No All'Insegnante

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<No no, ancora una volta>

<No, ti ho detto di tenere più in alto la testa>

<Oh mio signore, no! Le mani non devi metterle qui e tieni su quel mento! Il tuo sguardo deve essere fisso negli occhi del tuo accompagnatore e non sul suo mento> lo riprese per l'ennesima volta l'insegnante e Chuuya dovette mordersi il labbro per evitare che i peggio insulti uscissero dalla sua bocca.
Non doveva e non poteva dargliela vinta e sicuramente dargli un altro motivo per cui essere ripreso anche se qualche bella parola avrebbe aiutato in quel momento.

<Vuoi per caso baciarmi?> lo stuzzicò Dazai con il suo solito ghigno stampato in faccia. Lui, sicuramente, non stava aiutando neanche un po' e sapeva esattamente cosa voleva fare. Eccome se lo sapeva. Non per nulla il passatempo di quel spilungone era quello di prenderlo in giro e di stuzzicarlo ogni qualvolta ne avesse avuta l'occasione. Così Chuuya si limitò semplicemente ad alzare gli occhi al cielo e di sospirare. Un sospiro però così forte che non passò inosservato alle orecchie dell'insegnante, il quale riservò al rosso una brutta occhiataccia e che Chuuya ignorò. Aveva altro a cui pensare al momento.

<Non sapevo che le tue labbra si trovassero sul tuo mento>

<La strada è quella, solo qualche centimetro sopra e non hai risposto alla mia domanda>

<Devo pure rispondere? Pensavo fosse chiaro che volessi tirarti una testata>

<Un vero e proprio angelo> lo prese in giro il moro, aspettando che l'insegnante rifacesse partire di nuovo la musica dal giradischi.

<E tu sicuramente un diavolo tentatore> rispose Chuuya tenendo il suo sguardo fisso in quei occhi così scuri che ricordavano due pozzi senza fondo.

<Oh? E in che cosa ti tento?> gli chiese, tirandolo a sé con una piccola spinta e mentre pronunciava queste parole sul suo viso si fece spazio un sorriso malizioso.

<All'omicidio> rispose Chuuya con il suo stesso tono e questo provocò in lui una risata che cercò di trattenere, fallendo però miserabilmente. Ma che fece sparire nel momento in cui sentì la voce dell'insegnante in cui diceva che tutto era pronto e così, ripreso a ballare. Anche se il rosso avrebbe preferito porre fine a quella tortura e tornare in camera sua.

Erano passate quasi due ore da quando avevano iniziato a ballare senza sosta e Chuuya non ce la faceva più. I suoi piedi e la sua schiena chiedevano una pausa e soprattutto pietà. Ma questi non erano i motivi principali per cui voleva che tutto ciò finisse. La causa principale erano i rimproveri che non aveva fatto altro che ricevere da quando aveva messo piedi in quella stanza.
Chuuya era sicuro che da lì a poco avrebbe dato di matto.

Doveva ammettere però che la presenza del moro lo stava aiutando a mantenere un attimo la calma, anche se c'erano momenti in cui rivalutava questo suo pensiero. Il che era accaduto molto spesso.
Per esempio quando gli disse che era fin troppo basso per i suoi gusti non appena avevano iniziato a ballare. Questo commentò ovviamente non passò inosservato. Infatti, Chuuya gli calpestò il piede con il tacco delle sue scarpe.

<La schiena più dritta! Quante volte te lo devo dire!?> lo riprese per l'ennesima volta l'insegnante.

<Quando finisce questa tortura?> chiese Chuuya a Dazai bisbigliando.

<Non molto, direi ancora due minuti> e anche se per il rosso sembrava ancora fin troppo tempo, un'eternità a detta sua, semplicemente lo ringraziò.
Alla fine era sempre meglio di nulla e poi per tutto il giorno non lo avrebbe dovuto più rivedere, anche se avrebbe preferito non vederlo per il resto della settimana se fosse stato possibile. Però non tutte le cose andavano come sempre si sperava.
Era più che sicuro che andando avanti di questo passo nei prossimi giorni prima o poi il suo carattere avrebbe avuto la meglio.

Non appena queste due ore infernali finirono la prima cosa che Chuuya fece fu quella di andare ad aprire la finestra e sedersi per terra con la schiena contro il muro, tirando un sospiro di sollievo quando sentì l'aria fresca fare capolino nella stanza.

