diciotto

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taehyung poggiò il capo sulla spalla dell'altro che in tutta risposta, lo avvolse con entrambe le braccia stringendoselo più vicino

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taehyung poggiò il capo sulla spalla dell'altro che in tutta risposta, lo avvolse con entrambe le braccia stringendoselo più vicino.

rimasero in quella posizione per poco, perchè le loro labbra sembravano cercarsi ancora.

nei loro tocchi e nelle loro lingue intrecciate però, non c'era alcuna traccia di malizia. nessun doppio scopo, semplicemente lasciavano che le loro labbra soffici si toccassero e che i loro sapori si michiassero l'uno all'altro.

sul letto poi, jungkook aveva accarezzato i suoi fianchi e stretti cosi forte da costringerlo a farsi piu vicino. voleva baciare ogni millimetro di quelle labbra per non dimenticarne mai la sensazione.

adesso stavano meglio entrambi, non c'era nient'altro che potesse tirarli fuori da quella bolla che si erano creati per loro stessi.

niente, eccetto il cellulare.

lo schermo si illuminò e una suoneria dei bigbang risuonò per tutta la stanza. taehyung si alzò con un sospiro per controllare chi fosse a chiamarlo.

«non credevo ti piacessero le vecchie canzoni coreane.» lo derise il moro dal letto, seguendolo con lo sguardo fino al mobile su cui era poggiato il cellulare.

«stai zitto, sono i migliori.» borbottò il maggiore in risposta, prima di rispondere.

«ciao mamma, sto bene. tu come stai?» tornò seduto sul materasso con un sorriso sul volto.

quella donna era capace di farlo stare meglio anche a migliaia di chilometri di distanza.

«qui è tutto tranquillo. hoseok? è nella sua stanza.» continuò a parlare e si voltò quando sentì jungkook muoversi al suo fianco e sussurrare qualcosa.

il moro nascose il viso nell'incavo del suo collo e mormorò un «chiudi, voglio stare un po' con te.»

ma taehyung era felice di parlare con la madre e avrebbe avuto altri momenti da godersi col moro, cosi scosse il capo e gli fece segno di fare silenzio.

«oggi ho avuto lezione di biologia- aspetta un attimo.» si scusò con la donna, coprendo il microfono quando l'altro cominciò a lasciare baci caldi sulla sua pelle. «sono in chiamata, ti sentirà.»

«meglio, così chiudi e mi presti attenzione.» sogghignò jungkook, mordicchiando la sua spalla.

taehyung roteò gli occhi per aria, cercando di evitare il trambusto che si stava creando nel suo stomaco.

perchè per quanto cercasse di risultare non interessato a quel tipo di attenzioni, in realtá le gradiva molto.

in passato aveva sempre vissuto in una bolla di restrinzioni, regole rigide e studio intenso. non si era mai davvero preoccupato di uscire la sera a divertirsi o di fare tardi ad una festa.

eppure jungkook lo faceva sentire diverso, integrato con quel mondo. come se tutto quello fosse la normalità. e forse lo era davvero, soltanto che lo stava capendo tardi.

taehyung si morse il labbro nervoso durante la chiamata: da una parte aveva paura che la madre lo sentisse e chiedesse qualcosa, dall'altra l'idea della paura lo spingeva ad una scarica di adrenalina assurda.

mai aveva "rischiato" in quel modo e l'unico a farlo uscire da quella bolla ristretta era stato proprio il ragazzo che gli stava baciando il mento e accarezzando la coscia.

prima che taehyung potesse dire qualcosa o chiudere la chiamata, jungkook afferrò il cellulare dalle sue mani e se lo portò all'orecchio.

«salve, sono il compagno di stanza di taehyung. ah, suo figlio le ha già parlato di me?» jungkook si voltò a guardarlo con un sorrisino e l'altro distolse lo sguardo imbarazzato.

«è un piacere per me conoscerla.» continuò, sotto le continue lamentele sottovoce del biondo.

«buonanotte.» alla fine le disse, mettendo giù poco dopo.

jungkook portò subito le mani sui fianchi del maggiore, portandoselo più vicino. «tua madre è davvero simpatica.»

«stai zitto.» lo rimproverò taehyung, ricambiando il bacio a stampo che gli era appena stato offerto.

«o dovrei chiamarla anche io mamma?» rise di gusto il moro, spingendoselo dalla nuca per baciarlo ancora.

room 213 | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora