CAPITOLO 8

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Le giornate a scuola per Malfoy, come per tutti, ripresero la loro monotonia. Chi si spartiva tra studio, lezioni e quidditch e chi passava le ore in biblioteca a migliorare i proprio voti. Non si avvertiva più il gelido freddo sulla pelle. Harry e Draco non si parlavano più e lui se ne stava per conto suo tra la polvere di vecchie enciclopedie e i biscotti che Christine gli regalava tutti i giorni perché la rendeva felice se "Draco Malfoy mangia i biscotti con lo zenzero". Pochi giorni dopo la ripresa delle lezioni Draco ricevette una lettera dalla madre che lo fece impallidire. Il ministero non richiese la sua convocazione, come previsto, ma avevano dato il doppio della pena a Lucius Malfoy. Draco non sapeva a quale tipo di pena andasse incontro, ma se era stata raddoppiata e non prevedeva la morte, doveva essere qualcosa di così crudele che Draco avrebbe preferito restare orfano che accudire un padre impazzito. Quella stessa mattina, non ne volle più sapere di ciò che c'era scritto e bruciò la lettera. Quando raggiunse la sala grande vide come tutti i giorni Harry, Ron ed Hermione che facevano colazione. La sua espressione quando lo guardava era sempre la stessa. Triste. Arrabbiata.

Era giovedì secondo le pagine di diario di Draco e la prima lezione era con Grifondoro. Ogni volta che Serpeverde e Grifondoro avevano lezione insieme Draco sbuffava e cercava sempre di arrivare in anticipo per non far ripetere quella volta che fu costretto a sedersi accanto ad Harry. Ogni volta. Ma non quella. Christine l'aveva trattenuto troppo e sebbene una lunga corsa tra i corridoi del castello per raggiungere l'aula, arrivò che era già piena. Cercò Harry con lo sguardo e sperò di sedersi accanto a chiunque, ma non vicino a lui. Il caso volle che l'unico posto libero era accanto a Neville. Di solito accanto a lui c'era Dean, ma era casualmente assente. Quando mancava accanto si sedeva Hermione, che però si era seduta accanto al suo ragazzo ed Harry si era seduto vicino a Finnigan, che aveva smesso di farsi esplodere cose addosso. Draco riuscì a trattenere il fiato mentre cercava dove sedersi e nello scoprire che il posto di fianco a Paciock era disponibile si sentì sollevato. Si andò a sedere.

<<Puoi stare tranquillo. Non ho in mente di prenderti in giro o torturarti. Voglio solo seguire la lezione.>> disse Draco vedendo Paciock irrigidirsi.
<<Cosa ti fa pensare che io...>>
<<Malfoy? Paciock? Se continuate a chiacchierare, vi separo. Smettetela.>> li riprese la professoressa.
Al termine della lezione, Neville tenne a far sapere a Draco che irrigidirsi era stato solo un riflesso involontario a tutto quello che gli aveva fatto passare in sei anni di scuola.
<<Mi dispiace. Ero terribile. So che delle scuse non bastano, ma al momento sono a corto di tutto. Posso solo scusarmi. Spero capisca. Addio Paciock!>> concluse Draco. Neville rimase scosso da quello che gli era stato detto. Non per il contenuto, ma non credeva che quello fosse Malfoy, quello che lo ha torturato in ogni modo possibile, quello che era diventato il suo incubo di giorno si era scusato umilmente. Andò subito a raccontarlo ad Hermione.
Quella giornata fu per Malfoy da dimenticare. Era stato in grado di seguire tutte le lezioni, studiare per il giorno dopo, anticipare qualche ricerca e iniziare la tesi per il M.A.G.O. . Voleva una pausa. Anzi, ne aveva bisogno. <<Spero di non diventare matto così. Ma se non ho niente da fare penso a quell'idiota, tanto vale impazzire per una buona causa, no? Tanto sono già sulla buona strada visto che sto parlando da solo...>> disse riponendo tutto nella cartella con ordine maniacale. Decise di tentare la sorte e vedere se ci fosse ancora qualcosa della cena nella sala grande. Così dalla biblioteca iniziò a correre verso la sala. Con suo grande stupore la trovò vuota, poiché l'ora di cena era già passata da molto. Si ricordò di avere qualche biscotto avanzato e decise di consumarli nel cortile. Così se avesse oltrepassato l'orario del coprifuoco, Gazza non lo avrebbe sentito sgranocchiare e Mrs Purr non avrebbe sentito l'odore dei biscotti.