<Sono sempre così?> gli chiese il rosso, tenendo gli occhi chiusi e con la testa appoggiata contro la parete. Con il chiaro obiettivo di rilassarsi un po' e di farsi cullare dall'aria fresca che piano piano si stava facendo strada nella sala sostituendosi a quell'odore di chiuso che non aveva fatto altro che esserci fino a quel momento.

<Dipende, forse sono più rigidi perché sanno che sei un principe>

<Perfetto, penso che sarà allora una settimana infernale se anche tutti i restanti insegnanti mi tratterranno così. Nonostante capisca il motivo per cui lo fanno, mi fa comunque incazzare. Ricordo che prendevo lezioni così anche nel mio di regno>

Dopo queste parole cadde nuovamente il silenzio tra i due. Dazai e Chuuya non dissero più nulla per un po' di tempo, semplicemente si gustarono quella poca calma che potevano avere in quel momento.
Un silenzio che di tanto in tanto veniva interrotto dal cinguettio degli uccellini e dal suono del vento contro le foglie degli alberi, che andavano a creare una melodia che se fosse stata più costante avrebbe fatto sicuramente addormentare entrambi i due principi. Se non fosse che il moro, come al solito, interruppe quel silenzio.

<Sai che cercheranno in tutti i modi di tirare fuori da te ogni possibile informazione?> gli domandò Dazai facendosi strada verso il rosso, per poi sedersi al suo fianco.

<Certo, alla fine loro sono alla ricerca di informazioni per distruggermi o per avere qualcosa di cui parlare>

<Anche di quelle più intime?>

<Dazai, ti ricordo che non è la prima volta che ho a che fare con dei nobili e poi, non c'è molto su di me. Tutti sanno chi sono e sanno tutto quello che c'è da sapere, niente di più niente di meno> ammise scrollando le spalle, ma la risposta del moro lo fece bloccare sul posto.

<Non tutto però>

<Come scusa?>

<Sei un Nakahara>

<E con questo?> gli chiese Chuuya, sentendo lo stomaco stringersi al solo pensiero di quale sarebbe stata la domanda successiva.

Non voleva affrontare quel discorso in quel momento e con lui. Non voleva di principio affrontarlo, era ancora una ferita "fresca", nonostante fossero passati alcuni anni da quello.

<Devi fare attenzione proprio a quello. In molti vorranno sapere che cosa è successo e il motivo principale della loro morte>

<Tutti sanno che cosa è successo, sono morti in un incidente> disse il rosso, cercando di ricacciare i ricordi in un angolo della sua mente e di non sembrare per nulla toccato dall'argomento. Anche se in realtà era il contrario.
Inoltre, erano passati anni da quando era stato portato all'interno della famiglia degli Ozaki e riconosciuto come figlio loro, anche se non c'era un legame di sangue diretto.
Nonostante ciò, sia il popolo che i precedenti sovrani del Regno di Elios, Chuuya venne accettato come un figlio legittimo della corona e quindi trattato come tale.

E per questo Chuuya gliene sarebbe stato per sempre grato, anche adesso a distanza di anni e così anche fino al giorno della sua stessa morte. Mai aveva incontrato delle persone così buone come loro, mai nella sua vita. <E comunque, non credo che saranno tanto interessati a questo e se anche fosse, so come cavarmela>

<Non hai tutti i torti, alla fine stiamo parlando di te e non di un qualsiasi principe> rispose semplicemente il moro, passandosi una mano tra i suoi capelli leggermente più ondulati del solito.
Non disse più niente da quel momento in poi, così anche il rosso. Il silenzio tornò ancora una volta, ma l'atmosfera non era la stessa di prima.

Entrambi sapevano che c'era qualcosa e che era solo questione di tempo prima che venisse a galla.

Angolo Autrice

Hey! Eccomi qua con un nuovo capitolo! Come state? Spero bene. 
Devo ammettere che mi diverto a scrivere le battute di Dazai e Chuuya. Molto ehehe
Un po' meno del passato di quest'ultimo :") qualcuno ha già delle teorie a riguardo? 
Detto ciò spero che vi sia piaciuto il capitolo e ci vediamo al prossimo!

Bye bye^^

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