto mi sono sentita una merda, perché sono stata felice di sentirti dire questo!" esclamo, ridacchiando nervosamente. "Ora capisci perché mi sono comportata così? Vederti avrebbe solo peggiorato le cose..." aggiungo, in un sussurro.
Carlos mi guarda, senza sapere cosa dire. Si avvicina a me lentamente, mi passa un braccio attorno al collo e mi attira a sé, per abbracciarmi. Ricambio debolmente e mi stringo piano a lui, prima di ascoltarlo mentre ricomincia a parlare. "Mi dispiace, Flam" sussurra. "Farò tutto ciò che posso per farti stare bene, non voglio in nessun modo che tu stia male"
Sciolgo l'abbraccio e lo guardo di nuovo negli occhi. "Vederti e sapere che non posso averti mi fa stare male"
Lui arriccia le labbra e annuisce. "È questo che vuoi, quindi? Non vedermi più?" mi chiede, flebilmente.
Annuisco piano, senza guardarlo: farebbe male il doppio. "Non sai quanto vorrei non dovertelo chiedere, Carlos, ma-"
"No. Capisco benissimo" mi interrompe, con tono duro.
"Carlos, ti prego, non avercela con me" sussurro, con gli occhi lucidi.
"Non ce l'ho con te, Flaminia" afferma, ma il tono che usa e la sua faccia suggeriscono tutt'altro. Ha le sopracciglia aggrottate, non riesce a guardarmi e si muove agitato.
"Ci vediamo" dice solamente, prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi lì, a piangere.
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Unexpected - Carlos Sainz
FanfictionFlaminia lavora come commessa in un negozio di vestiti ed è fidanzata con Riccardo, un meccanico della Scuderia Ferrari. Lui è riuscito a stringere amicizia con i due piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, quindi passa parecchio tempo in loro comp...