ventitre

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28 maggio, cinque giorni alla partenza

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28 maggio, cinque giorni alla partenza.

alla sei del mattino taehyung si alzò dal letto, baciò le labbra del moro ancora dormiente e silenzioso, andò in cucina.

uscì dall'armadio tutti i suoi vestiti che mise accuratamente all'interno di una grande valigia. fece fatica a chiuderla talmente strabordava di roba e nel lamentarsi a voce alta, svegliò jungkook.

«fai un casino assurdo.» borbottò con voce roca alle sue spalle, portando le braccia attorno al suo busto per poggiare la testa sulla sua spalla.

i suoi occhi erano ancora semichiusi e la sua bocca impastata. lo baciò proprio sotto l'orecchio e si allontanò quando la sua attenzione venne attirata da qualcos'altro.

ai suoi piedi c'era una grande valigia scura, sembrava giá piena e jungkook si voltò a guardarlo. «quindi hai deciso di partire?»

da settimane avevano lasciato andare l'argomento, non volevano affatto rovinarsi l'umore con altre discussioni. e in tutto quel tempo il moro si era convinto che taehyung avesse preso la decisione di rimanere al suo fianco.

il suo umore cambiò radicalmente e andò a sedersi al tavolo, sospirando. «pensavo rimanessi. stiamo bene qui, no?»

«ne abbiamo giá parlato, lo sai. non vedo mia madre da quest'inverno e non voglio che passi l'intera estate da sola. non ha nessuno con lei che possa farle compagnia.»

«ed io? ce l'ho qualcuno che mi fa compagnia? se vai via rimango da solo.» sapeva di star sbagliando eppure l'unica cosa che gli era rimasta era farlo sentire in colpa pure di averlo con sè.

«jungkook.» il biondo sospirò, sedendosi sulle sue gambe e voltandogli il viso per guardarlo. «sai che non mi piace l'idea di lasciarti ma hai namjoon, puoi uscire con lui.»

«non è la stessa cosa, io voglio uscire con te.»

taehyung sospirò ancora, baciandogli le labbra. «fai questo sforzo, non sentirai molto la mia mancanza. ci sentiremo ogni giorno e potrai chiamarmi ogni volta che vorrai. anche in piena notte.»

«non voglio che sia così, ti voglio qua con me.» insistette jungkook, sembrava non voler mollare a nessun costo.

«ti prego.» la voce di taehyung risuonò quasi come un lamento ma poco gli importava.

odiava quella situazione, il dover sentire un peso enorme sul petto all'espressione delusa del moro. non voleva discutere con lui ancora una volta.

e se da una parte voleva tornare alla sua città d'origine e trascorrere l'intera estate assieme alla sua amata madre, dall'altra l'idea di rimanere lo stava opprimendo tanto da causargli male alla testa.

inoltre in quei giorni il rapporto con jungkook era andato soltanto a migliorare, sembravano aver instaurato una connessione tutta loro. a volte bastava che si guardassero negli occhi per scoppiare a ridere e non smettere più.

la paura gli stava stringendo lo stomaco, non voleva perderlo, non ora che aveva scoperto un nuovo se stesso. non ora che si era spinto oltre i propri limiti pur di vivere al meglio.

«non ti fermerò dal partire, anche se vorrei farlo.» confessò infine jungkook, spostando lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi. «ma sai che non potremo continuare. non riuscirei a sopportarlo una seconda volta.»

«posso chiederti soltanto una cosa?» disse ad un tratto taehyung, facendolo annuire. «aspettami. anche se pensi che non ne varrà la pena, tu fallo. tornerò te lo prometto.»

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