Capitolo 14

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Eirian

Qualcuno la stava osservando mentre dormiva, si sentiva i suoi occhi scivolarle addosso e dipingere un sentiero di fuoco sulla sua pelle gelida. Si tirò su con uno scatto, incapace di regolare la temperatura del suo corpo.

Wayle sedeva davanti a lei, gli occhi puntati sul semidio che la stava squadrando da capo a piedi. La maglietta era macchiata del suo sangue.

"Lacroix" sputò il suo nome come una maledizione e le sembrò di vedere il pirata sussultare. La confusione -se mai c'era stata- sparì in un battito di ciglia. "Cosa ci fai qui?"

"Ti servo fino alla fine dei miei giorni" rispose con un sorriso spento. Il solito bagliore sarcastico nel suo sguardo si era estinto, come una fiamma lasciata bruciare troppo a lungo.

Eirian si sollevò, ignorando l'ondata d'odio che le fece stringere la mano sulla coscia fino a farsi male. Non si era resa conto di essersi addormentata e guardando fuori dalla finestra vide il sole basso nel cielo. Si era appisolata per cinque o sei ore, abbastanza per riposarsi e tornare in piedi. "Come stanno gli altri?"

"Discretamente. Solo tre non sono in grado di rialzarsi"

Eirian annuì e si guardò intorno. Si trovava in una piccola e spoglia cucina e si era addormentata con la testa china sul tavolo. Aveva il collo e gli arti intorpiditi a causa della posizione in cui era rimasta e le brontolava lo stomaco. Scacciò via la fame, ricordandosi di tutte le cose che doveva fare. "Qualcuno ci ha seguiti?" scoccò un occhiata a Lacroix. "Oltre a lui"

"Non che io sappia, ma non possiamo rimanere qui a lungo o ci troveranno"

Un brivido le percorse la schiena mentre un'ondata di calore prese possesso del suo stomaco. Era così bello e piacevole che appena si accorse del gemito che le scappò dalle labbra. Riconosceva l'ebbrezza, la carezza cremisi di quel tocco. "Non preoccuparti. Di agli altri di venire qui, porta tutti quelli che sono abbastanza forti da muoversi, gli altri verranno guariti presto"

"Che succede?"

"Oh" si voltò di scatto. Stava uscendo dalla stanza quando andò a sbattere contro Roux. "Lo senti anche tu?"

"Questa... cosa nell'aria? Sì, che cos'è?"

Eirian sorrise, non in modo sincero. Non riusciva più a sorridere da quando era stata catturata e forse non ci sarebbe riuscita mai più. Sfoderò un ghigno calcolatore e aprì il portone d'ingresso. "Sono arrivate le mie Sorelle"

Le sentiva avvicinarsi. Il loro profumo era stato portato dall'aria mattutina come un dolce presagio fino alle sue narici. Le vide sbucare dal bosco, una folta chioma bionda accompagnata da una ragazza la cui pelle riluceva come fosse screziata d'oro. Eirian si mise a correre, le braccia tese in avanti che si chiudevano sulla figura gracile di Isobel e inspirò a fondo il suo odore.

Era lì per davvero, ce l'aveva fatta. Ce l'avevano fatta tutti.

Aislyn la sollevò dal suolo e rise, il suo fiato le inumidì la pelle e la fece sospirare. Quando la mise giù non la lasciò andare, la osservò affondo come se volesse accertarsi che fosse davvero lei. Le sembrò che il cuore le stesse per scoppiare nel petto dalla gioia quando vide anche Shiba e Alastar abbandonare il riparo della foresta.

"Oh, dèi. Non posso credere che ce l'abbiate fatta" si mise le mani sulla bocca per reprimere un gridolino di gioia e scosse la testa.

Non è un sogno, vero? Non può essere un sogno. E' tutto troppo reale per essere un sogno.

"Eirian" la chiamò una voce calma, vellutata come seta pregiata e leggera come il vento che muove le fronde degli alberi in primavera. "E' un piacere conoscerti."

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