<<Oh, Malfoy. Ti aspettavo.>> disse Harry. Era seduto sul bordo della fontana con accanto una cesta in vimini.
<<Potter? Cosa vuoi?>> disse Draco sorpreso sul serio stavolta.
<<Non ti vedo a cena da un po', così ho pensato di prendere qualcosa e lasciartela da parte. Ho capito che vuoi passare gli esami, ma non ci riuscirai se non mangi.>>
<<Oh, volevi solo fare la mamma apprensiva. Sto bene, grazie. Ho già chi pensa a me.>>
<<Intendi dire Christine? L'ho vista stamattina e mi ha detto che ti vede "sciupato">>.
<<Ripeto, cosa vuoi? Non credo che il tuo scopo fosse lasciarmi la cena da parte.>>
<<L'ultima volta. Parlasti solo tu, non facendomi dire nulla.>>
<<Oh>> sbuffò seccato Draco <<lasciami in pace.>>
<<Non prima di dirti quello che penso. Anche se ho dimenticato quello che volevo dirti quel giorno.>>
<<Ho il presentimento che se non dico di sì volontariamente, mi costringerai, perciò forza, vomita e vattene.>>
<<Sono giunto ad una conclusione, ma devo verificare la veridicità della mia ipotesi.>> disse Harry. Si avvicinò lentamente a Draco. Passo dopo passo. Si ritrovarono entrambi faccia a faccia e Draco trattenne ogni emozione che potesse farlo avvampare. Cercò di mantenere saldi i nervi e trattenne il respiro. Sperava di risultare impassibile e apatico. Harry fece poi una mossa inaspettata: piegò la testa e gli annusò il collo.
<<Non ti sei spruzzato Amortentia, vero?>> chiese dopo aver odorato affondo. Da come aveva ispirato sembrava fosse appena uscito da una lunga apnea, quella che Draco voleva terminare, riprendendo a respirare. Sentiva che se non si fosse allontanato, sarebbe svenuto.
<<Scusa, cosa?>> chiese incredulo.
<<Che fragranza usi?>> chiese Harry.
<<Ma cosa vuoi che te ne importi?>> chiese arrogante Draco.
<<Sul serio. Dimmelo e basta.>>

<<Shampoo al gelsomino ed erbe varie e una crema ristrutturante all'aloe e menta. Bagno al muschio bianco. Olio per il corpo al sandalo e da qualche tempo a questa parte uso la lavanda. Mi aiuta a calmare l'ansia. Vuoi sapere anche se faccio la manicure e la pedicure? Posso dirti anche cosa uso per curare la pelle e tenerla così bianca. Sul serio, Potter, mi fa piacere avere conversazioni da ragazze di 16 anni.>> rispose seccato. Draco gli voltò le spalle e con passo felpato si allontanò in direzione della porta del cortile. Poi Harry disse qualcosa che lo paralizzò.
<<Scusa, puoi ripetere?>> domandò.
<<È lo stesso odore che sento con Amortentia.>>
<<Vuoi prendermi in giro? Non è il caso di scherzare perché non sono in vena e sono stanco, Potter. Lo sei anche tu.>> Draco non seppe come mantenere la calma. Amortentia non sbaglia. Mai. Il suo cuore palpitava in ogni centimetro di pelle. Aveva raggiunto i peli che si drizzarono.

