diciassette

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«questo, noi due

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«questo, noi due. proviamo ad uscire assieme.»

taehyung rimase qualche secondo a fissare il suo volto, davvero confuso. non riusciva a capire se stesse continuando ad utilizzarlo come una pedina nella propria scacchiera o se fosse serio al riguardo.

si alzò, emise una risata bassa e profonda e si avvicinò per poggiare una mano sulla sua spalla. «hai bisogno di fare chiarezza.»

«lo ha detto anche namjoon.» a quel nome il biondo indietreggiò, fissandolo in silenzio. «è il mio migliore amico.»

taehyung sembrò trasalire, pensava fosse uno di quei ragazzi con cui fosse andato a letto. o forse, proprio quello che stava nella loro camera solo la sera prima.

quando l'immagine gli si presentò di nuovo in mente pensò di star per vomitare.

«sto seguendo il suo consiglio, sto davvero cercando di fare chiarezza ma è tutto una merda.»

taehyung voleva ridere e piangere allo stesso tempo. quel ragazzo davanti a lui gli aveva fatto scoprire un nuovo lato di se che stava imparando ad amare eppure, l'aveva distrutto soltanto in un giorno.

gli aveva tolta la sicurezza del fidarsi ancora, soprattutto delle sue parole. eppure quella volta jungkook era più serio che mai e la sua espressione lo dimostrava.

«ho bisogno di spiegarti come sono andate davvero le cose.»

[...]

«.. l'acqua mi aveva bagnato la maglia e sono stato costretto a toglierla. stavo per metterne un'altra quando sei entrato in stanza.»

gli spiegò infine, non distogliendo per un solo istante gli occhi dai suoi.

voleva che sentisse che non stava mentendo e quando ebbe finito di parlare, gli accarezzò il dorso delle mani con le dita, calmandolo.

«ho cercato di spiegarti ma sei corso via prima ancora che potessi parlare.» taehyung scosse la testa.

tutta quella storia era assurda, come poteva credergli così su due piedi?

«jimin è tornato da me la mattina dopo e si è scusato per il malinteso che si era creato. ti ha anche portato questo.»

jungkook trascinò con se taehyung nella loro camera, ed anche se controvoglia l'altro lo seguì in silenzio. non voleva che tornasse hoseok da un momento all'altro e che li interrompesse.

«cazzo.. dove l'ho messo.» si lamentò il moro e poi aprendo una mensola sulla cucina lo trovò. «gli ho detto che ti piace il ramen e te ne ha portato una confezione.»

gli porse il sacchetto in plastica con all'interno dei ramen ancora sigillati. taehyung sospirò, passandosi una mano tra i capelli chiari.

stava per avere un crollo emotivo di li a poco, se lo sentiva. la situazione si era ribaltata ed adesso era lui quello a sentirsi in colpa per aver fatto lo stupido irragionevole e aver frainteso tutto.

«posso invitare jimin qui e farti raccontare ciò che è successo davvero quella se-»

«ti credo.» disse dopo un po'.

jungkook sorrise e si avvicinò, prendendo il suo viso tra le mani. «dici sul serio?»

«perchè, non dovrei?»

«cazzo si, non vedevo l'ora che mi ascoltassi. sei il solito testardo che va via durante una discussione.» lo rimproverò scherzosamente il moro, portando una ciocca bionda dietro a al suo orecchio.

«non lo sono.» si difese taehyung e si sentì subito meglio. avevano chiarito e nonostante le cose non fossero ancora tornate del tutto al loro posto, sentiva il petto più leggero.

«sei ancora più bello quando fai quella faccia.»

«quale faccia?» chiese il maggiore.

jungkook lo imitò, causandogli una risata spontanea che fece ridere anche lui. poi taehyung lo spintonò leggermente dalle spalle. «non perdi mai occasione per prendermi in giro.»

«mai, amo farlo.» sussurrò jungkook contro le sue labbra, prima di baciarlo.

room 213 | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora