"Patti chiari, Malfoy, non aspettarti nulla dai primi tentativi." pensò guardandosi allo specchio. "È come un esercizio di traduzione di rune antiche o di aritmantia, non ti viene mai bene alla prima.". Si tirò i capelli all'indietro fissandoli con del gel, allacciò il suo orologio da polso e uscì dal bagno. Inaspettatamente qualcuno tra i suoi compagni di casa lo chiamò.
<<Draco, queste sono tue. Non vogliamo che vengano sparse in giro. Blaise le ha trovate nel suo album.>> disse una ragazza col naso lungo e la frangetta nera come la pece. Draco afferrò il foglio di pergamena piegato a metà e da lì scivolarono delle foto. Ritraevano Blaise Zabini, Pansy Parkinson e lui insieme, ovunque: a villa Malfoy, agli stadi, tra i corridoi di Hogwarts...
Draco trattenne il fiato e serenamente rispose:<<Credevo che non teneste più alla nostra amicizia, ma pensate ancora alla mia incolumità. Hai ragione Parkinson, non farebbe bene alla mia nuova immagine il ricordo di un'amicizia con voi due.>>. Subito dopo lasciò cadere anche il foglio di pergamena e con un incantesimo li diede fuoco. Si voltò di spalle alla ragazza e con il suo solito passo elegante uscì dalla sala comune. Cercò di riprendere fiato ma troppa aria gli si era bloccata giusto poco sopra l'ingresso dei polmoni. Posò le spalle a muro e cercò di calmarsi e lentamente ingoiò quel bolide di ossigeno che si meritava di respirare. Gli faceva male il petto. "Sarò sembrato un'idiota, dicendo quelle cose. Spero che ciò che ho in mente possa avere un riscontro." pensò lungo la strada per arrivare alla sala grande.Si sedette e decorò il suo piatto con delle salsicce, uova e poi si riempì una tazza di tè. Aveva scelto accuratamente il posto dove consumare la sua colazione. Faceva il tutto con una tale eleganza e signorilità che colpì chi gli si sedette accanto e di fronte. Si era seduto poco vicino a un ragazzino che prendeva in giro una bambina serpeverde nata babbana, che per diversi motivi sceglieva di non difendersi. Draco sentiva spesso le prese in giro di quel ragazzino, così aveva ben deciso di fargli cambiare idea. Restando accanto al signore oscuro ha ritenuto necessario imparare l'arte della legilimanzia che non era solo la capacità di leggere nel pensiero, ma anche di evitare che qualcuno leggesse i propri e di far sentire alla vittima la propria voce.
<<Ehi, sangue nero, perché non ti siedi in fondo? Già disonori la nostra Casa col tuo sangue, se ti metti anche a toccare il cibo che dovremmo mangiare noi... moriremo tutti!>> esordì il ragazzino. Portava il naso all'insù e aveva due occhi talmente grandi da sembrare che gli stessero per uscire fuori dalle orbite.
<<Mh, vediamo>> disse Draco mettendosi dietro la bambina presa di mira. <<Posso assaggiare questo?>> indicò educatamente il pezzo di torta infilzato con la forchetta. La bambina alzò lo sguardo sorprendendosi che "il signorino" della Casa Serpeverde stesse parlando a lei. Balbettò un <<Sì>> e Draco con un'eleganza mai sfoggiata prima tolse di mano la forchetta alla piccola nata babbana per portarla alla propria bocca, gustando quel pezzo di crostata alla marmellata di zucca. <<Mh, la torta è pietosa.>> aggiunse. Prese la tazza della bambina de ne diede un sorso, senza chiedere il permesso, però. <<Ti farò sapere se morirò, Fletcher. Ah, ora che ricordo, Tuo padre non mi sembra morto per aver condiviso il letto con una nata babbana, ma per lo più per aver seguito Voldemort.>>
<<Tranquillo, Malfoy, anche il tuo seguirà presto il mio.>>
<<Almeno io non vado a prendere in giro chi non ha il sangue come il mio.>> Grugnì Draco.
<<Senti chi parla. Ti sei innamorato della ragazzina o stai facendo il paladino?>> disse qualcuno da lontano. Draco riconobbe quella voce e fece finta di non sentirla. Si allontanò dalla bambina ma quando voltò le spalle un'incantesimo lo colpì. Draco parve volare. Tutta la sala grande stava assistendo, eccetto chi ci sarebbe dovuto essere: i professori. Nonostante tutti si facevano testimoni di quello che stava succedendo, nessuno intervenne, nemmeno Harry Potter, ma quello fu l'ultimo dei pensieri di Draco.
<<Non sarò così stupido da colpire uno più piccolo di me, che sa meno di me e che non ha vissuto l'inferno ravvicinato di quella guerra come me e come pochi altri qui dentro.>> disse poi alzandosi dal pavimento. I volti di chi riusciva a vedere e sentire da vicino sembravano spaventati a morte, come se colui fosse ritornato e ne avessero visto le tracce o come se ne avessero visto il fantasma. Ma ciò che spaventava tutti era la calma. Ci si aspettava che urlasse, che tirasse fuori la bacchetta e scagliasse schiantesimi contro il Fletcher. Tutti si aspettavano di tutto, eccetto ciò che videro. Con tranquillità si alzò dal pavimento, con la stessa si voltò e si diresse completamente disarmato verso il ragazzo che ancora gli teneva puntata la bacchetta.

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Another Chance
FanfictionLa forza di volontà è tutto per Draco. Ci sono ancora tante sfide che il nostro finto buono deve affrontare, soprattutto quella di vedersi innamorato e scoprirsi diverso da come era sempre stato. Anche Harry è diverso da come lo ricordavamo, anche l...