<<Sì, hai ragione. Sono stanco. Ma di aspettarti tutte le sere da più di dieci giorni fino la mezzanotte. Tu non hai idea del freddo che faccia qui a quell'ora. Ma se tu non fossi venuto stasera, ti avrei aspettato ancora.>>
<<Perché?>>
<<Andiamo, Malfoy, tutto quello studio ti fa perdere neuroni? Non è forse ovvio?>>
<<No, non lo è. Il perché mi stai facendo questo non è affatto ovvio. È uno scherzo, forse? Mi seguivi. Dentro quella cesta non c'è assolutamente nulla.>> Draco avventato si avvicinò alla cesta e la ribaltò a testa in giù, facendo così cadere del pane, delle salsicce e un muffin. Lasciò cadere la cesta, incredulo. Harry lo guardò dispiaciuto.
<<Ma sai quello che ho fatto per non farmi beccare? Accidenti a te Malfoy!>> disse precipitandosi a raccogliere tutto. Draco si scansò. Attonito. <<Almeno aiutami, no? Le salsicce sono rotolate ovunque.>>
<<Buonanotte, Potter. Io ho bisogno di andare a dormire. Ho vissuto troppo per oggi, ho bisogno di riposo.>>.

<<Perché avevi indossato Amortentia l'altra volta?>>
<<Non sono affari tuoi>> disse secco.
<<Draco smettila. Ho appena ammesso che mi piaci e sto facendo una fatica assurda a non urlare. Adesso rispondi.>>
<<Che profumo usi?>> chiese a sua volta Draco. Non sapeva bene quali intenzioni avesse facendo quella domanda. Il momento dopo aver scandito tutte le parole, infatti, se ne pentì.
<<Nessuno di particolare. I saponi che danno qui ad Hogwarts e...>>
<<un profumo scadente, che va via un'ora dopo averlo indossato. All'inizio sembra avere una fragranza mascolina, feromoni attivi che scalpitano, ma quando svanisce sembra tu abbia pomiciato con una ragazzina del terzo anno che indossa ancora i profumi allo zucchero filato. Odori anche di olio per il legno e di legno vecchio e polvere. Ora, non so se è per gli Weasley o per il sottoscala, ma è abbastanza forte da infastidire. A volte però è gradevole perché si mescola all'odore che c'è nelle librerie o cartolerie. Pergamena nuova per l'esattezza. E basta credo.>>
<<Come... Come fai a saper...>> balbettò Harry. <<Ah.>> disse con tono secco giungendo alla conclusione. <<Ma allora perché comportarti così?>>

<<Come avrei dovuto? Sentiamo. Tu avevi a chi chiedere consiglio e quando i due fidanzatini non ti danno le risposte che cerchi, ti rivolgi ad una ragazzina strampalata. Io ho solo una bambina di 11 anni. 11, Potter. Le racconto le fiabe in cambio di biscotti che mi fanno schifo. Ma li mangio lo stesso perché li fa lei durante la punizione. È l'unica cosa che deve restare così. Lei. Deve restare pura. Non posso riempirle la testa di frottole. Quando ho capito che tu mi... hai capito, ho cercato di starti lontano. Il più possibile. Poi si è messa in mezzo la Granger e mi ha messo in crisi. Ho sfogato tutto su di lei. Sono tornato a casa per schiarirmi le idee e scopro che mio padre non mi vuole in tribunale e qualche giorno fa vengo a sapere che sconterà anche per me. Dimmi come avrei dovuto comportarmi sapendo che mi ero innamorato della persona per la quale quel bastardo di Voldemort ha creato tutto questo casino? Tu non saresti orfano, noi non ci saremmo odiati, probabilmente non avresti conosciuto né questo me, né quello di prima. Non avresti conosciuto gli Weasley, il tuo padrino sarebbe vivo, Silente e Piton anche, mio padre non sarebbe ad Azkaban ed io non avrei amato te né quella bambina per quale ucciderei anche te o mia madre. E devo smetterla di vomitarti addosso cose... mi sp>> Draco sentì le sue labbra calde, la nuca strettamente salda.
<<Non sapevo quando avresti chiuso il becco. Se non devi respirare, tanto vale sia piacevole per entrambi, no?>> disse Harry riprendendo a baciarlo. Draco non sentì nulla. Troppe emozioni si fusero e si trovava in un tempesta che aveva innalzato le acque e sapeva che di lì a breve ci sarebbe stata un'inondazione.



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