Capitolo 1

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-Sono scappata via dai ricordi perché,
senza che me ne accorgessi,
mi stavano opprimendo .-

𝓦illow

20 dicembre 2021

𝓐eroporto di New York

𝓒aro Jason, sono sempre io, Willow.

In questo esatto momento mi trovo all'aeroporto di New York. È abbastanza affollato viste le imminenti vacanze natalizie che, come ti ho parlato nelle precedenti lettere, festeggerò con la mia famiglia.

Ti sto scrivendo mentre attendo con molta gioia e felicità l'arrivo di mio padre. Sai che ormai sono quasi due anni che non lo vedo; esattamente da quando sono scappata con te. Sono sarcastica, ovviamente, meno di cinque minuti fa stavamo per iniziare, ancora una volta, un'altra lunga e turbolenta discussione.

No, Jay, non provare nemmeno a ridere!

Mettiamo da parte queste divergenze familiari e passiamo al viaggio. Un viaggio memorabile per la sua ironia, soprattutto quando un signore anziano -mio vicino di posto durante il volo- si continuava ad addormentare facendo automaticamente cadere la sua grande e pesante testa addosso alla mia spalla. Se ci fossi stato tu al mio posto, conoscendo il tuo fastidio e irritazione agli estremi verso chi provava anche solo di un millimetro a invadere il tuo spazio personale, avresti già cambiato postazione insultandolo in strane lingue di cui solamente tu ne conoscevi l'esistenza.

Alla fine, ho fatto tutto il volo così: con quel signore che, cosa più buffa, sembrava anche lo zio di Harry Potter vista la loro somiglianza.

No, Jay, nemmeno qui ci trovo qualcosa di divertente!

Sì, va bene, ammetto che anch'io stavo per scoppiare a ridere in faccia allo zio di Harry, ma con tanto autocontrollo sono riuscita a rimanere parzialmente seria. Però, posso dire che il sosia del caro zio Vernon ha dormito accanto a me.

Spero di riuscire presto a spiegarti meglio com'è andato tutto il viaggio.

Mi manchi, sempre.
La tua 𝓦illow.

❆❆❆

Richiudo la lettera, assicurandomi successivamente di infilarla insieme alle altre dentro la borsa.

Addento il mio sandwich con una smorfia disgustata, finendo di ingoiare il bolo acido. Sarà il saporaccio del mangiare o il concreto pensiero che tra poco mi ritroverò a Manhattan, ma lo strano modo in cui lo stomaco si capovolge in se stesso non mi rassicura per niente.

Butto la carta del mio pranzo al primo cestino che trovo, ritornando a sedermi sulle scomode sedie dell'aeroporto. Mille pensieri invadono la mia povera testa, e ho serie difficoltà a soffermarmi su uno solo.

Mi risveglio dai miei tormenti interiori, sentendo il mio nome venire richiamato più volte.

≪Signorina Clarke!≫ i miei occhi perlustrano l'aria circostante. Scorgo un signore un po' basso e abbastanza avanti con l'età continuare a sbracciare per ottenere la mia attenzione, facendo automaticamente finire tutti gli sguardi incuriositi delle persone su di noi. Sollevo un po' di più il cappotto, cercando di nascondermi dalle occhiate giudicanti delle persone.

Re-start, Ricomincio da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora