CAPITOLO 4

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(Harry's pov)
<<Harry? Va tutto bene?>> chiese Hermione.
<<Eh? Sì, sì.>> rispose Harry cadendo giù da chissà quale regno dei cieli.
<<Sembri pensieroso. Di certo non è per il test di erbologia di domani.>>.
<<No, infatti. Stavo pensando a Draco. Mi chiedo come gli sia venuto in mente di mettersi in mezzo.>>
<<Va bene cambiare, ma così non è sospetto?>> osservò Ron.
<<A parte questo...>> disse Hermione fingendo un tono pacato mentre aveva dato una gomitata nel fianco di Ron. <<credo voglia fare le cose di fretta. Esperienza a parte, mi sembra che quando siamo arrivati a conclusioni affrettate, non ne abbiamo azzeccata una...>> aggiunse.
<<Infatti si è fatto sbrandellare da uno più piccolo.>> continuò Ron mentre prendeva da una busta di plastica dei cioccolatini. Quel rumore era talmente fastidioso che innervosiva i pensieri di Harry.
<<Non è solo questo. Non credo l'abbia fatto solo per far vedere che vuole cambiare.>> balbettò Harry infastidito da tanto rumore.

Tra i corridoi, nelle aule prima e dopo le lezioni, a colazione, pranzo e cena, in biblioteca, negli spogliatoi... ovunque Harry andasse, sentiva parlare del gesto compiuto da Draco. Tutto quello che voleva sapere era il motivo di quel gesto e poiché era ancora un fatto fresco come un frutto appena raccolto, ogni tanto pensava che quel frutto era ancora acerbo. Molto. Rimuginava e cercava di ricordare ogni dettaglio. Ogni volta che ci pensava, ne aggiungeva uno in più. 

Due giorni dopo l'accaduto Hermione gli chiese dove sparisse per così tanto tempo. Sapevano, sia lei che Ron, che andava da Draco, ma non potevano credere che fosse per più volte al giorno.
Harry balbettò qualche bugia, alle orecchie sveglie di Hermione, poco credibili. Come sempre lei fece finta di crederci. A Ron diceva <<Se non ce lo dice e ci mente è perché non è pronto.>>. Ron ogni tanto si faceva prendere da <<Non si fida abbastanza da confidarsi con noi, non vuole dirci cosa gli succede. Miseriaccia, Hermione, vedi anche tu che si comporta strano da quando è ricominciata la scuola.>>. Harry li sentiva spesso parlare di lui: fingeva di addormentarsi sui libri per evitare che Hermione li tenesse svegli fino a tardi per studiare. In realtà, una mezza verità nelle bugie che Harry raccontava c'era. Non andava sempre da Draco, ma passava per lo più, la maggior parte del tempo con Luna. Hermione la detestava. Era una ragazza brillante, forse era questo che la disturbava. O forse era la stranezza che sfoggiava con totale normalità. Harry evitava di dirlo semplicemente perché sapeva che se mai l'avesse menzionato, il nome di Luna, poi avrebbe dato ragione a Ron. Harry si sentiva strano, ma ancora non capiva perché e passare del tempo con Luna, confidarsi con lei, gli permetteva di guardare le cose da un'altra prospettiva. Un po' particolare, questo sicuramente, ma almeno non rimaneva focalizzato su un solo punto. Quando parlava con lei, scopriva che quel puntino a cui cercava di dare una spiegazione si rivelava essere una stella in mezzo a tanti altri puntini uguali ma diversi che davano colore, luminosità e grandezza diversi se visto in un insieme e non nella singolarità.

<<Harry, io penso che Draco abbia solo voglia di avere una vita normale. Mia madre diceva sempre che quando perdiamo qualcosa, dobbiamo cominciare a cercare dal punto in cui l'abbiamo persa.>> gli disse una volta. Erano al lago nero. Un luogo per Harry un po' tetro e che non gli portava bei ricordi, ma secondo Luna era luminoso nella sua oscurità. Entrambi erano seduti l'uno accanto all'altra quasi alla riva di quell'acqua scura.
<<Come faccio a sapere dove ho perso qualcosa se l'ho persa? Non sarebbe così se sapessi da dove cercare.>> chiese serio.
<<Harry, comincia a cercare dal posto dove ti sei accorto di non aver più ciò che hai perso. Tornare sui propri passi a volte non è un errore. Quasi mai lo è.>> spiegò. Poi con gentilezza si alzò e saltellando con particolare allegria scomparse nel buio della foresta. A volte Harry si chiedeva se Luna fosse reale, se non se la immaginasse e basta o se fosse un fantasma e non viva. 
Potter sapeva che aveva perso qualcosa, ma cosa? Questa domanda gli pervase la mente almeno tanto quanto quella che si poneva su Malfoy.

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