quattordici

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«hyung

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«hyung.» una voce quasi in lontananza, poi di nuovo. «hyung»

hoseok sbattè più volte le palpebre, mettendo a fuoco il viso del migliore amico di fronte al suo.

accennò appena un sorriso e spostò veloce lo sguardo sul libro. lo aprì sulle proprie ginocchia e prese una matita, segnando una parte del testo.

«non è quella,» lo rimproverò taehyung, afferrando la matita tra le sue mani per segnare con un cerchio una parola. «è su questa che devi basare il tuo progetto, non quella che hai segnato tu.»

hoseok annuì distratto e provò a farlo da solo, fallendo ancora. la sua mente era talmente incasinata dalla visione di qualche minuto prima che non riusciva neanche a formulare una frase che avesse senso.

«che hai? è da prima che sei distratto.»

«niente, ho soltanto troppe materie a cui pensare.» provò a mentirgli ma taehyung aveva sempre saputo leggerlo sin da piccolo e in quel momento non era da meno.

gli bastava infatti che lo guardasse negli occhi per capire che stesse inventando qualcosa.

«sai che puoi parlarmene.» ma hoseok non ne era più così sicuro.

come poteva dirgli che aveva visto jungkook comportarsi in quel modo con qualcun altro, dopo che avevano passato l'intera notte assieme?

e se da una parte odiava dovergli mentire, dall'altra sperava di poterlo proteggere in qualche modo.

così sospirò e afferrò una mano nella sua, stringendola. ne accarezzò i palmi proprio come faceva da piccolo. «non ho niente tae, davvero. a volte mi manca casa.»

e lì non stava mentendo. sentiva così tanto la mancanza della madre di taehyung, come fosse la sua. delle notti passate assieme a ridere nella sua stanza e a giocare a dei stupidi giochi di tavolo che però al biondo piacevano molto.

taehyung gli accarezzò le dita con nostalgia. «non farmi piangere stupido.»

rise e arruffò ancora i suoi capelli. «anche a me manca tutto quello, potremmo tornare durante le vacanze estive. che ne pensi?»

hoseok subitò annuì felice all'idea di poter tornare in corea il prima possibile. odiava di già dover andare in giro e parlare un inglese mediocre. trovava difficile farsi capire e spesso finiva anche per rinunciare a delle chiacchiere in classe a causa della lingua.

poi il biondo si alzò di scatto. «ho lasciato il telefono in stanza, vado a prenderlo.»

ad hoseok assalì il panico, e se jungkook fosse lì con quel ragazzo?

scese dal letto e lo afferrò per un braccio, scuotendo la testa. «lascialo stare, ti presto il mio.»

«voglio chiamare mia madre per avvisarla che in estate andremo a trovarla.»

«ho il suo numero, chiamala dal mio.» taehyung sollevò un sopracciglio a quella sua assurda insistenza.

«torno subito.» non capiva perchè quel giorno doveva comportarsi in quel modo così protettivo.

così lasciò la stanza l'attimo dopo, anche sotto le continue richieste del maggiore di rimanere in stanza. taehyung cercò la chiave magnetica nelle tasche e quando la trovò, l'aprì.

«tae asp-» hoseok non riuscì a dire nulla, la visione che gli si era parata davanti era bastata a zittirli entrambi.

jungkook era a petto nudo e nonostante gran parte del suo collo fosse coperto dai segni della notte passata con taehyung, con lui c'era un altro ragazzo.

lo stesso che lo aveva affiancato a mensa, lo stesso che gli aveva scritto un messaggio quel mattino per avvisarlo che si sarebbero visti in serata.

taehyung si congelò sul posto, incapace di dire qualcosa. gli sembrava di vivere un terribile dejavù. stava rivivendo il loro primo incontro solo che quella volta, era anche peggio.

sapeva di star sbagliando a dargli il proprio corpo eppure l'altro era stato così bravo a convincerlo. soltanto la sera prima jungkook gli aveva accarezzato i capelli e ricordato che non amava baciare nessun partner con cui si intratteneva a letto, eppure con lui l'aveva fatto. anche al risveglio, non aveva lasciato andare la sua bocca per un singolo istante.

si sentì così disgustato da sentire un conato di vomito salirgli su per la gola.

il moro si alzò dal materasso e si rimise in fretta la maglia. «mi avevi detto che avresti dormito dal tuo amico, altrimenti non l'avrei portato qui. scus-»

«non ti curi neanche un po' dei sentimenti degli altri, eh?» ringhiò hoseok, non si sbagliava davvero su di lui.

poi si voltò verso l'amico ancora silenzioso e gli afferrò la mano per portarlo via con se, ma l'altro lo strattonò.

«lo sapevi.» parlò piano, deluso da lui. «sapevi che lo avrebbe portato qui in stanza, per questo mi hai chiesto di rimanere da te.»

«tae, non è come pensi.» farfugliò il maggiore nervoso.

«non toccarmi.» gli disse soltanto, sorpassandolo per tornare in corridoio.

room 213 | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora