Il matrimonio più (in)felice di sempre

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In quei cinque giorni Chuuya trascorse la maggior parte del tempo rinchiuso nella biblioteca del castello, in camera sua a pensare.
A pensare, per esempio, a come avrebbe dovuto comportarsi con il suo futuro marito. Ancora non riusciva a crederci, gli sembrava semplicemente assurdo. Irreale.
Tra tutte le persone con cui poteva sposarsi, doveva essere proprio lui? 

Chuuya conosceva l'erede del Regno di Selene da anni ormai e questo significava che non era sicuramente la prima volta che ci avrebbe dovuto avere a che fare. 
Era, a detta del rosso, egocentrico, pazzo e un'enciclopedia fatta a persona. E proprio per questo in molti pensavano, ed erano anche piuttosto convinti della cosa, che lui passasse tutte le giornate a studiare chiuso nel suo studio o in camera seduto davanti alla sua scrivania, con la testa china sui libri.
Ma non era solo per questo che Dazai era conosciuto.
Era considerato una delle persone più potenti e pericolose del mondo.
E per quanto fosse difficile dirlo a voce alta, Chuuya ne prendeva atto della cosa e la rispettava. 

Su entrambi i principi giravano molte voci sul loro conto, alcune reali e altre un po' meno. 
Ma parlando del principe dai capelli rossi beh, Chuuya proprio come Dazai aveva un grande reputazione e non solo nel suo regno, ma anche in quello confinante. 
Questo perché molti dei cavalieri che attualmente costituivano l'esercito del Regno di Selene erano stati addestrati proprio da lui stesso e oltre a ciò, una delle cose di cui tutti prendevano atto riguardo Chuuya, era il rapporto che lui condivideva con il suo popolo. 
Fino a quel momento non si erano mai visti principi così vicini alla loro gente. 
Motivo per cui il popolo di Elios poteva vantarsi di avere un futuro sovrano come lui. 
Per ogni cosa avrebbero potuto contare sia su di lui e anche sull'aiuto di sua sorella Koyo, nonché attuale regina. 

Tornando però al discorso principale, erano passati cinque giorni da quando il matrimonio era stata annunciato e ciò significava che il momento tanto atteso da tutti era finalmente arrivato. Questo con grande gioia da parte del popolo di entrambi i regni, un po' meno da Chuuya che non vedeva altro che quella giornate finisse. 

Se fosse stato per lui quella mattina non si sarebbe alzato dal letto e avrebbe di gran lunga preferito indossare questo completo nuziale con qualcun altro. Per esempio con la persona che lui un giorno avrebbe amato e non uno spilungone, coperto di bene e che avrebbe tanto voluto uccidere con le sue stesse mani ogni volta che apriva bocca. Ma dalla vita non si poteva avere tutto a quanto pare. 

<Mio principe state per caso male?> domandò uno dei maggiordomi presenti nel camerino.
Chuuya alla domanda inarcò un sopracciglio e lo guardò confuso. 

<No, come mai?> domandò a sua volta, mentre allungava le braccia per indossare la camicia in seta bianca che cadeva morbida sul suo corpo. 

<Per sapere, non vorrei mai che nel giorno del suo matrimonio stiate male.
Sa, è un giorno importante e che sancisce l'unione di due persone che si amano> <Dovete sapere che il giorno in cui mia sorella si sposò non fece altro che piangere dalla felicità. Non faceva in tempo a riprendersi che altre lacrime cominciavano a cadere lungo il suo viso> raccontò il maggiordomo portando a galla un ricordo lontano e che al tempo pesto non sembrava esserlo. 

Chuuya sorrise a sua volta, ma nonostante le parole dell'uomo di fianco a lui il suo obbiettivo rimaneva lo stesso: arrivare alla fine di quel maledetto giorno che non voleva più ripetere.
E se doveva essere sincero, po' invidiava la sorella del suo maggiordomo. Non tanto perché lei era stata in grado di sposare la persona che amava, ma per il semplice fatto che lei era felice.  

Lui come avrebbe mai potuto essere felice quando sapeva che avrebbe dovuto sposarsi con Dazai? Come avrebbe mai fatto a entrare in chiesa e baciarlo davanti a tutti?
Sperò che in qualche assurdo maniera, anche la più irrealistica, non avrebbe dovuto farlo. Premere le sue labbra contro le sue davanti a tutte quelle persone. Il solo pensiero di ciò lo fece rabbrividire. 

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